2023-04-25
Se il ministero tace sulla pillola, acconsente
Tempi stretti all’Aifa per la ratifica della decisione che rende gratuito il farmaco anticoncezionale. Il cda ha tempo fino a fine giugno, prima del cambio dei vertici. Bloccare l’iter è arduo, ma un eventuale silenzio di Orazio Schillaci avallerebbe il blitz dell’agenzia.Sulla pillola anticoncezionale, la sveglia al governo, paradossalmente, la suona la capogruppo di Verdi e Sinistra italiana alla Camera. «La prossima settimana», spiega Luana Zanella, «il cda di Aifa sarà chiamato a ratificare la decisione di rendere gratuita per tutte le donne» il contraccettivo. «Ovvio che noi donne non ci aspettiamo alcuna retromarcia, non scherziamo». Cos’è che turba l’onorevole? Il fatto che «esponenti della destra» si siano «spinti a sostenere che l’iniziativa contrasta la crescita della natalità», mentre la maternità è «una scelta volontaria delle donne». Ma dietro la polemica della Zanella, c’è il timore che il verdetto definitivo dell’agenzia slitti al successivo vertice, previsto a maggio. A quel punto, si arriverebbe pericolosamente a ridosso dell’entrata in vigore della riforma dell’ente, con il conseguente azzeramento di tutte le strutture oggi operative e la loro sostituzione con organici più graditi al governo. La presidente del Comitato prezzi, Giovanna Scroccaro, aveva perciò rivendicato l’urgenza dell’intervento sulla pillola e sulla Prep, in zona cesarini, poco prima che scadesse il mandato dei membri e che l’Aifa cambiasse volto. Le tappe del percorso le ha fissate, un paio di settimane fa, il decreto attuativo che renderà realtà la riforma incardinata nel dl Nato-Calabria, di fine 2022. Quotidiano Sanità aveva visionato una bozza del provvedimento, pronto a essere bollinato e trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. L’intesa finale sarà raggiunta entro il 30 giugno. La novità più importante riguarda la soppressione della figura del direttore generale - l’ultimo, Nicola Magrini, voluto da Roberto Speranza, è stato già silurato da Orazio Schillaci, che così ha trasmesso un chiaro segnale di discontinuità. In sostanza, le funzioni di vertice verranno accentrate sul presidente (oggi Giorgio Palù), il quale sarà nominato dal dicastero, sentito il parere delle Regioni. Verrà anche rinnovato - ecco perché i tecnici hanno giocato d’anticipo - il consiglio d’amministrazione dell’agenzia. A costituirlo saranno quattro componenti, incaricati uno dal ministero della Salute, uno da quello dell’Economia e due dalla Conferenza Stato-Regioni. Date le premesse, ovvero, Giorgia Meloni premier e quasi tutte le Regioni in mano alla maggioranza che la sostiene, si profila, per il centrodestra, l’opportunità di mettere un’ipoteca sull’ente. È lo spoils system? È la politica, bellezza. Sono i metodi da sempre utilizzati dalla sinistra, che ostenta un monopolio sulla «competenza». La ciliegina sulla torta del processo dovrebbe essere l’accorpamento della Commissione consultiva tecnico-scientifica e del Comitato prezzi e rimborsi - quello che ha agito sulla pillola - in un’unica Commissione scientifica ed economica, composta da dieci membri: di diritto, il direttore tecnico-scientifico dell’Aifa e il presidente dell’Iss o un suo delegato; sei esperti indicati da lungotevere Ripa, uno dei quali in qualità di presidente; uno designato dal Mef; e uno dalla Conferenza Stato-Regioni. Si capisce bene, nell’ottica della dirigenza progressista dell’agenzia, il perché di un’incursione improvvisa. E si capisce per quale motivo, ora, la preoccupazione principale sia quella di ottenere il via libera al parere sulla pillola anticoncezionale nel prossimo cda. A tal proposito, torniamo a segnalare un problema di metodo, più che di merito. Garantire l’accesso gratuito a questo metodo contraccettivo può essere o meno condivisibile. Si può affermare che l’orientamento dell’Aifa sani una sperequazione, visto che in alcune Regioni il farmaco è già rimborsabile e in altre no; si può ricordare che il medicinale viene spesso prescritto per curare alcune patologie; e si può insistere sul fatto che la natalità da incrementare sia quella consapevole e pianificata. Ma è indubbio che, con mezzo governo impegnato a promuovere politiche familiari, peraltro, tutte ancora da disegnare, quello del Comitato prezzi dell’agenzia di via del Tritone abbia i caratteri del blitz politico, giunto in prossimità di una rivoluzione interna alla stessa Aifa. Ed è qui che la palla torna di nuovo all’esecutivo.Impedire la ratifica della decisione è complicato: i tecnici, comunque, sono autonomi. E ci mancherebbe altro. Ma se, oltre alle rimostranze di singoli rappresentanti del centrodestra, non arrivasse una presa di posizione netta del governo, il significato del silenzio sarebbe soltanto uno: Palazzo Chigi e il ministero di Schillaci, sotto sotto, avallano la decisione dell’Aifa. Si son fatti sorprendere, magari, ma o non hanno il coraggio di mettersi di traverso, o, addirittura, avrebbero lasciato che i tecnici di loro nomina seguissero lo stesso percorso. In fondo, non tutte le guerre si possono combattere. E quando il soldato «diritto» imbraccia le armi, è molto più comodo sventolare bandiera bianca.
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