2020-07-07
Mezzo Pd all’attacco dei dl Salvini ma la maggioranza resta spaccata
Il sindaco grillino di Porto Empedocle: «Basta fare i radical chic, qui è un disastro».Tra tante interpretazioni soggettive e opinabili, c'è un dato oggettivo e indiscutibile, che viene dal «cruscotto» del Viminale, cioè dalla sintesi statistica sull'immigrazione elaborata dal ministero dell'Interno. Dal primo gennaio al 6 luglio 2019 (gestione Salvini-Conte uno), sbarcarono appena 2.985 migranti; invece, dal primo gennaio al 6 luglio 2020 (gestione Lamorgese-Conte due), nonostante lo stop imposto dall'emergenza Covid, ne sono sbarcati ben 7.368, molti più del doppio. E siamo solo all'inizio dell'estate. Non c'è dubbio che il peggio stia per arrivare ora, anche in considerazione dell'elemento psicologico giocato dalla sanatoria varata dai giallorossi, che pur non avendo un effetto giuridico diretto su chi sbarca oggi, dà comunque un segnale del tipo: «Venite, prima o poi un condono ci sarà anche per voi». Eppure nel Pd c'è chi non si accontenta. Matteo Orfini, già presidente del Pd, un anno fa alla testa della delegazione che salì sulla barca di Carola Rackete, non si dà pace, e chiede al suo partito una svolta ancora più netta, andando all'assalto dei decreti Salvini. Intervistato dal Dubbio, Orfini ha usato parole di fuoco: «So esattamente chi sono il premier Conte e i 5 stelle, che quei decreti hanno scritto e approvato: il primo non è mai stato né sarà un punto di riferimento per i progressisti e non ho mai considerato i grillini di centrosinistra. Dal mio partito, invece, mi aspetto molto più coraggio. Discontinuità non ne sto vedendo: di abrogazione dei decreti sicurezza non si parla più, e non ci sono passi avanti sullo ius soli».La verità è che la coalizione giallorossa vive su questa materia un triplice imbarazzo. Il primo ha a che fare con l'impopolarità di un'abrogazione secca o di una modifica troppo radicale dei provvedimenti voluti da Salvini, eventualità che esporrebbe la maggioranza a una prevedibile ondata referendaria. Il secondo fattore di imbarazzo è legato all'emergenza sanitaria. Indipendentemente dalle opinioni in materia di immigrazione, la stragrande maggioranza degli italiani teme che possa esserci un ritorno del virus dall'estero. E i barconi non sono certo immuni da questo rischio. Il terzo motivo di disagio ha a che fare con gli amministratori locali, anche di centrosinistra, che non condividono affatto la faciloneria nell'accoglienza predicata dal Nazareno. La leader della protesta è proprio una fascia tricolore grillina, il sindaco M5s di Porto Empedocle Ida Carmina, che da trentasei ore sta sparando a palle incatenate contro Conte, la Lamorgese e i giallorossi in generale: «Invece di fare i radical chic da Roma, seduti sui loro comodi scranni, vengano qui a capire e a vedere la situazione disastrosa», ha detto all'Adnkronos. Sono dunque questi tre fattori, sommati alla ormai endemica tendenza alla non decisione, a indurre i grillini e buona parte del Pd a temporeggiare, e al limite ad attestarsi sulla linea di microinterventi, quelli indirettamente indicati dal Quirinale quando, pur firmando i provvedimenti (particolare spesso sottovalutato dai pasdaran anti Salvini), evocò alcuni punti a suo avviso delicati, dall'entità delle multe alle Ong (peraltro altissime anche nella Spagna governata dalla sinistra, e alzate in Italia per volontà del Parlamento) al dovere di salvare vite umane (che ovviamente nessuno ha mai messo in discussione). Se la sentirà Giuseppe Conte, mentre i social sono invasi della sua vecchia foto insieme al leader leghista mentre entrambi tengono un cartello con l'eloquente scritta «#decretoSalvini, sicurezza e immigrazione», di smentirsi così clamorosamente?Intanto, altra grana per la maggioranza. Oggi arriva a Palazzo Madama il provvedimento per rifinanziare le missioni internazionali, e una parte dei giallorossi (inclusi diversi senatori Pd e M5s) chiederà il voto per parti separate contro le intese con la guardia costiera libica.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.