2020-10-24
Mentre il governo canta vittoria migliaia di classi sono in quarantena
Nonostante le rassicurazioni di Lucia Azzolina la scuola è un focolaio. Solo al Volta di Milano a casa in 500. Nel Lazio 13.000 alunni senza lezioni. E in Campania l'apertura ha moltiplicato i positivi per nove.A Desio, paesone della Brianza, ci sono già 40 classi in quarantena. La scorsa settimana erano solo sette. Insomma, in pochi giorni i numeri si sono moltiplicati per sei. «Un numero equamente distribuito su tutti i plessi, dal nido alle superiori», spiega il sindaco, Roberto Corti. Quaranta classi in quarantena. Cacofonia rivelatoria. A dispetto dei rassicuranti messaggi del ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, la scuola italiana rischia di diventare il nuovo focolaio. Migliaia di classi in isolamento e decine di migliaia di contagiati. Studenti, insegnanti, personale: la linea del Piave che nessuno sperava di oltrepassare è qui. Davanti a tutti. A Milano e dintorni, per esempio, i consuntivi continuano a preoccupare. Il nuovo bollettino dell'Ats, l'azienda territoriale sanitaria, sarà diramato soltanto martedì prossimo. Ma le informazioni raccolte dalla Verità sono allarmanti: i positivi nella scuola arriverebbero a 400. E 6.000 alunni sono in quarantena. Rispetto alla scorsa settimana, l'aumento è di circa un terzo. Il virus corre. Al liceo Volta di Milano ci sono 500 studenti costretti da giorni alla didattica a distanza. E le autorità sono state costretti alla prima chiusura: una scuola elementare di Cologno Monzese, a Nord del capoluogo. Su sette classi, si sono registrati contagi in sei. «Era difficile andare avanti con le lezioni, anche perché si stanno ancora facendo le nomine e i supplenti faticano ad accettare incarichi brevi», spiega il vicesindaco del Comune, Dania Perego, a sua volta positiva. Così come il sindaco, Angelo Rocchi.Certo, Milano è ormai l'epicentro della seconda ondata. Ma non è che nelle altre province lombarde siano messi molto meglio. Tra Como e Varese, gli ultimi dati diffusi parlano di 304 classi in quarantena, con 5.136 alunni e 374 operatori isolati. Nella Bergamasca ci sono 83 studenti positivi al tampone e 34 classi in quarantena. Mentre tra la provincia di Mantova e quella di Cremona, su un totale di 648 classi superiori, ce ne sono 33 in isolamento: il 5 per cento. Con il provveditore, Fabio Molinari, che già mette le mani avanti: gli istituti non sono in grado di ottemperare l'ordinanza regionale, che impone la didattica a distanza per i più grandi a partire da lunedì.Eppure, sarà costretto a farlo. I contagi non si fermano. E hanno convinto il governatore lombardo, Attilio Fontana, a correre ai ripari. Lezioni da casa, per licei e istituti tecnici. Sperando che la curva declini. Ma è già allo studio una nuova stretta. Marco Bussetti, ex ministro dell'Istruzione nel governo gialloblù, è tornato a fare il provveditore a Milano. E alla Verità spiega: «Sono sicuro che il presidente Fontana, prima di aver preso una decisone così importante abbia fatto una serie di valutazioni legate al grande movimento giornaliero di persone. La situazione era chiara da aprile. E io non ho mai smesso di farlo presente. Il trasporto scolastico in regione avviene soprattutto con gli autobus. Allora, capisco che magari a Milano aumentare le corse di tram e metro poteva essere complicato. Ma nel Bresciano, ad esempio, si poteva intervenire per tempo». Già. Ma quel tempo è passato da un pezzo. E il peggio, inevitabilmente, deve ancora arrivare. Il governatore Vincenzo De Luca, tra mille polemiche, ha chiuso tutto una settimana fa. E per dimostrare come le scuole abbiano inciso sulla percentuale dei positivi, snocciola dati su dati. Tra prima e dopo l'apertura dei plessi, spiega, c'è stata tra la popolazione una salita di tre volte dei contagi. Ma nella fascia di età tra 0 e 18 anni, ovvero quella in età scolare, la crescita è stata addirittura di nove volte. Lo sceriffo campano conclude: «Quale genitore degno di questo nome manderebbe i figli a scuola con queste cifre?». Nel Lazio, il presidente Nicola Zingaretti ha deciso misure meno drastiche: didattica a distanza per università e superiori. I numeri, anche qui, non sono confortanti. L'ultimo report regionale ha comunicato i dati raccolti dall'inizio dell'anno scolastico: 75 focolai. E 1.993 positivi: 1.670 studenti, principalmente delle superiori, e 323 contagiati tra personale e docenti. Le aziende sanitarie locali sono intervenute in 1.077 istituti. E, fino alla scorsa settimana, si stimavano 848 positivi tra gli studenti e 13.000 costretti a saltare le lezioni. Solo in provincia di Latina, tanto per fare un esempio, sono finite in isolamento 200 classi.Ma i numeri crescono ovunque. Perfino nel piccolo Trentino ci sono altre 111 classi in quarantena. E in Liguria, solamente a Genova, se ne contano 82. Basta avere un figlio in età scolare per capire quale sarà, ovunque, la prevedibile evoluzione. Le già martellanti chat dei genitori ribollono. Ogni giorno, porta la sua pena. La direttrice del nido che, con un lancinante messaggio vocale, annuncia anche la sua positività e la probabile chiusura dell'istituto. La madre del bambino della primaria che scrive del tampone positivo del pargolo. E il padre della ragazzina alle medie, in ospedale per un banale intervento, che scopre di essere asintomatico. Nessuno, adesso, sembra poter sfuggire. Eppure, solo lo scorso 10 ottobre, la ministra Azzolina quasi esultava: erano stati contagiati appena 5.793 studenti, ossia lo 0,08 per cento del totale. La scuola, insomma, era al sicuro. Grazie al suo indefesso impegno, ovviamente. Una rassicurazione già diventata l'ennesima, e improvvida, errata profezia.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Flaminia Camilletti
Charlie Kirk (Getty Images)