2023-05-15
Milan choc: ramanzina dagli ultras
Dopo la sconfitta a La Spezia i calciatori e mister Pioli costretti a sorbirsi lo sproloquio dei capi della tifoseria. La Figc apre un’inchiesta, ma i club devono iniziare a ribellarsi. La ramanzina. Ha fatto scalpore sabato pomeriggio il confronto dei giocatori del Milan (e dell’allenatore Stefano Pioli) con gli ultrà rossoneri al termine della partita persa contro lo Spezia. Il momento della squadra è difficile, domani a San Siro si gioca la stagione nella sempre possibile remuntada di Champions contro l’Inter. Oltre a recuperare Rafael Leao dovrà rispolverare grinta e spirito di appartenenza per tentare l’impresa. Il faccia a faccia con la Curva Sud allo stadio Picco viene infatti descritto dai protagonisti come un estemporaneo meeting motivazionale; lo stesso Pioli (in visibile imbarazzo nelle foto) alla fine ha commentato: «Ci hanno solo spronato e stimolato a dare il massimo». Tecnico e giocatori a testa bassa, catechizzati da un capo ultrà gesticolante, hanno dato (almeno per postura) un’impressione diversa alla procura federale che ha aperto un’indagine conoscitiva per verificare i contenuti del summit a cielo aperto. Il sospetto è che parole e atteggiamenti possano essere stati anche minacciosi, in questo caso in violazione del codice di giustizia sportiva; sono infatti vietate le «gogne pubbliche» alle quali purtroppo i calciatori si sottopongono in un periodo negativo per tentare di ammansire gli estremisti del tifo. Ad aggiungere pepe alla faccenda c’è l’identità del capopopolo che dalla balaustra della curva si è sporto verso Olivier Giroud, Sandro Tonali, Davide Calabria, Theo Hernandez e un Alexis Saelemaekers sinceramente esterrefatto per l’originalità di ciò che stava vivendo. L’autore dell’intemerata sarebbe Francesco Lucci, fratello di Luca Lucci (colpito tre volte da Daspo, condannato a sette anni per traffico di droga, che qualche anno fa finì in prima pagina per essersi fatto fotografare con Matteo Salvini allora ministro dell’Interno).La scena del Picco, che conferma un rapporto malato fra tifo e club (difficile cogliere dove finisce la passione e comincia la sudditanza), non riguarda ovviamente solo il Milan. Per una curiosa coincidenza, sempre allo stadio di La Spezia, dopo un’analoga sconfitta anche gli ultrà dell’Inter chiamarono la squadra per catechizzarla. E nessuno ha dimenticato qualche settimana fa l’aspra contestazione delle curve del Napoli alla squadra che stava vincendo lo scudetto; la pacificazione è stata sancita dalle foto fra Aurelio De Laurentiis e i capi ultrà, neanche fosse una riedizione degli accordi di Bretton Woods. Qualche anno fa, prima della lunga stagione d’oro, gli ultrà dell’Atalanta con in testa il famoso Bocia affrontavano la squadra all’allenamento di rifinitura catechizzando i giocatori nello stadio semideserto. Una commistione strana, da corto circuito, che dimostra ancora una volta quanto il calcio italiano sia arretrato nel gestire il rapporto con i tifosi potenzialmente più violenti. Un intrico di passioni e interessi difficile da districare e da comprendere: sarebbe impensabile vedere scene simili al Real Madrid e al Liverpool, dove pure le tifoserie hanno un peso specifico importante. Ben più facile da inquadrare la presenza massiccia della stessa Curva Sud ieri mattina a Milanello con fumogeni e cori, determinata a incitare i rossoneri nel cammino verso la partita della vita. «Perché ci crediamo», «Noi vogliamo questa vittoria», cantavano i tifosi davanti ai giocatori, a Pioli e a Paolo Maldini. La squadra ha risposto applaudendo i sostenitori. Domani sera a San Siro il clima sarà bollente: 75.000 spettatori con un incasso record di 12 milioni, questa volta nel forziere nerazzurro. Arbitra il francese Clement Turpin, che in carriera ha già fatto arrabbiare Milan, Inter e pure la Nazionale. Fischiò infatti (male) nel disastro mondiale contro la Macedonia.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.