2018-04-29
Milano ha paura, ma Sala fa spavento
Conosco Beppe Sala dai tempi dell'Expo e lo reputo un ottimo manager. Contro tutte le previsioni, alla fine è riuscito a portare a casa la manifestazione lombarda senza grandi incidenti, includendo negli incidenti anche i guai giudiziari che ne sono derivati. Tuttavia, pur riconoscendone le capacità e la determinazione, a volte mi chiedo perché si sia intestardito a voler fare il sindaco di Milano, un mestiere che non gli appartiene, e per di più con la sinistra, lui che ha nel sangue il centrodestra. Ricordo che ad Expo iniziato, quando già si aveva notizia delle lusinghe con cui Matteo Renzi cercava di ingaggiarlo e di salvare il Pd da una sicura sconfitta nel capoluogo lombardo, a bruciapelo gli chiesi: «Ma ti ci vedi con Majorino (assessore milanese molto vicino alla sinistra ultra), a difendere le ragioni degli immigrati?». Lui scosse la testa senza obiettare, ma poi mi confidò che il suo sogno era l'ente nazionale del turismo. Avendo avuto a che fare con centinaia di delegazioni di paesi esteri, organizzando visite per migliaia di persone, Sala si era reso conto di quali fossero le potenzialità turistiche del Paese e da manager intendeva mettere a frutto l'esperienza, utilizzando i contatti maturati quando era commissario dell'Expo.Purtroppo per noi, il desiderio non venne esaudito, perché, come dicevo, Renzi, temendo di perdere Roma e Torino, non poteva permettersi in alcun modo una sconfitta anche a Milano. Come sia riuscito a convincerlo ad accettare il ruolo di sindaco non lo so, so che da lì in poi per Sala sono cominciati i guai, che sono suoi ma soprattutto nostri, di abitanti di Milano. Intendiamoci, la città lombarda è la più internazionale e moderna d'Italia e anche la più efficiente. Ma il merito non è dell'attuale sindaco e neppure di Giuliano Pisapia, il compagno rosso-arancione che lo ha preceduto. Se la città ha più linee metropolitane di qualsiasi altro capoluogo italiano, se ha il primato nel recupero di aree dismesse, come Porta nuova e City Life, se può vantare alcune costruzioni che impreziosiscono i quartieri facendola apparire internazionale, questo lo si deve alle giunte di centrodestra, non certo alle imbarazzanti amministrazioni di sinistra. Pisapia e compagni hanno aperto i centri per l'immigrazione, investendo sulle mediazioni culturali, passaggio ritenuto obbligatorio per favorire l'integrazione. A che cosa abbia portato tanto buonismo lo misuriamo oggi, con i fatti di cronaca di questi giorni. Rapine, aggressioni, furti. I portici davanti alla stazione Centrale, porta di arrivo di qualsiasi visitatore, a maggior ragione ora che il treno ad alta velocità sta soppiantando l'aereo, sono stati trasformati in dormitorio. Non solo la notte, anche il giorno. Dove hanno sede le organizzazioni caritatevoli, tipo l'Opera francescana o il Pane quotidiano, la fila di persone in attesa di un pasto caldo si allunga per centinaia di metri tra piccioni, mercatini abusivi e degrado. I pensionati si mischiano agli immigrati nella ricerca di un aiuto, con la frustrazione di chi da italiano si sente abbandonato.E però, mentre accade tutto questo, mentre alcuni cosiddetti profughi accoltellano e uccidono a scopo di rapina, il povero Sala che fa? Sta in palestra. Occhio, non ce l'ho con l'attività fisica, che a una certa età serve a tonificare i muscoli consentendo anche a chi abbia superato i cinquant'anni di tenersi in forma. Ce l'ho con chi sta a Palazzo Marino e sembra convinto di essere in un centro fitness. Ieri il sindaco di Milano ha pubblicato una foto con gli attrezzi da palestra, forse per farci sapere che ne ha una in casa. Buon per lui. Per noi di meno buono c'è che l'altra sera due richiedenti asilo già fermati per rapina hanno accoltellato quattro persone, uccidendone una e ferendone gravemente un'altra. La scorribanda ha prodotto un misero bottino, pochi soldi e qualche cellulare. Tutto ciò mentre nello spazio adiacente la stazione ferroviaria erano già accaduti episodi gravi, con aggressioni a uomini delle forze dell'ordine. Oltre a essere un dormitorio, il piazzale è diventato ordinario luogo di spaccio, ma anche di transito di aspiranti martiri per la jihad.Vi chiedete che cosa c'entri Sala, che non è il questore ma solo il sindaco di Milano e dunque non è titolato ad occuparsi di ordine pubblico? Ecco, non c'entra proprio niente, nel senso che non ha alcuna percezione di dove stia andando la città che gli è stata affidata. Quando, tempo fa, le forze dell'ordine disposero una retata in stazione a seguito di un accoltellamento, il sindaco e il suo assessore all'accoglienza Pierfrancesco Majorino, quello con cui qualche anno fa l'attuale sindaco non si vedeva appaiato, protestarono, convinti che il modello Milano non contemplasse lo schieramento delle forze dell'ordine per fare pulizia. Di lì a poco Sala e i suoi compagni sfilarono per manifestare il loro favore all'integrazione e un'altra kermesse simile è attesa a giorni.Nel frattempo, mentre cioè due nord africani, due risorse secondo la sinistra, vanno in giro ad accoltellare le persone, Sala che fa? Partecipa a trasmissioni in cui si discute della sfida fra Inter e Juventus, rilasciando impegnate dichiarazioni in cui si augura che i nerazzurri riescano a far perdere lo scudetto alla squadra di Massimiliano Allegri. Ecco, anche noi siamo tifosi interisti e ci piacerebbe che Luciano Spalletti tornasse a vincere. Tuttavia, più che dei risultati del football se fossimo il sindaco ci preoccuperemmo di quelli che ogni giorno registrano le forze dell'ordine. Più che dedicarci a capire perché i nerazzurri perdano, ci daremmo da fare per comprendere come mai fuori da ogni supermercato vi sia un profugo con il cappello in mano. I gol di Mauro Icardi ci premono, ma ancor più ci interessa conoscere se ci sia un racket degli extracomunitari. Le organizzazioni, come si sa, cominciano con il chiedere l'elemosina e finiscono con occuparsi di altre attività illegali. Sala vuole continuare a occuparsi dei suoi addominali o della pancia della città? Ci piacerebbe sapere.