2022-12-22
Milano inferno delle auto (ora anche per i residenti)
Il primo cittadino con cuore green e conti in rosso studia di dare un solo pass gratuito per posteggiare alle 80.000 famiglie residenti. Chi ha più vetture, pagherà la sosta delle altre. In arrivo pure il raddoppio del dazio per Area C (a 10 euro) e quello nuovo per Area B.Una volta si chiamavano tasse, ora, a Milano, si chiamano transizione ecologica e siccome di transizione si tratta, da qualche parte deve transitare. Sala e compagni, con un guizzo di fantasia che neanche Walt Disney, hanno pensato di farle transitare dalle tasche dei milanesi.Secondo alcune indiscrezioni raccolte da due colleghi del Corriere della Sera Maurizio Giannattasio e Gianni Santucci, veniamo a sapere quanto segue. Siccome il Comune deve far quadrare i conti, sta pensando di - speriamo non sia vero, ma la mano non la metteremmo né sopra né sotto il fuoco, sicuri di bruciarla - aumentare il costo per l’ingresso nell’Area C (si parla di aumentarlo da 5 a 7,5 euro o raddoppiarlo direttamente a 10, per fare cifra pari); non consentire ai residenti con due posti auto di averli gratuiti ma di averne gratuito uno solo e l’altro a pagamento (è stato calcolato che i cittadini interessati sarebbero 80.000); inserire una tariffa per l’Area B. Ora, per quanto riguarda quest’ultimo provvedimento siamo particolarmente preoccupati perché l’alfabeto italiano è composto di ventuno lettere e a Milano siamo appena a due: ne mancano diciannove. Pensa te cosa si possono inventare.Ora, prima di commentare le singole proposte, pare a tutti chiara l’idea che ha, sulla transizione ecologica, il gruppo di amministratori guidati da Beppe Sala: portiamo i cittadini allo stremo, facciamogli fare una vita di merda, con la promessa che, se ci arriveranno vivi, respireranno meglio. Mors tua, transitio mea.Per quanto riguarda l’aumento del costo per l’ingresso nell’Area C, se uno entrasse trecento volte a Milano in un anno e la tariffa è 10 euro spenderebbe 3.000 euro, soldi che a un ricco fanno girare le balle mentre a un meno abbiente fanno girare il collo e gli spezzano la colonna vertebrale. Sostengono, sembra, che questo provvedimento sia «politicamente sostenibile» perché il centro di Milano è l’area urbana italiana meglio servita dai mezzi pubblici, quindi perché usare la macchina? Lasciamo da parte un attimo la questione della quale non siamo certi, ovvero quanto inquinano i mezzi pubblici a Milano, e lasciamo perdere anche il fatto che - come è noto - uno dei fattori fondamentali di inquinamento non sono le auto ma le caldaie (comprese quelle del Comune). Lasciamo perdere tutto questo. L’area urbana è la meglio servita dai mezzi pubblici, ma bisogna arrivarci all’area urbana. E mettiamo pure che tu ci arrivi, la macchina dove la parcheggi? In un parcheggio privato che ti costa 250-300 euro al mese? Certo, si dirà, ma c’è la possibilità di venire in bicicletta o col monopattino, magari da Corsico o, che so, dal quartiere San Siro. E d’inverno? Si mettono la sciarpa, così arrivano come Fantozzi quando, in viaggio verso Cortina, arrivò con la sciarpa perpendicolare al corpo, congelata? Ha proprio ragione Massimo Cacciari, che di sinistra se ne intende: una volta la sinistra radical chic si occupava dei cittadini della Ztl, ora si occupa dell’area pedonale, se continuano così prima o poi si occuperanno dei milanesi che figurano nelle classifiche pubblicate da Forbes.Passiamo ora alla questione dei pass per i residenti. Chi ha due macchine nella stessa famiglia, residente in città, per una sarà costretto a pagare come se stesse posteggiando sulle strisce blu. Gratis no: una macchina potrà essere lasciata in uno stallo con la striscia gialla, la seconda auto dovrà andare in quelli con striscia blu.Dicono di volerlo fare per questioni di equità, che vorrebbe dire far pagare di più a chi ha di più e far pagare meno a chi ha di meno. Allora ci dovrebbero spiegare perché uno che parte da Niguarda e deve recarsi negli ospedali San Carlo o San Paolo, se ci va in macchina, tutto intorno all’ospedale, trova le strisce blu. Alla faccia dell’equità. D’altra parte, altrimenti, ci metterebbe una vita perché se uno va all’ospedale, generalmente non ci va perché non sa come passare il tempo. Ci va o per motivi di salute personale o per andare a trovare un parente o un amico ricoverato. Difficile pensare che gli ospedali San Carlo e San Paolo siano meta di tutti i benestanti. Quindi l’equità, a proposito di transizione, è transitata direttamente nella tazza del cesso. Vedremo, se è vero, i criteri per i quali, dei due residenti, uno debba pagare. Perché se fosse un provvedimento per tutti, è matematicamente certo che sia iniquo.Ora passiamo alla questione della tariffa per l’Area B. Mettiamo che un ambulante, per entrare, abbia dovuto o debba cambiare il mezzo dopo due anni di Covid, cioè, sostanzialmente di guadagni ridotti a zero, e dopo la crisi energetica. E che, pur avendo cambiato il mezzo, ora gli facciamo pagare anche una bella tariffa. Questa si chiama «tecnica boxistica»: un bel pugno nello stomaco e, mentre il poveretto si piega dal dolore, un bel montante sotto il mento e stesura definitiva dello sfortunato. A questo corrisponderebbero i due provvedimenti: creazione dell’Area B (primo pugno), pagamento dell’Area B (secondo pugno). In gergo si chiama un uno-due: due pugni sferrati in rapida successione, uno dopo l’altro. È la tradizione dei monaci, passando dalle celle a richiamare i confratelli alla liturgia, suonare una campana o bussare alla porta della cella dicendo: «Memento mori», ovvero ricorda che devi morire. Questi provvedimenti potrebbero suonare un po’ allo stesso modo per i cittadini milanesi sotto il gran manto della transizione ecologica. Mors tua, transitio mea. Appunto.