2022-01-05
Si moltiplicano le trappole del Covid reale
Le code per tamponi e iniezioni sono interminabili. Ai guariti basta il test rapido, però è mistero se siano autorizzati a uscire di loro iniziativa per farselo. I medici di base sono oberati, i pazienti vengono trascurati e pure negli ospedali inizia a mancare il personale.Code per farsi il tampone pur avendo la prenotazione o la prescrizione del medico, code per ricevere il vaccino nel freddo e con i disagi di chi si porta appresso bambini o anziani. Dosi di anti Covid negate, se non le prenoti su intasatissime piattaforme, come avverte la Regione Lombardia. Bimbi portati a ricevere il siero negli hub predisposti ma che erano chiusi, nemmeno l’ombra di pediatri, come è successo a Padova. Malati a casa che non ricevono cure né risposte dai loro medici come accade a Napoli, ma anche a Trieste dove a Capodanno c’era di turno una sola dottoressa per 200.000 abitanti. Lavoratori che si mettono in quarantena senza poter comprovare il contatto stretto con un positivo e che perciò rischiano di essere considerati assenti ingiustificati; quarantena non più rifinanziata quindi non assimilabile alla malattia.Vaccinati con tre dosi, o due da meno di 120 giorni, liberi di poter andare al lavoro con mascherine Ffp2 se asintomatici, quando è ancora in vigore il protocollo che vieta l’accesso in fabbriche, uffici, negozi a chi abbia avuto contatti con positivi negli ultimi 14 giorni, perché può ancora trasmettere il virus. L’elenco dei tormenti imposti ai cittadini è lungo, le previsioni a breve ancora più nefaste considerato che tra pochi giorni ai lavoratori non vaccinati sarà vietato salire su tram, bus, treni, traghetti. Se hanno una bicicletta o possono permettersi di usare l’auto, se possiedono una barca con cui raggiungere la terraferma dall’isoletta dove vivono, dal 10 gennaio potranno andare al lavoro. Altrimenti resteranno a casa, senza stipendio. Che brutta cosa descrivere la situazione in cui è sprofondato questo Paese, grazie a una politica sanitaria dissennata. Un nuovo anno dovrebbe aprirsi all’insegna della speranza, anche se c’è una variante sudafricana che circola ed è tanto contagiosa ma non è la peste, i sintomi sono più lievi della Delta, non sta collassando ospedali e rianimazioni, invece non possiamo parlarne perché quella parola è tragicamente legata a un ministro che di salute non ha mai capito nulla. I risultati li continuiamo a vedere, a distanza di due anni dall’inizio di un’emergenza in cui ministri e governo sembrano trovarsi così bene da non volerci più ridare la normalità. Tra le ultime, folli imposizioni, nella giungla di norme e protocolli in cui si trovano a brancolare positivi, guariti dal Covid, forzati della quarantena o dell’autoisolamento, forse l’unica buona notizia riguarda il green pass per i negativizzati. Verrà riattivato con un semplice tampone, è stato detto, senza bisogno del certificato di guarigione, documento quasi impossibile da ottenere visto che i medici di base non riescono a stare dietro alle richieste, e che stando alle promesse dovrebbe essere sostituito da una riattivazione automatica sulla piattaforma nazionale. Sei positivo? Il lasciapassare viene sospeso per tornare valido dopo un tampone negativo che non dovrà essere necessariamente un molecolare. Molte Regioni hanno già dato queste disposizioni, definendo i test antigenici rapidi di «valore predittivo elevato e indicativo di una vera infezione da Covid», ovvero la malattia può essere correttamente diagnosticata, quindi non richiedono conferma con un tampone molecolare. Procedura finalmente autorizzata per semplificare e accelerare la presa in carico dei casi positivi e dei contatti stretti da parte dei dipartimenti di sanità pubblica, in base ai dati forniti dalle strutture pubbliche e private autorizzate a effettuare diagnostica rapida, e dalle farmacie convenzionate. I tamponi rapidi permettono anche di determinare il periodo di fine isolamento, così come quello di fine quarantena, senza ricorrere alla Pcr. Ma se il cittadino che ha fretta di sapere se è tornato negativo perché deve ripresentarsi al lavoro e non può aspettare che il medico o l’Azienda sanitaria gli fissi l’appuntamento per il tampone, perciò decide di andare in farmacia a fare il test, può farlo o qualche agente gli farà la multa in quanto esce dalla quarantena senza autorizzazione? Questione non di poco conto, visti i tempi biblici per avere o scaricare i referti, ma che non trova risposta nelle «Faq» governative. Il virus corre, ci viene ricordato con una comunicazione ossessiva, però ben poco sembra interessante quanto accade fuori da Pronto soccorso, reparti ordinari e terapie intensive. I cittadini che si scoprono positivi, o che confondono i sintomi influenzali con quelli del Covid, sono ancora una volta abbandonati a sé stessi, chiamano i medici e trovano linee occupate, telefoni che squillano a vuoto. Come la famiglia di Ponticelli, tutti vaccinati, con sintomi dopo il pranzo di Natale e che deve fare il test a domicilio ma «il medico di famiglia è andato in pensione e l’assistenza domiciliare programmata è rimasta nel limbo: non sanno a chi rivolgersi. E al distretto non risponde mai nessuno», scrive Il Mattino, descrivendo una delle tantissime situazioni che si sono create a Napoli e provincia. In realtà in tutta Italia il cittadino è di nuovo in affanno. Gli viene detto di non andare al Pronto soccorso per non sovraccaricare le strutture ospedaliere, ma se resta a casa deve aspettarsi solo «tachipirina e vigile attesa», sempre che qualche medico volonteroso non rischi di suo per prescrivere terapie più adeguate. Intanto i genitori, che rispondono ai pressanti inviti di immunizzare i bambini, inaugurano il nuovo anno facendo rischiare la polmonite ai figli perché devono stare ore all’aperto prima di entrare nel centro vaccinale della Fiera a Milano. E sanitari vaccinati che risultano ugualmente contagiati da Omicron, come i 13 infermieri del Pronto soccorso dell’ospedale Sant’Eugenio di Roma, vengono sostituiti dal personale di altri reparti, in questo modo non più operativi. Si procede così, verso il caos assoluto e ingiustificato.