2024-10-24
L’Ue vive su Marte o ci prende in giro: «Sui migranti si cambia... nel 2026»
Helena Dalli (Getty Images)
Mentre gli Stati membri vanno in ordine sparso davanti all’emergenza, il commissario per l’Uguaglianza, Helena Dalli, annuncia che il Patto verrà rivisto tra due anni. E assicura: «Siamo in contatto con i singoli Paesi».Non c’è modo di dare una svegliata all’Europa, basti dire che per rivedere il Patto sui migranti il commissario europeo per l’Uguaglianza, Helena Dalli, ha dichiarato che bisogna aspettare il 2026 per rivederlo nelle parti in cui non funziona. Io penso che a Bruxelles e a Strasburgo abbiano un senso del tempo che passa diversamente da quello della gente comune come noi. Altrimenti non si spiega - in questo casino generale in cui versa il fenomeno dell’immigrazione in Europa in praticamente tutti i Paesi dell’Unione europea - come si possa pensare di parlare di due anni - ripeto due anni - per affrontare un problema che andava risolto ieri e che (da almeno due anni indietro) vede l’Europa praticamente immobile. I Paesi più importanti vanno per i cazzi loro: la Germania chiude le frontiere e manda un po’ di migranti in Afghanistan mentre la Svezia li manda in Iraq (due Paesi noti per tolleranza, antirazzismo, libertà religiosa, libertà civili, rispetto della comunità Lgbtq, ecc. ecc.), in Spagna sparano e «caricano» barchini e barconi. Da anni a Ventimiglia trattano coloro che tentano di attraversare la frontiera come degli animali e li pigliano a bastonate nei boschi vicino a Ventimiglia e la signora Dalli così, come se vivesse su un altro pianeta, dice che «forse», «potremmo», «vediamo» se entro il 2026 riusciamo a capire cosa del Patto non funziona. Dalli oggi, e dalli domani, questa Europa ha definitivamente rotto i maroni e ce li ha rotti non per quello che non fa - perché che non faccia nulla lo sappiamo benissimo -, ma perché, oltre a non fare, ci piglia anche per i fondelli. Signora Helena, ma le pare che intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo sulla gestione delle immigrazioni nel nostro continente lei possa affermare che «stiamo lavorando a stretto contatto con ogni Stato membro per identificare esigenze e priorità e per le azioni a livello nazionale», e poi prosegue affermando qualcosa che ci meraviglia non abbia suscitato nei presenti la voglia di staccare le seggiole dove sono seduti e tirargliele direttamente là dove ella stava parlando. Ha infatti affermato: «Sappiamo che dobbiamo rimanere ambiziosi, anche nelle nostre tempistiche, andando avanti rapidamente, l’attuazione del Patto potrebbe aiutare altri Stati a gestire la migrazione già oggi, ecco perché la Commissione è pronta ad accelerare l’attuazione di alcuni elementi del Patto». Ma non capisce o finge di non capire? Ci è o ci fa? Ma si rende conto che parla di tempistiche riferendosi a due anni quando, volendo, e soprattutto potendo, ci sarebbe la possibilità di metter mano ad alcuni problemi irrisolti e risolvibili in tempi brevissimi? Alla signora Dalli non dice nulla il fatto che ogni Paese membro è costretto a inventarsi e mettere in pratica soluzioni autonome a causa della mancanza assoluta di interventi europei? Ad esempio: revisione del Trattato di Dublino, ripartizione dei migranti che arrivano sulle coste italiane nei Paesi europei, azione diplomatica per favorire accordi tra gli Stati europei e i Paesi nei quali i migranti vanno rimpatriati, gestione europea del recupero in mare di migranti provenienti dall’Africa e successiva destinazione in diversi Paesi europei per le pratiche di riconoscimento o no dello status di rifugiato e conseguente rimpatrio dei non aventi diritto. Potremmo continuare a elencare cose da fare che l’Europa non fa e la signora Helena Dalli ci viene a dire, bel bella, che è in contatto con gli Stati membri per capire quali sono i punti critici? Non l’ha ancora capito? Non legge un po’ di quotidiani e di periodici anche attraverso le rassegne stampa europee? Non ha a sua disposizione un numero sufficiente di burocrati che le preparino in 24 ore, e non in due anni, un elenco dei problemi da risolvere nei diversi Paesi europei a livello comunitario? Vuole che glielo mandiamo noi? Visto il livello di arretratezza nel quale sembra muoversi la signora Dalli forse vuole che le mandiamo un fax? Lo diciamo perché, visto che ha ancora bisogno di capire quali sono i problemi sull’immigrazione nei Paesi europei, ci viene il dubbio che non frequenti Internet e in generale il mondo del web. Io ho provato a mettermi un attimo nei panni della signora Helena Dalli e di essere relatore nell’aula di Strasburgo. Mi sarei vergognato come un cane, mi sarei scavato una fossa all’interno dell’aula e mi ci sarei nascosto dentro dopo un discorso del genere, semplicemente perché un discorso del genere o è un testo comico o è una presa per il culo oltre che essere oltraggioso per l’intelligenza dei destinatari. È vero che siamo abituati a tutto, è vero che dall’Europa non ci aspettiamo nulla, è vero che quando si pronuncia l’Europa ci cominciano a tremare le gambe dalla paura di quel che diranno. È vero tutto questo, ma la Dalli ci ha dato dentro a tutt’andare, ha superato il limite. Vediamo le prossime mosse, forse di peggio la Dalli non può dire, ma è pur vero che al peggio non c’è mai fine. Dalli, datti una mossa.
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