2023-09-14
Moana Pozzi e Julius Evola: la strana coppia oltre le leggende metropolitane
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«Essere Moana: segreti e misteri»
Stasera debutta la docuserie dedicata alla pornoattrice. Un aspetto della sua vita che pochi conoscono è quello legato alla sua (presunta) passione per il filosofo tradizionalista. Ecco come stanno le cose.Arriva stasera sul Nove la docuserie Essere Moana, dedicata alla star del porno prematuramente deceduta, Moana Pozzi. Prodotta da Verve Media Company per Warner Bros Discovery, racconta la vita della pornostar, icona di bellezza, sensualità e potere che ha accompagnato la storia italiana per più di 10 anni. La serie presenta una carrellata di testimonianze di colleghe e colleghi, ma anche attori, scrittori, giornalisti, critici cinematografici, sociologi, tra cui Antonio Di Ciesco, marito di Moana, Eva Henger, Rocco Siffredi, Vittorio Sgarbi, Fulvio Abbate, Antonio Dipollina e Anselma Dell'Olio, solo per citarne alcuni. C’è però un aspetto di Moana che rimane celato ai più, anche se di tanto in tanto rispunta fuori, sia pur nella dimensione della leggenda metropolitana: si tratta dell’adesione della pornostar alla filosofia evoliana. Vuoi in chiave esoterica, vuoi addirittura in chiave politica. Tutto nasce da una citazione. Leggiamo in Neri! di Mario Caprara e Gianluca Semprini, pubblicato da Newton Compton nel 2009: «Nel periodo in cui si occupava dell’edizione di un giornale erotico da lei pensato poco prima di morire, Moana Pozzi amava ripetere (anche davanti a uno degli autori di questo libro, che ha lavorato in quella redazione per una decina di anni) una frase di Julius Evola e che Giorgio Almirante aveva fatto apporre in un poster destinato alle sedi dell’Msi: ‘Vivi come se dovessi morire subito, pensa come se non dovessi morire mai’». La frase è accostata più volte a Moana, che pare ne avesse fatto una sorta di motto esistenziale (con tragica preveggenza, se pensiamo alla sua morte avvenuta a soli 33 anni).Ora, la frase è effettivamente di Almirante – che comunque l’aveva probabilmente ripresa a sua volta da chissà dove. A conclusione del suo libro Autobiografia di un fucilatore, il leader missino scriveva: «Accogliete dunque, giovani, questo mio commiato come un ideale passaggio di consegne; e se volete un motto che vi ispiri e vi rafforzi, ricordate: Vivi come se tu dovessi morire subito; pensa come se tu non dovessi morire mai». Con Evola, invece, non c’entra niente: la frase non si trova in alcun suo libro, né, del resto, ricalca il suo stile.La cosa, tuttavia, non finisce qui. In un articolo uscito qualche tempo fa sulla rivista di fantascienza Dimensione cosmica, Sebastiano Fusco ha raccontato di quando, per un certo periodo, si ritrovò a lavorare nella redazione di una rivista scientifica che condivideva lo stesso stabile con una pubblicazione erotica. Lì fece la conoscenza con Moana, di cui Fusco traccia un ritratto fuori dagli stereotipi: «Sapeva reggere pienamente le conversazioni, non soltanto per prontezza di spirito e intelligenza vivace, ma perché aveva compiuto studi non banali e cercava costantemente di migliorare le proprie conoscenze. Aveva grande passione per la scienza e la tecnologia, probabilmente ereditata dal padre che era tecnico nucleare, e per questo il nostro lavoro l’interessava molto. Gli interessi culturali di Moana erano diversi ed eterogenei. Amava molto la musica, di cui aveva una conoscenza non banale, e le arti figurative, e ne sapeva parlare con competenza. La letteratura fantastica l’affascinava, e sapere che avevo diretto, insieme con Gianfranco de Turris, una casa editrice interamente dedicata ad essa fece salire di parecchi punti la mia considerazione presso di lei. Fra gli autori che le consigliai di leggere (oltre al mio venerato Lovecraft) c’era anche Machen, in Italia all’epoca praticamente sconosciuto, ma di cui con Gianfranco avevamo pubblicato la prima edizione completa de I tre impostori, il romanzo a episodi in cui è compresa La polvere bianca». A tal proposito è interessante ricordare come la Pozzi abbia recitato anche in un film erotico-fantastico della fine degli anni Ottanta, intitolato Ecstasy, vagamente ispirato al racconto The Novel of the White Powder di Arthur Machen.Alla richiesta della pornoattrice di qualche lettura per approfondire il tema della spiritualità, Fusco le consigliò Eliade, Guénon e Jung. In un’altra occasione, lo studioso le segnalò Metafisica del sesso, di Evola. «Non passarono molti giorni», racconta Fusco, «prima che tornasse a trovarmi dicendo che quella lettura le stava trasformando la vita. O meglio le dava una prospettiva del tutto diversa nella quale inquadrare le sue scelte e le future decisioni. Credo che abbia divorato in un tempo incredibilmente breve tutto quanto all’epoca era possibile trovare di Evola».Ovviamente si tratta di un racconto personale, del tutto inverificabile. E sta di fatto che l’unica citazione di Evola che con una certa sicurezza viene da più parti attribuita a Moana… non era di Evola. Resta tuttavia l’enigmatico mistero di questa artista che, unica nel suo mondo, ha saputo irradiare una forza che trascende la pura sfera sessuale. A Evola, di sicuro, non sarebbe dispiaciuta.