
Abbandonati i lavoratori, i progressisti puntano a proporsi come difensori dei «deboli» dalla pandemia. Trasformata in una «guerra», nella quale ogni bugia è giustificabile.ll metodo ormai è chiaro, se non altro: quello che bisogna fare lo decide qualcuno e qualsiasi obiezione, sia essa assurda, temeraria, esagerata o profondamente fondata su dati di fatto, opinioni di esperti o ipotesi plausibili, viene ignorata. È il metodo del dottore di una volta che ti curava gli orecchioni senza spiegarti niente, ti mentiva e ti diceva le cose un pezzo alla volta se no il paziente si comporta da scapestrato. Abbiamo ormai accettato il pensiero controfattuale anche senza arrivare ai vertici delle «nonne fragili in terapia intensiva fortunatamente vaccinate» di Gianni Riotta; più semplicemente abbiamo accettato la sovrapposizione dello schema bellico a un virus influenzale. Però, una volta giunti al muro di cinta della pandemia rappresentato dallo scenario del richiamo vaccinale semestrale perpetuo, non è più possibile pensare che non vi sia chi questo scenario lo ritenga un insperato dono del cielo. E chi mai potrebbe ritenere la medicalizzazione perpetua della società una cosa positiva? Recentemente è uscito un sondaggio che mostra come il Pd sia il partito dei non lavoratori: il suo elettorato pare sia composto per la maggior parte da studenti e da pensionati, cioè da coloro che non devono affrontare la lotta quotidiana con le intemperie, le avversità e lo Stato; i primi perché non sanno ancora cosa siano, i secondi perché non vogliono giustamente ricordarselo. La Sinistra politica, in Italia ma non solo, dopo un primo momento in cui scattò il riflesso pavloviano della destra cattiva che discrimina i malati, momento che possiamo definire come «fase abbraccia un cinese», si è subito riassestata su di un terreno per lei estremamente agevole: il difensore dei deboli. E chi è più debole di una persona sottoposta a un pericolosissimo contagio? Di cosa avrà bisogno innanzitutto questa persona, anziana, impaurita, giustamente spaesata, se non di un'autorità etica e scientifica a cui affidare la propria vita, a cui delegare la propria quotidianità pur di sentirsi al sicuro? Ecco perché le solari obiezioni di Agamben e Cacciari vengono liquidate da Pier Luigi Bersani come «eccessi di riflessione di persone troppo intelligenti». Perché il paziente eterno, l'eterno fragile, il perpetuo possessore di green pass, il continuamente richiamabile per la nuova dose di vaccino, segue le indicazioni dell'autorità, non va in piazza, accetta la sperimentazione, accetta gli eventi avversi, non fa storie sul lavoro (soprattutto se non lavora più o non lavora ancora) e condivide la fede nella divinità scientifica sperando che il Grande male passi. Questa però è solo la faccia visibile della luna. C'è una parte in ombra della luna, quella in cui risiede il Cts, il ministero della Salute, la cabina di regia, il ministero dell'Interno, una parte quasi completamente controllata dalla sinistra, che vede finalmente una nuova ed efficace istanza politica da rappresentare. Finito il lavoro, frantumato nella precarietà benedetta dai sindacati, messa tra parentesi l'emergenza del «nuovo proletariato» rappresentato dai migranti, messa in pausa la grande e fondamentale offensiva sui «nuovi diritti», ci sono i «nuovi fragili» da proteggere e questi sono veramente tanti e veramente egualitari: tutti coloro che possono essere contagiati da un virus che non passa mai. E così ci si riassetta, si cambia il lessico politico, le priorità non sono più «il Mes» o «i diritti acquisiti» o «lo spread» - sembrano passati secoli - e tutto converge verso l'unica grande emergenza bellica. Solo che, a differenza della guerra quando una sconfitta costava la testa a un generale o addirittura la perdita di sacro suolo della patria o finanche la defenestrazioni di governi per vedere di contrattare un armistizio alla svelta, con il Covid non perde mai nessuno, non sbaglia mai nessuno, perché il virus è un nemico troppo imbattibile che al massimo si può arginare sperando, con distanziamento, mascherine e tanti tanti vaccini, di placare finché se ne va e chi eccepisce è un disfattista, un no vax e uno che non conosce la Scienza. Se in più lo Stato ospedale viene governato da un capo autorevole che da ex banchiere si occupa dei conti e lascia ai partiti le nomine e il potere piccolo ma grasso, allora si capisce come uno scenario così non sia proprio da buttar via.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 novembre con Carlo Cambi
Sigfrido Ranucci (Ansa)
«Report» diventa un boomerang per il Pd. Stanzione, area dem: «Siamo indipendenti».
Per il momento Report non tornerà sulle attività del Garante della privacy. Ieri il conduttore della trasmissione, Sigfrido Ranucci, ha dichiarato che quella di domenica prossima sarà «una puntata molto delicata che riguarderà un caso di traffico di armi». Ranucci ha definito la vicenda del Garante della privacy «una delle pagine più brutte della democrazia degli ultimi anni», sostenendo poi che «non è vero che noi abbiamo fatto questa inchiesta in seguito alla sentenza». «Erano due anni che stavamo dietro al Garante», ha detto Ranucci.
Alberto Bertone (Imagoeconomica)
Morto a 59 anni l’imprenditore che fondò Sant’Anna nel 1996 e portò il gruppo in vetta.
«Ci siamo innamorati del paesaggio e della vallata e abbiamo pensato di portare sulle tavole delle famiglie l’acqua che sgorga qua». Così annunciò il «miracolo Sant’Anna» Alberto Bertone« scomparso ieri, che con questo spirito visionario fondò nel 1996 in valle Stura, nelle Alpi Marittime, e nello stabilimento di Vinadio, Acqua Sant’Anna, l’azienda diventata un punto di riferimento nel settore con 350 milioni di euro di fatturato, circa 2 miliardi di bottiglie l’anno e una quota di mercato del 13-14%, restando sempre al 100% italiana e a controllo familiare (famiglia Bertone al 57,5%).
Roberto Burioni, Matteo Bassetti, Massimo Galli (Imagoeconomica)
Riguardo pandemia, Russia e ambiente le mistificazioni sulle nostre reti in questi anni hanno superato quelle dei britannici. Però nessuno ha chiesto scusa per aver messo sul piedistallo i vari Massimo Galli e Roberto Burioni. Anzi, ora oscurano il dietrofront di Bill Gates sul clima Il Garante della Privacy non si dimette. E l’Ue fa un altro passo per controllare l’informazione.
No, la Rai non è la Bbc. E neppure le altre reti tv. Ma forse sono peggio. I vertici della tv inglese si sono dimessi per aver diffuso notizie infondate e di parte, sia su Trump che su Hamas e pure sul gender. In un caso addirittura i cronisti hanno manipolato i discorsi del presidente americano. Ma non è che in Italia, quando c’è da accreditare una tesi che non ha corrispondenza con la realtà, ci vadano poi molto più leggeri. È sufficiente pensare al periodo del Covid: quante balle abbiamo sentito in televisione, ribadite con sicumera non soltanto da presunti esperti, ma anche da illustri colleghi? Qualcuno di loro si è dimesso?






