2018-06-26
Moavero va all'Ue e Savona rimane a Roma. Il numero uno della Farnesina si tiene le deleghe
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Il ministro per gli Affari europei è rimasto nella capitale, dove ha incontrato il governatore della Sardegna. Il capo degli Esteri, invece, è a Lussemburgo per discutere il bilancio dell'Unione (1.000 miliardi). Disinnescato l'euroscettico, il giurista, di concerto con il Quirinale, non ha ancora affidato ai suoi vice e sottosegretari (tra cui un leghista e due pentastellati) alcun dossier.A Paolo Savona il lavoro istituzionale in Italia, a Enzo Moavero Milanesi le questioni più delicate in Europa. Niente da fare anche questa volta. Mentre a Lussemburgo il Consiglio affari generali (Cag) dell'Ue prepara il Consiglio europeo che si terrà giovedì e venerdì e discute di bilancio Ue, di allargamento dall'Unione, di Polonia e di Brexit, il ministro per gli Affari europei è rimasto a Roma per incontrare il governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru. Come recita il sito del Consiglio europeo, il Cag è composto essenzialmente dai ministri degli Affari europei degli Stati membri. Tutti hanno inviato il ministro o il sottosegretario con la delega.Tutti, dicevamo. Tranne l'Italia. Per il nostro Paese, infatti, nonostante la presenza di un ministro per gli Affari europei, ha partecipato appunto Moavero Milanesi. L'assenza dell'euroscettico Savona è figlia sì dell'urgenza del dossier immigrazione ma anche di una recente decisione del numero uno della Farnesina, che ha sfilato al collega la delega al bilancio Ue, tenendolo così lontano dal Consiglio affari generali, che ha competenza sul budget comunitario 2021-2027 (una partita da 1.000 miliardi di euro). Soltanto pochi giorni prima, Savona, il più anziano ministro dell'Italia repubblicana, aveva perso la delega ai Fondi europei di coesione, finita a Barbara Lezzi, ministro pentastellato per il Sud.La missione «disinnescare Savona» - che fonti della Farnesina raccontano essere gestita dal vicepremier Luigi Di Maio in sintonia con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il suo segretario generale Ugo Zampetti - non è la sola mossa del fronte quirinalizio interno al governo. Mattarella ha ottenuto da Luigi Di Maio e Matteo Salvini alcuni uomini di fiducia in ministeri chiave, come Giovanni Tria al Tesoro ed Enzo Moavero Milanesi agli Esteri. E guardando proprio la struttura della Farnesina guidata dall'ex ministro di Mario Monti si nota la mancanza di deleghe ai sottosegretari. Che sono tre: il pentastellato Manlio Di Stefano, il leghista Guglielmo Picchi e Ricardo Merlo, senatore del Movimento associativo italiani all'estero. L'unico viceministro è Emanuela Del Re, con competenza sulla Cooperazione internazionale e potrà, visto il ruolo di viceministro, partecipare ai consigli dei ministri. Si racconta tuttavia alla Farnesina di un po' per la diffidenza del ministro, gran conoscitore di cose europee, verso i «nuovi» al governo.Intervistato lunedì dal Messaggero, in un dialogo in cui l'intervistatore l'ha definito «un europeista convinto dai toni felpati», Moavero Milanesi ha parlato della convivenza con Salvini, che fa assi con il presidente ungherese Viktor Orbán e litiga furiosamente con il francese Emmanuel Macron. Il ministro ha risposto sottolineato di non aver «riscontrato difficoltà a ragionare e prendere decisioni insieme con i colleghi della squadra di governo», raccontando di una «dialettica aperta e costruttiva». Ma le tensioni nel governo, raccontano dalla Farnesina, ci sono. E sono state evidenti davanti al braccio di ferro tra Moavero Milanesi e Savona. È passato meno di un mese dall'insediamento del governo e il ministro degli Esteri non ha ancora distribuito le deleghe. C'è chi dice sia presto e sottolinea come la Farnesina sia sempre tra gli ultimi ministeri ad assegnare le competenze. Tuttavia, alla Verità risulta un quadro diverso: il ritardo è voluto. Picchi è in queste ore a Vienna per il vertice dell'Osce. Di Stefano a Strasburgo per l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Merlo non nasconde la convinzione di vedersi presto attribuita la delega agli italiani all'estero. La Del Re, infine, tiene da settimane un profilo basso in attesa, domani mattina, di accogliere all'aeroporto di Fiumicino i 139 profughi del Corno d'Africa che erano rifugiati nei campi del Tigrai in Etiopia, il cui ingresso in Italia è reso possibile grazie al protocollo di intesa con lo Stato italiano, firmato dalla Cei e dalla Comunità di Sant'Egidio. In tutto questo Moavero Milanesi non sta affatto mettendo fretta al suo staff affinché proceda con l'attribuzione delle deleghe ai sottosegretari. Dietro il numero uno della Farnesina, dipinto come un grande accentratore poco incline ad affidare ai suoi i vari dossier, si intravede l'ombra del presidente Mattarella. Il rapporto tra i due è molto stretto: la scorsa settimana, per esempio, durante l'incontro con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, Mattarella aveva al suo fianco proprio il ministro degli Esteri. Non soltanto per via del suo incarico ma anche per l'estrema fiducia che il Quirinale nutre nei suoi confronti. Quirinale che, disinnescato Savona, sta lavorando per arginare i gialloblù alla Farnesina tenendoli alla larga dalle questioni più urgenti, tra cui il futuro dell'Ue. In particolare il trumpiano Picchi e il russofilo Di Stefano, al presidente poco graditi.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)