2025-01-03
Incredibile Emiliano. Esposto sulla Puglia: «Il bilancio regionale contiene falsi»
Michele Emiliano (Imagoeconomica)
Il governatore ha denunciato ai pm la presenza nel «suo» testo di un emendamento prima bocciato e poi reinserito dopo il voto.Il vulcanico Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano non delude mai le aspettative: ieri si è reso protagonista di un episodio clamoroso, rivelato dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Emiliano ha presentato un esposto in Procura nel quale denuncia che la legge di bilancio approvata lo scorso 18 dicembre dal Consiglio regionale e promulgata da lui stesso (il governatore è anche consigliere regionale) contiene un falso: «Il testo finale della legge di stabilità 2025, effettivamente approvato dalla maggioranza assoluta dei consiglieri in carica», scrive Emiliano in una lettera indirizzata al procuratore della Repubblica di Bari, Roberto Rossi, «non comprendeva l’articolo 242 (corrispondente all’emendamento 111 presentato dalla consigliera Laricchia) perché l’emendamento che lo conteneva era stato dichiarato respinto nel corso della votazione sui singoli emendamenti. La correzione postuma della proclamazione del risultato della votazione sull’emendamento 111 che l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha successivamente disposto», scrive ancora Emiliano, «non è idonea a sanare il vizio procedurale consistente nel fatto che il testo della legge di stabilità votato e definitivamente approvato dall’assemblea il 18 dicembre scorso con i 26 voti favorevoli, non conteneva l’articolo 242».L’emendamento in questione, presentato dalla consigliera regionale del M5s Antonella Laricchia riguarda i criteri delle nomine di competenza della giunta, che ora dovranno avere anche il parere (non vincolante) del consiglio. Il pasticcio deriva dal fatto che nel corso della seduta dello scorso 18 dicembre, l’emendamento presentato dalla Laricchia ha ottenuto 24 voti a favore, compresi quelli del centrodestra e di alcuni esponenti della maggioranza che sostiene Emiliano, e 20 contrari, ed è stato dichiarato bocciato, con la motivazione che per il via libera fosse necessaria la maggioranza assoluta dell’assemblea, ovvero 26 voti a favore. L’ufficio di presidenza del Consiglio regionale ha poi accolto i rilievi della Laricchia, che ha fatto presente che la maggioranza assoluta è richiesta solo per il voto sulla intera legge, e ha successivamente inserito la norma nel testo, poi promulgato dallo stesso Emiliano, che si è rivolto alla Procura. Dietro questo bizzarro episodio però si cela una questione tutta politica: la presidente del Consiglio regionale che ha dato il via libera postumo all’emendamento-Laricchia, infatti, è Loredana Capone, esponente del Pd e fedelissima di Elly Schlein, che l’ha voluta vicepresidente nazionale del partito insieme alla deputata piemontese Chiara Gribaudo. Emiliano, che alle primarie aveva sostenuto Bonaccini, è invece inviso a Elly e al suo cerchietto tragico. La reazione della Capone all’esposto di Emiliano è assai stizzita: «Abbiamo rispettato il voto dell’aula», commenta la Capone, come riporta l’Ansa, «che è sovrano in democrazia. Sono donna delle istituzioni e questi principi sono cardine della mia azione quotidiana. L’Ufficio di Presidenza ha doverosamente preso atto dell’errore formale che c’era stato in Consiglio regionale quando la proposta di legge della consigliera Laricchia era stata respinta nonostante avesse ottenuto la maggioranza dei voti necessari». Il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio Zullo, consigliere regionale in Puglia dal 2005 al 2022, affida alla Verità il suo parere da espertissimo della materia: «Ho votato 16 leggi di bilancio come consigliere regionale della Puglia», dice Zullo, «e sugli emendamenti non è mai stata richiesta la maggioranza assoluta. L’emendamento è stato inserito nel testo correttamente, basta osservare il video della seduta per verificare il nervosismo di Emiliano al momento della votazione, che ha visto il sì anche di esponenti della sua maggioranza. Piuttosto, la sua reazione mi sembra avere una motivazione più importante». Quale? «Emiliano», riflette Zullo, «vuole candidarsi di nuovo nel 2025, e sta aspettando cosa succede con la legge regionale approvata in Campania che prevede la possibilità di Vincenzo De Luca di correre per il terzo mandato. Emiliano si trova esattamente nella stessa situazione, e non a caso quando gli chiedono del suo futuro è sempre sibillino. Proprio la sera del 18 dicembre in consiglio, per esempio, ha detto: “Non è escluso che questo sia il mio ultimo bilancio”. Ci sono tanti altri esempi di dichiarazioni di questo tenore». Ma il candidato alle regionali del centrosinistra non è già stato individuato in Antonio Decaro? «Conosco bene Emiliano», sorride Zullo, «e vi assicuro che per lui esiste solo lui. Vedrete che se ne avrà la possibilità farà di tutto per ricandidarsi. Emiliano in politica è capace di tutto, anche di comportarsi bene».Abbiamo interpellato anche Antonella Laricchia: «Il mio emendamento», dice alla Verità la consigliera regionale, «prevede che le nomine di competenza del presidente della Regione passino comunque al vaglio del Consiglio, L’assemblea, pur non esprimendo un parere vincolante, potrà così discutere delle competenze dei nominati. Si prevedono bandi pubblici e anche la possibilità che 100 cittadini possano proporre una personalità per un certo ruolo. Emiliano ha moltiplicato scientificamente le poltrone», aggiunge la Laricchia, «ad esempio introducendo i cda al posto degli amministratori unici in tante aziende della regione. Se pensa al terzo mandato? Forse sì, ma è vero pure che attraverso le nomine che farà in questa ultima parte di legislatura potrà comunque avere un peso nella gestione futura della Regione».
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