2020-11-13
Mion sobbalza per le intercettazioni: «Conosco il procuratore, è serio»
Il presidente di Edizione: «Meravigliato che le mie frasi possano risultare importanti». Aveva detto: «Facciamo meno manutenzioni e più utili, così i Benetton sono contenti».«Sono meravigliato del fatto che le mie frasi intercettate possano risultare di qualche importanza per l'inchiesta della magistratura. Non so veramente che utilità possano avere. Posso dire di avere incontrato personalmente il procuratore di Genova (Francesco Cozzi, ndr), un magistrato molto serio ed equilibrato». È stato questo il commento rilasciato dai presidente di Edizione holding, Gianni Mion, al Corriere del Veneto, a proposito dello stralcio di conversazioni telefoniche contenute nell'ordinanza di custodia cautelare per gli ex vertici di Autostrade. È la stessa meraviglia di Mion a meravigliare. Perché nelle intercettazioni segnalate dal gip per dimostrare che la gestione di certi servizi era improntata al risparmio per ottenere un maggiore profitto, quella dell'ex braccio destro dei Benetton è proprio una delle più eclatanti. A febbraio 2020 Mion, presidente della cassaforte Edizione che controlla Atlantia, parla con Giorgio Brunetti, professore emerito della Bocconi. «Mentre il management... che si era impossessato della loro testa... pensava di fare lui [...] ti ricordi, poi, Castellucci... allora diceva “facciamo noi"... e Gilberto (Benetton, scomparso il 22 ottobre del 2018, ndr) eccitato perché lui guadagnava e suo fratello di più... quando hanno acquistato quella roba era una roba che loro non potevano neanche governare». E ancora: «Il vero grande problema è che le manutenzioni le abbiamo fatte in calare, più passava il tempo e meno facevamo... così distribuivamo più utili... e Gilberto e tutta la famiglia erano contenti», dice il manager. Si tratta di parole ritenute «significative» dal gip, che ne ricava la «spregiudicata linea imprenditoriale improntata alla sistematica riduzione delle manutenzioni».Proprio ieri pomeriggio si è riunito il consiglio di amministrazione di Aspi per approvare i conti trimestrali che è terminato in tarda serata quando questo giornale era già andato in stampa. Sul tavolo del board, oltre ai conti, sarebbe stata prevista anche un'informativa sugli ultimi accadimenti e sullo stato dell'arte del confronto con il ministero dei Trasporti relativamente al piano economico finanziario (il cosiddetto Pef). Tra le altre cose, l'esecutivo deve decidere se Aspi dovrà mantenere gli standard di manutenzione precedenti al crollo del ponte Morandi, circa 280-300 milioni l'anno, oppure aumentare la capacità fino ai 7 miliardi previsti al 2038. Nel frattempo, Fincantieri nextech, società controllata da Fincantieri e attiva nei settori dell'informatica e dell'elettronica, ha firmato con Autostrade tech (società del gruppo Aspi), e Ibm, un accordo pluriennale per l'attivazione, la commercializzazione e la manutenzione congiunta di un sistema di nuova generazione per il monitoraggio e la sicurezza delle infrastrutture autostradali, che entrerà in esercizio sulla rete autostradale alla fine del mese. Si tratta di una piattaforma, basata sull'intelligenza artificiale di Ibm che si avvarrà, tra l'altro, dell'uso di droni per consentire la sorveglianza e il monitoraggio di oltre 4.500 opere presenti sulla rete autostradale. In un'intervista rilasciata ieri a Tgcom24 l'ad di Autostrade per l'Italia, Roberto Tomasi, ha sottolineato che così verranno aumentate ulteriormente «l'efficienza e la trasparenza dei controlli che vengono svolti da ispettori di qualificate società esterne». La piattaforma è stata sviluppata nel corso dell'ultimo anno, «nell'ambito del più generale piano di trasformazione della società che stiamo attuando, che contiene già i dati storici di tutti i controlli effettuati. Una volta a regime saranno circa 4500 le opere, tra ponti, cavalcavia e gallerie, a essere gestite dalla nuova piattaforma. Abbiamo inoltre coinvolto anche autorevoli istituti universitari e di ricerca», ha poi concluso il manager che dunque rivendica la svolta rispetto al passato.A partire dalla fine del 2018 Aspi ha attuato «una progressiva radicale ridefinizione» dei propri modelli di sorveglianza dell'infrastruttura autostradale, operando in tal senso in stretta condivisione con il Mit e con il coinvolgimento dei principali istituti universitari. E parallelamente ha «sostanzialmente raddoppiato» le spese di manutenzione a circa 400 milioni. Secondo i dati ufficiali di Autostrade per l'Italia, a fine 2020 l'importo supererà quota 650 milioni, mentre nel 2021 sono già state programmate spese di manutenzione per 640 milioni. La spesa media in manutenzione fino al 2018 oscillava tra 280 e 300 milioni. Gli asset maggiormente interessati dal nuovo approccio sono stati ponti e viadotti (182 milioni spesi nell'ultimo biennio), gallerie (203 milioni), pavimentazioni (261 milioni) e arredi funzionali alla sicurezza, come barriere e recinzioni (97 milioni). Sul fronte della sorveglianza, la spesa corrente è passata dai circa 15 milioni di euro degli anni fino al 2018 ai circa 30 del 2020, che aumenteranno negli anni successivi a seguito del completamento delle iniziative di assessment sulla totalità degli asset della rete.