2024-09-21
Ministro, ci risparmi la tassa sui disastri
Il ministro Nello Musumeci si è lasciato sfuggire la verità: «Prima o poi arriveremo all’obbligo di sottoscrivere una polizza contro i rischi naturali». Chi paga? Se toccherà ai proprietari degli immobili, già gravati da mille balzelli, sarà una «cura» alla Monti. Del ministro Nello Musumeci so poco. Avendolo incontrato una sola volta ad un convegno, e per di più parecchio tempo fa, non sono riuscito a farmi di lui un’opinione precisa. Tuttavia, chi lo conosce me lo descrive come un politico molto serio, poco incline al populismo. Sarà forse la propensione a dire le cose come stanno, senza girarci intorno, ad averlo spinto ieri a parlare di polizze obbligatorie sulla casa, contro i rischi di catastrofi ambientali. Il responsabile della Protezione civile ha partecipato ad un convegno dell’Ania, l’associazione delle imprese assicuratrici, e come era ovvio è intervenuto facendo cenno alle calamità naturali. Il discorso, infatti, non poteva che cadere lì, visto che mezza Emilia-Romagna è sott’acqua per la seconda volta in poco più di un anno. Da Ravenna a Rimini, gli abitanti non si erano ancora ripresi dopo le inondazioni di maggio 2023 che ecco un’altra esondazione, con altri danni, altre aziende messe fuori uso, migliaia di sfollati. Musumeci, commentando il disastro, si è però fatto sfuggire una frase che mi ha fatto letteralmente rizzare i capelli sulla testa. «Prima o poi», ha detto, «arriveremo all’obbligo di sottoscrivere una polizza contro i rischi naturali». Sì, proprio così: i ministro ha parlato di obbligo. La sua non è stata una frase pronunciata a caso, ma un annuncio accompagnato da apposita chiosa. «È finito il tempo in cui lo Stato poteva intervenire ed erogare risorse per tutti e per sempre. La prevenzione», ha aggiunto, «non può essere solo a carico delle istituzioni, ma di ciascun cittadino che deve essere consapevole e adeguare ogni iniziativa per ridurre l’esposizione del rischio propria e dei propri beni». Chiaro il concetto? Musumeci ha detto cose che a un primo ascolto possono sembrare ragionevoli: il nostro Paese è già straordinariamente indebitato e i soldi per aiutare tutti non ci sono. Se poi si considera che almeno una volta l’anno l’Italia è colpita da qualche disastro che, oltre ai morti, provoca danni per centinaia se non migliaia di milioni, pensare a una polizza che indennizzi le spese appare come un ragionamento di buon senso. C’è solo un piccolo problema in tutto ciò: chi paga? Perché se l’assicurazione è a carico di un’amministrazione pubblica (comune, provincia o regione, fate voi), non c’è problema. Ma se a dover pagare è il proprietario di casa, che l’abitazione sia in affitto o che venga usata come residenza principale, il risultato non cambia, ed è evidente che si tratta di una tassa in più a carico di chi ha messo da parte i propri risparmi per possedere un tetto sulla testa. Non so quanto possa costare una polizza contro i terremoti, le frane, le alluvioni, le trombe d’aria o altri rischi ambientali, ma conoscendo un po’ il mondo delle assicurazioni e calcolando che l’Italia è un Paese con problemi di dissesto idrogeologico, temo che non si tratti di due spicci. Del resto, sembra rendersene conto lo stesso Musumeci, il quale, parlando dell’obbligo di assicurarsi, ha detto di aspettarsi che «nelle prossime settimane e nei prossimi mesi si alzi una polemica per la nuova patrimoniale sulla proprietà immobiliare», aggiungendo però che «con il cambiamento climatico in atto serve un cambiamento culturale». Temo, purtroppo per lui, che se il cambiamento culturale significherà metter mano al portafogli, ad alzarsi non saranno le polemiche, ma una vera tempesta, perché siccome gli italiani sono il popolo che più ha investito nel mattone, la tassa contro le calamità naturali rischia di colpire tutti. Non soltanto i proprietari degli immobili, ma anche gli affittuari, i quali si vedranno alzare il canone a compensazione del nuovo balzello. Musumeci nel suo intervento dice che la nuova norma potrebbe essere introdotta nel disegno di legge che sta preparando per fissare i tempi per le ricostruzioni in caso di disastri. «Abbiamo previsto la necessità di sottoscrivere una polizza contro i rischi naturali e gradualmente arriveremo all’obbligo». Capisco le buone ragioni del ministro e comprendo che le casse pubbliche non consentano di indennizzare tutto, però mi permetto un consiglio non richiesto: lasci perdere. Gli italiani già pagano troppe tasse e la casa è la preda più ambita del Fisco, dunque non aggiunga altri prelievi. L’ultima volta che un tizio di nome Mario Monti ci provò, con l’Imu, finì male: per lui e per il mercato immobiliare, che a riprendersi impiegò anni. Chi invece non si è mai ripreso sono i conti pubblici, che sono andati sempre peggio.