2025-07-23
I Verdi già bocciano la «fase due» di Sala
Maurizio Lupi (Imagoeconomica)
Il primo cittadino attribuisce le deleghe sull’urbanistica alla sua vice Anna Scavuzzo: «A qualcuno dovevo darle, è una decisione temporanea». Gli ecologisti in consiglio comunale: «Così è peggio di prima». Fdi all’attacco. Carlo Nordio: «Giusto non dimettersi».«Ho un po’ l'impressione che le mie dimissioni non avrebbero fatto comodo a nessuno: né al centrosinistra, ma neanche al centrodestra»: difficile dar torto a Beppe Sala, in questo caso, considerato il caos che regna in entrambe le coalizioni per quel che riguarda la crisi che sta attraversando la giunta milanese. Nel centrodestra, ad esempio, c’è chi attacca a testa bassa e chi invece quasi difende Sala. Il capogruppo di Fdi alla Camera, Galeazzo Bignami non risparmia critiche violentissime a Sala e tira in ballo le indagini: «L’inchiesta milanese che sta travolgendo la giunta Sala», dichiara Bignami, «è soltanto l’ultimo esempio in ordine temporale della profonda crisi che sta investendo le amministrazioni a guida di sinistra. Viene così smentita la narrazione, alimentata da una stampa compiacente, di amministrazioni efficienti, illuminate e all’avanguardia. A Milano, ad esempio, l’inchiesta sta mostrando il volto di una città bloccata da scelte ambientaliste rigide e poco pragmatiche con periferie totalmente abbandonate e con un aumento significativo della criminalità. Non va meglio la situazione a Torino, altra amministrazione di sinistra, dove un’inchiesta che coinvolge il deputato Laos sta imbarazzando il Pd in città. Infine», aggiunge Bignami, «le Marche, dove il candidato alla presidenza della Regione, Matteo Ricci, non ha ancora dato una spiegazione sull’intreccio di affidamenti diretti, mancanze procedurali e utilizzo disinvolto di fondi pubblici quando era sindaco di Pesaro». Completamente opposto il commento di Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati: «Io conosco bene il sindaco Sala», sottolinea Lupi a Sky Tg24, «perché è stato il sindaco della mia città, l’amministratore di Expo e quindi di una cosa sono sicuro: la correttezza della sua azione per la persona che è. Tutta la contestazione che noi facciamo è di tipo politico». Lupi, bontà sua, ci fa anche sapere di non essere disponibile a candidarsi a sindaco (tanto mancano due anni, ne scorrerà di acqua nei navigli). Nel centrosinistra invece siamo alla più pura schizofrenia politica. Il Pd, nel giorno dell’affidamento delle deleghe sull’urbanistica alla vicesindaco Anna Scavuzzo, si abbandona alle supercazzole (risposta, argomentazione o spiegazione elusiva, inconcludente o fallace, cit. Treccani): «Riconosciamo che l’autonomia del sindaco è un valore», svolazza il segretario del Pd metropolitano di Milano Alessandro Capelli, «così come riteniamo fondamentale, nelle regole di ingaggio che ci siamo dati, un maggiore coinvolgimento dei partiti della coalizione e, soprattutto, segnali concreti di cambiamento su alcuni aspetti della città e di quei segnali di cambiamento che per noi sono necessari». Ha il merito di parlare chiaro, invece, il consigliere comunale di Europa Verde a Milano, Carlo Monguzzi: «La delega temporanea dell’urbanistica a Scavuzzo», sottolinea Monguzzi, «è un segnale opposto alla discontinuità. Come San Siro e tutto il resto. Scavuzzo è una ottima persona, ma non competente di urbanistica e in totale continuità con Sala. Il sindaco», attacca ancora Monguzzi, «è stato perentorio: vado avanti come prima, ridicolizzando coloro che si erano prodigati in parole vuote come discontinuità e cambio di passo. Sarà tutto come prima, probabilmente peggio di prima perché il sindaco farà tutto ancora più da solo». In realtà, politicamente parlando, le stesse parole con le quali Sala comunica ai giornalisti l’affidamento delle deleghe urbanistiche alla Scavuzzo sono quanto meno bizzarre: «Non voglio prendere una decisione con urgenza», spiega Sala, «che può portarci anche a fare riflessioni sbagliate nel breve, voglio pensarci. Nel frattempo attribuisco temporaneamente, sottolineo temporaneamente, alla vicesindaca Anna Scavuzzo le deleghe, perché le deleghe a qualcuno vanno date. È chiaro che non è la soluzione con la quale potremo lavorare perché manca ancora molto alla fine del mandato». «Attribuisco le deleghe alla vicesindaca perché le deleghe a qualcuno vanno date» è una frase che può entrare direttamente in vetta alla hit parade delle assurdità pronunciate dai politici: sarebbe stato estremamente più lineare se Sala avesse tenuto per sé le deleghe fino alla individuazione definitiva di un nuovo assessore. In serata arriva la chiosa del ministro della Giustizia Carlo Nordio: «Guai se un avviso di garanzia portasse a dimissioni». «È una porcheria», argomenta Nordio, «che si vengano ad apprendere notizie riservate e segrete dalla stampa. È accaduto anni fa a Berlusconi e ora è successo al sindaco Sala. Doveva dare le dimissioni? Per l’amore del cielo, guai se un avviso di garanzia portasse alle dimissioni perché altrimenti ci metteremmo davvero nelle mani della magistratura. Occorre una profondissima revisione del segreto istruttorio», aggiunge Nordio, «e bisogna accertare le responsabilità di chi diffonde queste notizie. La colpa non è mai del giornalista, che fa il suo mestiere, la colpa è di chi fa trapelare notizie riservate».
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