2022-12-21
Mps, a marzo l’appello per Profumo
Alessandro Profumo (Ansa)
Il tribunale di Milano batte un colpo e fissa il secondo grado per l’ad di Leonardo, accusato di aggiotaggio. Di lì a poco il governo aprirà il dossier nomine nelle partecipate.La scorsa settimana per Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente ex presidente e amministratore delegato di Mps, era arrivata la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Milano nel filone sulla corretta contabilizzazione dei crediti deteriorati del Monte tra il 2012 e il 2017. E sempre in questi giorni, quasi in contemporanea, è stata fissata al 31 marzo prossimo l’appello per il procedimento dove i due sono già stati condannati il 15 ottobre del 2020 a 6 anni di reclusione con le accuse di aggiotaggio e false comunicazioni sociali (in relazione alla prima semestrale 2015 della banca senese). La condanna prevedeva anche 2,5 milioni di multa, il risarcimento delle parti civili ammesse, l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e dalle cariche direttive nelle imprese per altri 2 anni. Gli ex vertici di Mps - insieme a loro fu condannato anche l’ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori (3 anni e 6 mesi) -, dovranno quindi presentarsi a Milano in primavera. A distanza di quasi 7 anni dall’inizio delle indagini, quindi (e a più di 2 anni dalla condanna in primo grado), la macchina della giustizia milanese si rimette in moto sul Monte dei Paschi di Siena. Il ritardo è macroscopico. Soprattutto se messo a confronto con il processo gemello a carico degli altri ex vertici dell’istituto di credito Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, già assolti in appello con formula piena nel maggio di quest’anno. I due erano stati condannati alla fine del 2019 a 7 anni di reclusione. La giustizia in questo caso è stata decisamente più veloce. Tanto che il mese scorso la Procura generale di Milano ha avuto anche il tempo di impugnare in Cassazione la sentenza con cui la Corte d’Appello aveva assolto tutti gli imputati. Al centro dell’inchiesta, in questo caso, c’erano invece le presunte irregolarità nelle operazioni di finanza strutturata, Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, effettuate da Rocca Salimbeni tra il 2008 e il 2012 per coprire, questa era l’ipotesi degli inquirenti e della sentenza di primo grado, le perdite dovute all’acquisizione di Antonveneta.Da tempo si aspettavano novità sui procedimenti che riguardano l’attuale amministratore delegato di Leonardo, il cui mandato è in scadenza il prossimo anno. Va sottolineato, infatti, che la data dell’appello coincide con le settimane che fanno da preambolo all’assemblea di maggio e al consiglio di amministrazione che dovrà decidere proprio sul futuro di Profumo. Appare evidente, quindi, come la decisione della Corte d’appello milanese potrebbe influire sulle decisioni del governo Meloni, che dopo la manovra economica dovrà iniziare a mettere mano al dossier sulle nomine nelle partecipate statali. Il colosso della difesa è solo una di quelle in scadenza, insieme con Eni, Poste e Enel. Quando Profumo e Viola furono condannati, al governo c’era ancora Giuseppe Conte e la pandemia non era ancora finita. I pm avevano chiesto l’assoluzione per tutti i capi d’accusa, ma il tribunale di Milano aveva ribaltato la decisione. A detta dei giudici della seconda sezione penale presieduta da Flores Tanga, infatti, da parte del management di Mps ci sarebbe stato dolo e intenzione di inganno, finalizzato a «rassicurare il mercato in vista dell’incetta di denari che si sarebbe da lì a poco perpetrata con gli aumenti di capitale». In pratica, secondo il tribunale, i nuovi vertici avrebbero fornito «un falso quadro informativo al mercato, in merito alla reale sostanza delle operazioni» Alexandria e Santorini e non avrebbero esitato a usare «artifizi altamente sofisticati per indurre in errore la platea degli investitori, destinatari di comunicazioni sociali che sistematicamente sovrastimavano le principali voci di bilancio». Profumo e Viola si sono sempre difesi, ricordando che avevano ricevuto l’incarico «per spirito di servizio» nel 2012, su invito della Banca d’Italia «in un quadro macroeconomico difficilissimo», garantendo alla fine la sopravvivenza di Montepaschi.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».