2025-01-11
Violenze in Duomo a Capodanno: la Procura indaga su cinque casi
Oltre alle donne belghe, un’italiana e una coppia inglese denunciano molestie collettive.Conta almeno cinque episodi di presunti abusi sessuali l’inchiesta sulla «taharrush gamea», frase araba che si traduce in «molestia collettiva», che ha trasformato piazza Duomo a Capodanno nella Molenbeek milanese, ricordando le violenze di due anni fa. Le testimonianze raccolte raccontano di un «muro umano» che si sarebbe presentato davanti alle vittime, capace di nascondere gli abusi anche agli occhi degli operatori delle forze dell’ordine presenti.A Liegi, Laura, una studentessa belga di 20 anni, è stata ascoltata dagli investigatori della squadra mobile di Milano. Era arrivata in piazza Duomo con cinque amici (tre ragazze e due ragazzi) per festeggiare il nuovo anno. Ma poco dopo la mezzanotte, vicino alla galleria Vittorio Emanuele, l’incubo ha preso forma. Circondata da un gruppo di oltre 30 nordafricani, sarebbe stata aggredita con le modalità da molestia collettiva.«Non dimenticherò mai quei momenti», ha detto la vittima, fornendo una descrizione precisa e dettagliata del luogo e della dinamica dell’aggressione: «Ero atterrita, sono stata travolta da un fiume di uomini». Alla studentessa è stata mostrata una mappa di piazza Duomo e lei è riuscita a indicare il punto esatto nel quale sarebbe stata accerchiata dai 30-40 uomini di origine nordafricana. Si tratterebbe «dell’imbuto», riferiscono gli inquirenti, all’inizio della Galleria Vittorio Emanuele. Dettaglio cruciale per l’acquisizione delle telecamere a riscontro del racconto. Le vittime, nonostante il trauma, trovano il coraggio di parlare. La giovane belga ha raccontato di essere stata salvata dai suoi amici, che l’hanno sottratta al gruppo aggressore. Gli investigatori della squadra mobile stanno lavorando alla realizzazione di un album fotografico sui presunti molestatori. L’album sarà poi mostrato a testimoni oculari e alle vittime per i riconoscimenti fotografici. Da quanto si apprende la tesi investigativa è che molti dei soggetti che avrebbero palpeggiato e molestato la ragazza belga ma anche un’italiana che ieri mattina si è presentata in questura intenzionata a presentare una querela, una sudamericana che ha parlato nell’immediato di molestie a chi era con lei, prima di dileguarsi senza poter essere identificata, una ragazza di Reggio Emilia e una coppia inglese che avrebbe conosciuto il gruppo belga poco prima della mezzanotte e che «si è presentata alla polizia (nel Regno Unito, ndr) e ha sporto denuncia (riporta la testata online francofona belga che aveva raccolto l’intervista della ragazza di Liegi, ndr)», siano gli stessi su cui si indaga per vilipendio nel fascicolo parallelo. Ovvero quello sugli stranieri di seconda generazione (alcuni dei quali sono stati espulsi) che nei video, pubblicati anche sui social e che hanno fatto il giro del Web, hanno insultato l’Italia e le forze dell’ordine. Le testimonianze, raccolte attraverso la collaborazione internazionale di Eurojust (ufficio con il quale ieri c’è stato un vertice con i pm milanesi da remoto), descrivono una piazza trasformata in una trappola. I video analizzati dagli inquirenti (le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pubblico ministero Alessia Menegazzo), mostrano movimenti che richiamano rituali arcaici di dominio, una modalità che fa del numero e della coordinazione un’arma per annullare ogni possibilità di difesa. Un movimento «ondulatorio» è stato definito da chi indaga quello del «muro umano» che avrebbe messo in atto la molestia collettiva, anche come forma di disprezzo verso le donne. Milano si è risvegliata stordita, con la sua immagine internazionale macchiata da gravi episodi che derivano dall’accoglienza incontrollata. Nonostante il sindaco, Beppe Sala, solo pochi giorni prima, spiegando le ragioni che l’hanno spinto a non organizzare il concerto di fine anno, aveva promesso che la piazza sarebbe stata super controllata.
Jose Mourinho (Getty Images)