2023-11-16
Milano è un Far West di stupri e furti ma per Sala è un complotto dei media
Il sindaco risponde agli allarmi sulla sicurezza: «Campagna contro la città». E per provarlo mostra i numeri in calo degli omicidi volontari. Peccato che invece violenze sessuali, spaccio e rapine per strada dilaghino.Dalla sicurezza percepita alla sindrome complottista il passo è breve. Beppe Sala lo ha compiuto ieri, arrivando a sostenere che «c’è un’evidente campagna politico-mediatica contro Milano», città tranquillissima perché lo dicono i numeri. Quali? Il sindaco ha spiattellato su Instagram le statistiche relative agli omicidi volontari, che negli ultimi anni sono in calo. Già, Milano non è la messicana Tijuana, per fortuna. Ma i dati del ministero dell’Interno, relativi al 2022, dicono che è la città italiana con maggiore criminalità e che ha fatto segnare il record di scippi e rapine. Se poi i milanesi, prima di uscire di casa, devono gioire del fatto che ci sono pochissime probabilità che vengano ammazzati per strada come cani, allora va bene tutto. Anche le cifre in libertà di un sindaco sempre più criticato da cittadini che ormai, quando vedono arrivare un monopattino, stringono forte borse e zainetti. La voglia di autogol, ieri, è stata davvero incontenibile e forse aleggiava da giorni a Palazzo Marino, dopo alcuni articoli di giornale che raccontavano quello che succede ogni giorno nelle vie di Milano, anche ai vip. A metà mattina, dal profilo Instagram di Beppe Sala tracima la «contro-propaganda» in una serie di post. Il primo, su sfondo giallo, dice: «Lo ridico: la sicurezza è un diritto che va garantito. È un tema comune a tutte le grandi città». Misteriosa la sottolineatura in nero sotto il fondamentale concetto «Lo ridico». Forse alla prossima critica parte un «Adesso mi arrabbio» e poi «Vi caccio tutti» (dal Quadrilatero). Nei post seguenti arriva la concessione che, comunque «la questione non è meno importante per Milano», raffigurata con immagini da rendering immobiliari, e si arriva all’obiettivo di giornata: denunciare un complotto. Sala scrive che «C’è un’evidente campagna politico-mediatica contro Milano» e allega una serie di dati della Prefettura, dai quali risulta che il numero degli omicidi volontari consumati in città dal 1987 a oggi è più che dimezzato, tanto che quest’anno si spera di chiudere a quota otto. Sono notizie molto belle, ma le polemiche e le proteste riguardano la microcriminalità. E poi, anche volendo esagerare e mettersi a parlare di omicidi, sarebbe interessante capire quale sarebbe il merito di un’amministrazione comunale riguardo al fatto che un anno ci siano meno vittime, visto che spesso si tratta di crimini che maturano in ambito familiare. In ogni caso, in attesa che si indaghi anche sui positivi effetti di un eventuale calo delle bancarotte fraudolente e dei rapimenti a scopo di estorsione, il primo cittadino non ci vede chiaro e denuncia in terza persona: «Che ci sia una campagna politica e mediatica contro il sindaco ci sta. Ma chi per calcolo politico attacca Milano fa un danno ai tanti che grazie all’attrattività della città lavorano o comunque costruiscono le basi per la propria vita». Per sfortuna di Sala, appena un mese fa (il 9 ottobre), quei noti nemici di Milano che si annidano al Sole 24 Ore hanno pubblicato un articolo dal quale risulta che proprio il capoluogo lombardo «Si conferma maglia nera nell’Indice della criminalità, con 6.991 reati denunciati ogni 100.000 abitanti nel 2022 e denunce in crescita del 3,5%, anche nel primo semestre 2023 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». Il triste primato meneghino vede la città al quarto posto per le violenze sessuali (18,2 denunce ogni 100.000 abitanti) e un netto peggioramento per i reati predatori, quasi sempre in strada. E così, sempre secondo il quotidiano confindustriale, agli storici record per i furti con destrezza (1.030 ogni 100.000 abitanti) e negli esercizi commerciali, «Milano oggi affianca nuovi primati nel numero di rapine in pubblica via e nei furti con strappo che fino all’anno prima appartenevano ad altre province (rispettivamente Rimini e Napoli)». L’anno scorso, per esempio, le rapine per strada sono state 2.700, come nel lontano 2007. Lo sfogo via Instagram del sindaco del Pd non è ovviamente piaciuto alle opposizioni. Alessandro Verri, capogruppo della Lega in Consiglio comunale, rifiuta i complotti: «Gli attacchi nei confronti della città non sono un calcolo politico, ma la denuncia della realtà che evidentemente il sindaco non vive. Bene che i dati sugli omicidi siano in forte calo, ma la quotidianità dei milanesi è fatta di scippi, furti e violenze». Verri fa anche notare che se un mese fa Sala ha ingaggiato l’ex capo della Polizia Franco Gabrielli forse vuol dire che qualcosa non funziona. L’eurodeputata del Carroccio Silvia Sardone, oltre a ironizzare sul «sindaco influencer», ricorda i veri dati sulla sicurezza, «che sono anche sottostimati, visto che in tantissimi rinunciano a rivolgersi alle forze dell’ordine». In ogni caso, furti e rapine per strada sarebbero già 8.000 nel 2023, afferma Sardone. A spanne, fanno 25 persone aggredite e derubate al giorno. A loro Sala potrà rispondere quello che direbbe il mitico avvocato Messina di Rosario Fiorello: «Alzati e stai zitto, che poteva andare peggio: avrebbero potuto ammazzarti».
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