2023-02-09
Nel Nord Europa i mercati rallentano. Pesa la crisi del settore immobiliare
Dall’inizio dell’anno le Borse di Finlandia, Svezia, Norvegia e Danimarca sono cresciute in media del 4%, contro l’8% del resto dell’Ue. Mattone in difficoltà. Novo nordisk punta sui farmaci anti obesità.Per le Borse dei Paesi nordici il 2023 è iniziato bene (+4%). Anche se con un rialzo più moderato di quello dell’indice generale Msci Europe (+8%), dove nell’ultimo decennio la sovra performance dei nordici (Danimarca, Norvegia, Finlandia e Svezia) è stata impressionate, con un rendimento medio annuo quasi doppio (+8%).«Questo è stato giustificato dall’andamento molto positivo di queste economie, che rappresentano una delle parti più ricche del pianeta», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf, «dove gli abitanti possono godere di alcuni dei più alti standard di vita a causa di divari salariali relativamente ridotti, un altissimo tasso di occupazione, imposizione molto elevata ma combinata con istruzione e sicurezza sociale accessibili», spiega, «Qualcosa si sta incrinando, però, a livello di pace sociale con un crescente aumento dei casi di criminalità. Oltre alle preoccupazioni in questa area per quanto sta accadendo in Ucraina, tanto che Svezia e Finlandia hanno chiesto di aderire alla Nato», conclude.In più, il mercato immobiliare nordeuropeo, che aveva visto rialzi strepitosi negli anni passati, sta ora vedendo un brusco atterraggio con un forte calo, anche perché il prezzo dei mutui balzato alle stelle ha fatto cambiare direzione ai prezzi. Da novembre 2022 si è assistito infatti a un calo del 13% dei prezzi delle case rispetto al picco di febbraio dello scorso anno. Una discesa così in Svezia non si era mai vista, anche perché le case venivano considerate qualcosa per cui il prezzo «può solo salire». Nordea bank, tra l’altro, stima un calo del 20% dei prezzi delle case dal picco al minimo.A ogni modo, fra i titoli quotati nelle Borse scandinave, quello con maggiore capitalizzazione resta Novo nordisk che vale quasi il 20% dell’indice Msci nordic e oltre il 50% della Borsa danese. È una multinazionale specializzata nella cura del diabete, dell’emofilia, dei disturbi della crescita e della terapia ormonale sostitutiva ed è il produttore del 49% dell’insulina globale. È fra le società «nordiche» più seguite dagli analisti di tutto il mondo e negli ultimi anni ha deciso di puntare molto sui farmaci contro l’obesità (come la statunitense Eli Lilly), considerato un mercato da 50 miliardi di dollari entro la fine del decennio.Ma sono numerose le società dei Paesi nordici interessanti e operative in tutti i settori. Dall’energia (Equinor) al private equity (Investor), dalla carta (Svenska cellulosa) all’alluminio (Norsk hydro), dalla salute (Getinge) al settore automotive (Volvo). Insomma, anche in tempi duri come quelli passati dai mercati nel 2022, i mercati azionari del Nord Europa hanno mostrato di possedere una certa resistenza. Anche dando uno sguardo a tre anni indietro, si possono scorgere rendimenti a tre cifre come quello di Norsk hydro (+185%) o di Novo nordisk (+118%). Sempre interessanti anche i valori di Equinor nello stesso periodo d’esame (+88%) e di Investor (+65%).