
Approvati i conti 2024. Incontro Blackrock-Giorgetti su Siena Generali, Caltagirone pronto a presentare un candidato ad.Sarà una fusione «senza scosse», una «combinazione potente», assicura l’ad del Monte dei Paschi, Luigi Lovaglio, che ieri in una conferenza telefonica ha presentato i conti 2024 agli analisti ma soprattutto ha sottolineato gli aspetti positivi dell’offerta da 13,3 miliardi su Mediobanca. E ha risposto alle perplessità sollevate nelle sale operative sulla differenza di dimensioni tra il cacciatore, ovvero il Monte, e la preda, ovvero Piazzetta Cuccia. «Abbiamo sentito parlare molto di dimensione ma se andiamo a vedere gli impieghi e i finanziamenti, il contributo relativo è 60-40 a favore di Mps», ha detto Lovaglio. Sottolineando che la capitalizzazione di mercato di Mediobanca «è sostenuta dal crescente peso della quota di circa il 13% in Generali» e che se non si considera la quota nel Leone di Trieste, al 23 gennaio - giorno precedente l’annuncio dell’offerta lanciata da Rocca Salimbeni - la capitalizzazione dell’istituto guidato da Alberto Nagel è pari a 6,7 miliardi. Nelle slide di Mps si evidenzia che la quota di Mediobanca in Generali «vale» il 47% della capitalizzazione di piazzetta Cuccia e che lo scorso anno il peso era inferiore (41%).Quanto ai risultati di bilancio, il Monte ha chiuso il 2024 con un utile netto di 1,95 miliardi in calo del 4,9% rispetto ai 2.052 milioni del 2023, esercizio che aveva però beneficiato di rilasci di riserve sui rischi legali per un ammontare di 471 milioni. Il risultato, «sostenuto da un’eccellenza operativa», è in crescita del 16,9% per la parte relativa all’attività caratteristica. Più che triplicata la cedola, che sale da 0,25 a 0,86 euro per azione, con un monte dividendi da distribuire ai soci di oltre un miliardo. Nel corso del 2025 lo Stato, che è ancora azionista della banca attraverso il Mef con l’11,7%, incasserà da Siena un «assegno» da 127 milioni. Salgono il margine di interesse a 2,36 miliardi di euro (+2,8%), le commissioni a 1,47 miliardi (+10,8%) e i ricavi a 4,03 miliardi (+6,2%). Le imposte sul reddito di esercizio registrano, peraltro, un contributo di 506 milioni imputabile principalmente alla rivalutazione delle cosiddette Dta. La raccolta totale è risultata in crescita per oltre 9 miliardi mentre lo stock dei crediti deteriorati lordi si è attestato a 3,7 miliardi con una copertura complessiva delle posizioni problematiche al 48,5%. Sul fronte dei contenziosi, alla fine dell’anno scorso il Monte aveva richieste pari a 1,34 miliardi, una cifra stabile rispetto al 2023. «Credo fermamente che i risultati così solidi del 2024 rendano Mps più che pronta a portare avanti un progetto di aggregazione innovativa con Mediobanca», ha commentato Lovaglio. Citando anche le impressioni ricevute dagli incontri con gli investitori a Londra la scorsa settimana. «L’operazione ha sorpreso il mercato, è chiaro che non è stata immediatamente chiara a tutti la ratio industriale ma una volta spiegata, la sensazione è che sia stata compresa e condivisa». Per quanto riguarda le sinergie stimate in 700 milioni, per il banchiere questo «è il livello minimo di partenza da cui iniziare a lavorare». Sui dettagli tecnici dell’offerta ha poi aggiunto: «Abbiamo detto che raggiungeremo una quota del 66,7% e nella fase attuale restiamo su questa posizione. Non prendiamo in considerazione uno scenario diverso per il momento».Oltre ad approvare i conti, il cda di Mps ha anche ridefinito la composizione dei comitati interni al consiglio di amministrazione dopo la cooptazione dei cinque nuovi consiglieri espressione del gruppo Caltagirone, di Delfin e di Anima. Del comitato rischi e sostenibilità, si legge in una nota, fanno parte la presidente Alessandra Barzaghi, Stefano Di Stefano, Domenico Lombardi, Paola Lucantoni e Barbara Tadolini, di quello nomine il presidente Domenico Lombardi, Alessandro Caltagirone, Paola De Martini, Francesca Paramico Renzulli e Renato Sala (il padre della giornalista Cecilia, incarcerata a Teheran e liberata l’8 gennaio grazie all’intervento del governo Meloni). Sala siederà anche nel comitato remunerazione e in quello per le operazioni con le parti correlate, forse il più strategico in questa fase dell’operazione.Nel frattempo, Bloomberg ha rivelato che il presidente di Blackrock, Rob Kapito, ha incontrato Giancarlo Giorgetti per parlare di vari temi, tra cui il dossier Mediobanca-Mps. «Paschi non era l’oggetto dell’incontro, ma confermiamo che c’è stato un incontro istituzionale normale», ha detto un portavoce del Tesoro. Il fondo Usa, che controlla circa il 4,2% di Mediobanca e circa il 2% di Mps, ha preferito non commentare.In Piazza Affari, nel giorno della presentazione dei conti, il titolo Mps ha chiuso la seduta con un rialzo dell’1,43% a 6,4 euro, mentre Mediobanca ha guadagnato il 3,18% a 16,3 euro. In spolvero anche le azioni Generali che hanno messo a segno un +1,57% a 31,13 euro. Da segnalare, in vista dell’assemblea del Leone dell’8 maggio sul rinnovo del cda, alcune indiscrezioni rilanciate ieri dall’agenzia Reuters secondo cui Francesco Caltagirone (azionista della compagnia triestina con circa il 7%) starebbe valutando le opzioni per indicare un candidato che sfidi l’attuale ad del gruppo Philippe Donnet, pronto per il quinto mandato.
Agostino Ghiglia e Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
Il premier risponde a Schlein e Conte che chiedono l’azzeramento dell’Autorità per la privacy dopo le ingerenze in un servizio di «Report»: «Membri eletti durante il governo giallorosso». Donzelli: «Favorevoli a sciogliere i collegi nominati dalla sinistra».
Il no della Rai alla richiesta del Garante della privacy di fermare il servizio di Report sull’istruttoria portata avanti dall’Autorità nei confronti di Meta, relativa agli smart glass, nel quale la trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio del Garante Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni di euro, ha scatenato una tempesta politica con le opposizioni che chiedono l’azzeramento dell’intero collegio.
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala (Imagoeconomica)
La direttiva Ue consente di sforare 18 volte i limiti: le misure di Sala non servono.
Quarantaquattro giorni di aria tossica dall’inizio dell’anno. È il nuovo bilancio dell’emergenza smog nel capoluogo lombardo: un numero che mostra come la città sia quasi arrivata, già a novembre, ai livelli di tutto il 2024, quando i giorni di superamento del limite di legge per le polveri sottili erano stati 68 in totale. Se il trend dovesse proseguire, Milano chiuderebbe l’anno con un bilancio peggiore rispetto al precedente. La media delle concentrazioni di Pm10 - le particelle più pericolose per la salute - è passata da 29 a 30 microgrammi per metro cubo d’aria, confermando un’inversione di tendenza dopo anni di lento calo.
Bill Gates (Ansa)
Solo pochi fanatici si ostinano a sostenere le strategie che ci hanno impoverito senza risultati sull’ambiente. Però le politiche green restano. E gli 838 milioni versati dall’Italia nel 2023 sono diventati 3,5 miliardi nel 2024.
A segnare il cambiamento di rotta, qualche giorno fa, è stato Bill Gates, niente meno. In vista della Cop30, il grande meeting internazionale sul clima, ha presentato un memorandum che suggerisce - se non un ridimensionamento di tutto il discorso green - almeno un cambio di strategia. «Il cambiamento climatico è un problema serio, ma non segnerà la fine della civiltà», ha detto Gates. «L’innovazione scientifica lo arginerà, ed è giunto il momento di una svolta strategica nella lotta globale al cambiamento climatico: dal limitare l’aumento delle temperature alla lotta alla povertà e alla prevenzione delle malattie». L’uscita ha prodotto una serie di reazioni irritate soprattutto fra i sostenitori dell’Apocalisse verde, però ha anche in qualche modo liberato tutti coloro che mal sopportavano i fanatismi sul riscaldamento globale ma non avevano il fegato di ammetterlo. Uscito allo scoperto Gates, ora tutti possono finalmente ammettere che il modo in cui si è discusso e soprattutto si è agito riguardo alla «crisi climatica» è sbagliato e dannoso.
Elly Schlein (Ansa)
Avete presente Massimo D’Alema quando confessò di voler vedere Silvio Berlusconi chiedere l’elemosina in via del Corso? Non era solo desiderare che fosse ridotto sul lastrico un avversario politico, ma c’era anche l’avversione nei confronti di chi aveva fatto i soldi.
Beh, in un trentennio sono cambia ti i protagonisti, ma la sinistra non è cambiata e continua a odiare la ricchezza che non sia la propria. Così adesso, sepolto il Cavaliere, se la prende con il ceto medio, i nuovi ricchi, a cui sogna di togliere gli sgravi decisi dal governo Meloni. Da anni si parla dell’appiattimento reddituale di quella che un tempo era la classe intermedia, ma è bastato che l’esecutivo parlasse di concedere aiuti a chi guadagna 50.000 euro lordi l’anno perché dal Pd alla Cgil alzassero le barricate. E dire che poche settimane fa la pubblicazione di un’analisi delle denunce dei redditi aveva portato a conclusioni a dir poco sor prendenti. Dei 42,6 milioni di dichiaranti, 31 milioni si fanno carico del 23,13 dell’Irpef, mentre gli altri 11,6 milioni pagano il resto, ovvero il 76,87 per cento.
In sintesi, il 43 per cento degli italiani non paga l’imposta, mentre chi guadagna più di 60.000 euro lordi l’anno paga per due. Di fronte a questi numeri qualsiasi persona di buon senso capirebbe che è necessario alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio, evitando di tartassarlo. Qualsiasi, ma non i vertici della sinistra. Pd, Avs e Cgil dunque si agitano compatti contro gli sgravi previsti dal la finanziaria, sostenendo che il taglio dell’Irpef è un regalo ai più ricchi. Premesso che per i redditi alti, cioè quello 0,2 per cento che in Italia dichiara più di 200.000 euro lordi l’anno, non ci sarà alcun vantaggio, gli altri, quelli che non sono in bolletta e guadagnano più di 2.000 euro netti al mese, pare davvero difficile considerarli ricchi. Certo, non so no ridotti alla canna del gas, ma nelle città (e quasi sempre le persone con maggiori entrate vivono nei capoluoghi) si fa fatica ad arrivare a fine mese con uno stipendio che per metà e forse più se ne va per l’affitto. Negli ultimi anni le finanziarie del governo Meloni hanno favorito le fasce di reddito basse e medie. Ora è la volta di chi guadagna un po’di più, ma non molto di più, e che ha visto in questi anni il proprio potere d’acquisto eroso dall’inflazione. Ma a sinistra non se la prendono solo con i redditi oltre i 50.000 euro. Vogliono anche colpire il patrimonio e così rispolverano una tassa che punisca le grandi ricchezze e le proprietà immobiliari. Premesso che le due cose non vanno di pari passo: si può anche possedere un appartamento del valore di un paio di milioni ma, avendolo ereditato dai geni tori, non avere i soldi per ristrutturarlo e dunque nemmeno per pagare ogni anno una tassa.
Dunque, possedere un alloggio in centro, dove si vive, non sempre è indice di patrimonio da ricchi. E poi chi ha una seconda casa paga già u n’imposta sul valore immobiliare detenuto ed è l’I mu, che nel 2024 ha consentito allo Stato di incassare l’astronomica cifra di 17 miliardi di euro, il livello più alto raggiunto negli ultimi cinque anni. Milionari e miliardari, quelli veri e non immaginati dai compagni, certo non hanno il problema di pagare una tassa sui palazzi che possiedono, ma non hanno neppure alcuna difficoltà a ingaggiare i migliori fiscali sti per sottrarsi alle pretese del fisco e, nel caso in cui neppure i professionisti sia no in grado di metterli al riparo dall’Agenzia delle entrate, possono sempre traslocare, spostando i propri soldi altrove. Come è noto, la finanza non ha confini e l’apertura dei mercati consente di portare le proprie attività dove è più conveniente. Quando proprio il Pd, all’e poca guidato da Matteo Renzi, decise di introdurre una flat tax per i Paperoni stranieri, migliaia di nababbi presero la residenza da noi. E se domani l’imposta venisse abolita probabilmente andrebbero altrove, seguiti quasi certamente dai ricconi italiani. Del resto, la Svizzera è vicina e, come insegna Carlo De Benedetti, è sempre pronta ad accogliere chi emigra con le tasche piene di soldi. Inoltre uno studio ha recentemente documentato che l’introduzione negli Usa di una patrimoniale per ogni dollaro incassato farebbe calare il Pil di 1 euro e 20 centesimi, con una perdita secca del 20 per cento. Risultato, la nuova lotta di classe di Elly Schlein e compagni rischia di colpire solo il ceto medio, cancellando gli sgravi fiscali e inasprendo le imposte patrimoniali. Quando Mario Monti, con al fianco la professoressa dalla lacrima facile, fece i compiti a casa per conto di Sarkozy e Merkel , l’Italia entrò in de pressione, ma oggi una patrimoniale potrebbe essere il colpo di grazia.
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