
La società dei semiconduttori ha chiuso il secondo trimestre con una perdita di 97 milioni. Lite Italia-Francia sul ceo. I guai per Stm sono come gli esami: non finiscono mai. Non bastava lo scontro sulla governance fra i grandi azionisti (i governi di Italia e Francia). Ora si è aggiunta la crisi dell’auto (principale acquirente dei suoi chip). Dopo mesi in altalena, Stmicroelectronics è scivolata in un buco nero. Il crollo del titolo in Borsa è stato rovinoso: -16,63% a 22,48 euro. Cadute di queste dimensioni in un solo giorno a Piazza Affari sono davvero rare. Ad aprire il baratro sono stati i dati del bilancio. I ricavi del secondo trimestre si sono fermati a 2,77 miliardi (-14% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). La caduta della domanda auto ha fatto calare del 33% il margine lordo del gruppo. I conti, dopo un decennio sempre in positivo, sono tornati in rosso con una perdita di 97 milioni. Jean-Marc Chery, presidente e amministratore delegato, ha gettato acqua sul fuoco, ma le sue parole non sono riuscite a placare l’onda d'urto che ha travolto il titolo. «I ricavi netti del secondo trimestre sono stati superiori al punto intermedio delle nostre previsioni, grazie alla performance di Personal Electronics e Industrial», ha dichiarato, cercando di rassicurare i mercati. Ma c’è poco da tranquillizzare. In realtà il vero problema del gruppo è la paralisi della governance. I francesi hanno messo il veto sulla nomina di Marcello Sala che, alla fine è stato dirottato su Nexi. Gli italiani non l’hanno presa bene. Il conflitto è destinato a salire di tono perché Chery ha annunciato il taglio di cinquemila posti nei prossimi tre anni. Si tratta del 10% circa dell’intero organico di 50.000 addetti. Già questo è un problema. Diventa una matassa inestricabile al momento di decidere in quali stabilimenti intervenire: in Italia o in Francia? Un quesito che sta paralizzando il gruppo. Senza contare la lite sull’amministratore delegato. Il governo italiano, rappresentato dalla Cdp vorrebbe il cambio della guardia e l’uscita di Chery. I francesi fanno muro.In un contesto che, a dir poco, sembra segnato dall'incertezza, il commento ai conti rilasciato dall’amministratore delegato suona come una speranza vana. Infatti, ha previsto una crescita dei ricavi nel quarto trimestre, ma ha anche avvertito che «il margine lordo dipenderà dal livello dei ricavi e dai cambi». Un altro modo per dire che la visibilità è talmente limitata che ogni previsione rischia di sfociare in una scommessa. Il mercato, da parte sua, ha già sentenziato: l’industria dell’auto ha messo in ginocchio Stm.Se il quarto trimestre non riuscirà a invertire la rotta, allora sarà il mercato a decidere quale futuro riservare a una società che, oggi, sembra aver perso la bussola. Il crollo in Borsa, con i numeri in rosso, è il triste sigillo di una realtà che ormai non può più essere ignorata.
Giorgia Meloni (Getty images)
Premier durissimo: «Ennesimo, intollerabile atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del governo e del Parlamento». Poi l’irrisione: «Sembra ignorino l’esistenza dei computer». Matteo Salvini: «Scelta politica, un grave danno per il Paese. Ma andiamo avanti».
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Anss
La magistratura contabile non dà il visto di legittimità alla delibera del Cipess che ha fatto partire i cantieri sullo Stretto. Il premier: «I giudici ignorano l’esistenza dei pc, non ci fermeranno».






