2019-01-22
Mimmo Lucano farà l’immigrato a Bruxelles
La sinistra tradizionale zoppica e i «professionisti dell'accoglienza» hanno la chance di farsi eleggere alle europee: l'ex sindaco di Riace (indagato) lo ammette candidamente. Sotto la sua guida, sta prendendo corpo un vero e proprio partito dei clandestini.L'ex pm aveva chiesto disponibilità ai napoletani per ospitare gli stranieri. Ma chi l'ha data, ha ricevuto un invito al suo comizio: vuole un seggio all'Europarlamento.Lo speciale contiene due articoli.Qualche settimana fa, su queste pagine, Maurizio Belpietro ha tracciato l'identikit dei «professionisti dell'accoglienza», quei personaggi piccoli piccoli che hanno trasformato l'immigrazione di massa in un volano per le proprie ambizioni politiche. Per costoro, come per gran parte della sinistra italiana, gli immigrati rappresentano un capitale da spendere, una sorta di vessillo da sventolare nel tentativo di chiamare a raccolta qualche elettore intenerito dai pistolotti dei sedicenti «buoni». Dopo tutto, le elezioni europee si avvicinano con passo veloce, e in qualche modo una campagna elettorale bisognerà pure imbastirla. Come noto, il fronte progressista nostrano non gode di ottima salute. Mancano uomini ma soprattutto idee, specie nell'area che non si riconosce nel Partito democratico. Come si può fare, allora, per costruire un soggetto politico che sia in grado - almeno - di superare lo sbarramento del 4% imposto dalle regole Ue? Beh, le soluzioni non è che siano tantissime, anche perché sul fronte «sociale» le storiche battaglie di sinistra sono cannibalizzate dai sovranisti. Non resta, allora, che puntare sui presunti «diritti», non resta che aggrapparsi alle tanto amate minoranze e sperare di raccattare un po' di consenso tramite il piagnisteo. Dunque, ecco a voi il «partito dei clandestini», dove i clandestini sono ovviamente gli stranieri irregolari, ma pure i politici con un seguito ridotto al lumicino. Luigi De Magistris, per dire, anche se raffazzonasse un partitello difficilmente riuscirebbe a guadagnare un posticino in quel di Bruxelles. Ma, forse, entrando in una «cosa», in un contenitore più ampio (per quanto grottesco), potrebbe persino strappare un biglietto per l'Europarlamento. Ed è qui che entra in gioco un signore chiamato Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace attualmente indagato e impossibilitato a rientrare nel suo paesino per cause di forza maggiore. Il gip del Tribunale di Locri ha confermato il divieto di dimora a Riace per il fu primo cittadino, rigettando l'istanza di revoca presentata dai difensori di Lucano. Tuttavia, il nostro professionista dell'accoglienza continua a pontificare senza sosta, incassando il sostegno di vari esponenti della sinistra italiana. Tra questi c'è, appunto, De Magistris. Ma c'è pure Mario Oliverio, divenuto governatore della Calabria sotto le insegne del Pd. Lucano, nel suo consueto straparlare, ha detto di averlo incontrato: «Sono andato a trovarlo a San Giovanni in Fiore, il suo paese. Mi ha consigliato una sola cosa: che dobbiamo essere forti». Il prode Mimmo, intervistato dall'Agi, ha svelato anche qualche particolare riguardante il suo futuro. «Mi hanno fatto diventare, mio malgrado, un personaggio politico», ha detto. «Ho tanta gente che mi segue, potrei anche vincere se dovessi decidere di candidarmi alle prossime elezioni europee». Già, potrebbe essere lui il leader del «partito dei clandestini». Lucano ha spiegato che nei prossimi giorni incontrerà De Magistris «per ragionare su questa ipotesi che ripeto essere molto remota, perché non vorrei andare via e non so quale potrebbe essere il mio contributo». L'ipotesi è, appunto, quella di candidarsi alle europee. Magari gli mancheranno i voti, ma di certo potrà contare sul sostegno di una certa stampa. Basti pensare a come l'hanno celebrato, su Repubblica e altrove, firme illustri quali Roberto Saviano e Francesco Merlo. Nel frattempo, Lucano continua a costruire la sua immagine da perseguitato, da prigioniero politico. Il fatto che qualcuno glielo permetta è un'assurdità italianissima. Vale la pena di ricordare, infatti, che secondo il Tribunale del riesame di Reggio Calabria (che a metà ottobre gli ha imposto il divieto di dimora) «Lucano non può gestire la cosa pubblica né gestire denaro pubblico mai e in alcun modo. Egli è totalmente incapace di farlo e, in nome di principi umanitari e di diritti costituzionalmente garantiti, viola la legge con naturalezza e spregiudicatezza allarmanti».Per i giudici, il dolce Mimmo è «quantomeno afflitto da una sorta di delirio di onnipotenza e da una volontà pervicace e inarrestabile di mantenere quel sistema Riace rilucente all'esterno, ma davvero opaco e inverminato da mille illegalità al suo interno». Non sono parole leggerissime, alla faccia di chi vuol far credere che Lucano venga messo in croce per un paio di matrimoni combinati utili a far ottenere il permesso di soggiorno ad alcune clandestine (almeno una avrebbe voluto darla in moglie a un un uomo con problemi mentali, da lui definito «uno stupido»). Ma anche se Lucano non avesse commesso reati, il suo modello di accoglienza interamente basato sulla mammella pubblica sarebbe da considerarsi fallimentare. Eppure continuano a presentarlo come un eroe, continuano a offrirgli tribune. Vogliono persino trasformarlo in un leader. Si vede che il pagliaccio Baraldi aveva altri impegni. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/mimmo-lucano-fara-limmigrato-a-bruxelles-2626646676.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="de-magistris-usa-le-mail-benefiche-per-spedire-la-sua-propaganda" data-post-id="2626646676" data-published-at="1764168922" data-use-pagination="False"> De Magistris usa le mail benefiche per spedire la sua propaganda Non potendo aprire i porti, tenta almeno di riempire il teatro. Luigi de Magistris le sta provando tutte pur di accreditarsi a sinistra come l'unico vero antagonista del ministro Matteo Salvini in vista delle elezioni europee. Dopo aver promesso - un paio di settimane fa - di andare a recuperare personalmente i migranti della Sea Watch al largo di Malta, alla testa di una improbabile flottiglia di 500 imbarcazioni messe a disposizione dai privati, ora ha deciso di schierare l'intera amministrazione a favore delle politiche pro immigrazione e di farsi portavoce dell'asse trasversale dei professionisti dell'accoglienza, che va da Roberto Fico fino a Mimmo Lucano passando per il Pd. Come? Fissando un incontro, al Teatro Augusteo, nel salotto buono della città, con quelli che, per rispondere al suo appello sul sito istituzionale del Comune di Napoli, lasciarono i dati personali per organizzare la macchina dei soccorsi. Dati che Giggino ha utilizzato - come una qualsiasi società di telemarketing - per inviare a ciascuno una mail d'invito con tanto di richieste d'adesione e passaparola tra amici e parenti per incrementare il pubblico in sala. Gli interessati - è scritto nella lettera - potranno prenotarsi compilando un altro piccolo questionario che si trova sempre sul portale di Palazzo San Giacomo. Il sito del Comune, per l'occasione, è diventato più che lo strumento di comunicazione Web della macchina amministrativa cittadina, la Pravda personale del sindaco. Il megafono delle iniziative politiche di battaglia dell'ex pm. «Il sindaco di Napoli ha scambiato Palazzo San Giacomo per la sede di Dema (il suo movimento politico, ndr) e il sito del Comune per un blog personale», ha commentato non a caso il vicecoordinatore campano di Forza Italia, Severino Nappi. «Pubblicizzare una manifestazione politica sui migranti attraverso i canali istituzionali dell'ente, dà l'idea del suo senso delle istituzioni: sfruttamento politico e nessun interesse per i problemi reali della città. Questo signore, invece di rispondere ai tanti bisogni dei napoletani, continua a riempirsi la bocca di frasi di finto pietismo. La smetta», esorta Nappi, «di speculare sui drammi che si consumano nelle altre parti del mondo - per risolvere i quali non ha nessun potere e nessuna influenza - e per esempio pensi ai nostri bambini senza riscaldamento e senza refezione». Finora dovrebbero essere poco meno di 6.000 le mail inviate tramite posta elettronica, ma è probabile che il numero aumenterà nei prossimi giorni quando inizierà anche la fase di proselitismo social affidata al «braccio armato» di Insurgencia, centro sociale di fiducia di De Magistris. Con una città allo sbando, un'amministrazione pericolosamente sul filo del dissesto finanziario e una popolarità in picchiata, il sindaco può uscire dall'angolo solo provando ad alzare l'asticella dello scontro con Salvini, accusato - proprio nel giorno della notizia dell'ultimo naufragio in Libia - di commettere «crimini contro l'umanità». Un copione e un linguaggio già visti con l'ex premier Matteo Renzi al quale, travolto dall'euforia da campagna elettorale, il sindaco partenopeo consigliò di «cagarsi addosso» al pensiero di mettere piede a Napoli. De Magistris è al secondo mandato e non è ricandidabile. La sua unica chance è prendere il treno che passa per Bruxelles (dove, peraltro, è già stato tra il 2009 e il 2011 sotto le insegne di Italia dei Valori). Gli manca però il taxi: l'ex ministro greco Yanis Varoufakis, che pure in un primo momento aveva accettato di creare con lui una lista unica per le europee, ha fatto un passo indietro appena si è reso conto dell'inconsistenza elettorale di De Magistris. Stessa scelta pure da parte di Jean-Luc Mélenchon, il leader della sinistra francese che gli preferisce i giovani di Potere al popolo. Pure a costoro il sindaco partenopeo avrebbe chiesto di chiudere una specie di accordo. Nessuna risposta, per ora. È sempre più solo in mezzo all'oceano dell'incertezza.
Giornata cruciale per le relazioni economiche tra Italia e Arabia Saudita. Nel quadro del Forum Imprenditoriale Italia–Arabia Saudita, che oggi riunisce a Riyad istituzioni e imprese dei due Paesi, Cassa depositi e prestiti (Cdp), Simest e la Camera di commercio italo-araba (Jiacc) hanno firmato un Memorandum of Understanding volto a rafforzare la cooperazione industriale e commerciale con il mondo arabo. Contestualmente, Simest ha inaugurato la sua nuova antenna nella capitale saudita, alla presenza del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
L’accordo tra Cdp, Simest e Jiacc – sottoscritto alla presenza di Tajani e del ministro degli Investimenti saudita Khalid A. Al Falih – punta a costruire un canale stabile di collaborazione tra imprese italiane e aziende dei Paesi arabi, con particolare attenzione alle opportunità offerte dal mercato saudita. L’obiettivo è facilitare l’accesso delle aziende italiane ai mega-programmi legati alla Vision 2030 e promuovere partnership industriali e commerciali ad alto valore aggiunto.
Il Memorandum prevede iniziative congiunte in quattro aree chiave: business matching, attività di informazione e orientamento ai mercati arabi, eventi e missioni dedicate, e supporto ai processi di internazionalizzazione. «Questo accordo consolida l’impegno di Simest nel supportare l’espansione delle Pmi italiane in un’area strategica e in forte crescita», ha commentato il presidente di Simest, Vittorio De Pedys, sottolineando come la collaborazione con Cdp e Jiacc permetterà di offrire accompagnamento, informazione e strumenti finanziari mirati.
Parallelamente, sempre a Riyad, si è svolta la cerimonia di apertura del nuovo presidio SIMEST, inaugurato dal ministro Tajani insieme al presidente De Pedys e all’amministratore delegato Regina Corradini D’Arienzo. L’antenna nasce per fornire assistenza diretta alle imprese italiane impegnate nei percorsi di ingresso e consolidamento in uno dei mercati più dinamici al mondo, in un Medio Oriente considerato sempre più strategico per la crescita internazionale dell’Italia.
L’Arabia Saudita, al centro di una fase di profonda trasformazione economica, ospita già numerose aziende italiane attive in settori quali infrastrutture, automotive, trasporti sostenibili, edilizia, farmaceutico-medicale, alta tecnologia, agritech, cultura e sport. «L’apertura dell’antenna di Riyad rappresenta un passo decisivo nel rafforzamento della nostra presenza a fianco delle imprese italiane, con un’attenzione particolare alle Pmi», ha dichiarato Corradini D’Arienzo. Un presidio che, ha aggiunto, opererà in stretto coordinamento con la Farnesina, Cdp, Sace, Ice, la Camera di Commercio, Confindustria e l’Ambasciata italiana, con l’obiettivo di facilitare investimenti e cogliere le opportunità offerte dall’economia saudita, anche in settori in cui la filiera italiana sta affrontando difficoltà, come la moda.
Le due iniziative – il Memorandum e l’apertura dell’antenna – rafforzano dunque la presenza del Sistema Italia in una delle aree più strategiche del panorama globale, con l’ambizione di trasformare le opportunità della Vision 2030 in collaborazioni concrete per le imprese italiane.
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«Sono molto soddisfatta dell’approvazione all’unanimità in Parlamento del disegno di legge del governo che introduce il reato di femminicidio. È un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza sulle donne. Aggiungiamo uno strumento in più a quelli che avevamo già previsto».
Lo afferma in un video il premier Giorgia Meloni, commentando il via libera definitivo alla Camera del ddl sui femminicidi.
Il presidente del Consiglio ricorda poi gli altri interventi, che vanno dal «rafforzamento del Codice Rosso» al raddoppio delle risorse «per i centri antiviolenza e per le case rifugio».
«Sono passi concreti che ovviamente non bastano, ma dobbiamo continuare a fare ogni giorno di più per difendere la libertà e la dignità di ogni donna».