2023-09-29
La Meloni rimanda i soldati in strada. E la sinistra urla al colpo di Stato
«Repubblica» si indigna: «In nessun Paese democratico si usano i militari contro i criminali». E invece l’esercito serve soprattutto nelle città governate dai dem, Milano in testa, dove la delinquenza impazza.La sinistra dichiara guerra all’esercito. Forse è colpa del generale Roberto Vannacci, che con il suo libro ha scalato le classifiche e demolito il concetto di supremazia culturale dei compagni. Forse, semplicemente, è il ricordo di quando all’Espresso bastava mettere in copertina un paio di sciabole per lasciar intravedere un golpe e vendere centinaia di migliaia di copie. O, banalmente, è l’abitudine dei progressisti a dire no a tutto, che si tratti di una pesca o di una bambina. Sta di fatto che al Pd, ai suoi cespugli e alla stampa rossa non sta bene che il governo usi i militari per garantire la sicurezza nelle città. In passato, quando governava il centrodestra, i soldati erano stati schierati a guardia dei punti nevralgici del Paese e la misura aveva assicurato un senso di protezione e di controllo del territorio. Ma poi, arrivata la sinistra, le camionette messe a presidio di obiettivi definiti sensibili sono state fatte sparire. A Milano, una volta sostituita Letizia Moratti con Giuliano Pisapia, i soldati furono costretti a rientrare in caserma, perché secondo i compagni usare i militari contro la microcriminalità è cosa da Paese sudamericano. Sì, con la scusa che la divisa evoca un’occupazione militare, i sindaci progressisti prima, e i governi della sinistra poi, hanno rinunciato alla presenza rassicurante degli uomini in mimetica. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, dal Nord al Sud, con un aumento di quella che i sociologi chiamano microcriminalità, ma che per le persone comuni è tutt’altro che micro.A sinistra continuano a negare che il problema della sicurezza nelle città sia un’emergenza, insistendo con la favola della propaganda populista che altera la percezione degli italiani. In realtà, tutte le statistiche dimostrano il contrario e soprattutto provano che, per quanto riguarda furti, rapine e stupri, a compiere i reati sono spesso gli immigrati, in particolare quelli clandestini, che non avendo nulla da perdere aggrediscono, derubano e assaltano la popolazione più debole composta da anziani, donne, eccetera. Per far fronte a una situazione che rischia di scappare di mano, il governo non soltanto ha intenzione di usare le maniere forti, cercando di rispedire a casa tutti quelli che non hanno titolo di rimanere, ma ha anche deciso di impiegare l’esercito. Ovvero di tornare all’operazione Strade sicure con le pattuglie in mimetica a presidiare le vie. Apriti cielo! Manco Giorgia Meloni avesse annunciato il coprifuoco e lo stato d’emergenza. «In nessun Paese democratico si usano i militari contro la microcriminalità» ha scritto ieri Repubblica. Massimo Giannini, direttore del giornale gemello di casa Agnelli, ovvero La Stampa, addirittura va oltre: «L’Italia diventa un gigantesco campo di concentramento». A dire il vero noi non ci siamo resi conto che un golpe era in corso. Né ci pare che il nostro Paese sia diventato un «gigantesco» stadio di Santiago, dove Augusto Pinochet fece rinchiudere i dissidenti dopo l’assalto alla Moneda. Ma se, oltre ai militari nelle strade, il collega romano distaccato a Torino allude ai Cpr, ossia ai centri di permanenza per il rimpatrio, ci corre l’obbligo di segnalargli che non c’è nulla di gigantesco, in quanto a fronte di 130.000 migranti arrivati nei primi nove mesi di quest’anno, i posti letto nelle nuove strutture di accoglienza non riusciranno a ospitare nemmeno il 10% di chi è sbarcato.Quanto al resto, ossia alla necessità di schierare l’esercito, e in particolare nelle città amministrate dalla sinistra che invece i soldati non li vuole, a dimostrare l’urgenza di pattugliare le strade ci sono i numeri. Basta infatti prendere l’indice di criminalità, rapporto elaborato in base alle denunce da 24 Lab, per rendersi conto che a Milano spetta il podio della delinquenza. Infatti, il capoluogo amministrato da Beppe Sala, colui che si dice convinto che in città non ci sia emergenza alcuna, è numero uno per furti, con destrezza e negli esercizi commerciali, mentre è solo secondo per i furti con strappo e le rapine. In totale, nel 2022 sono state presentate quasi 200.000 denunce. Nella classifica delle peggiori città per qualità della sicurezza seguono Rimini e Torino, poi Bologna e Roma. Ma i compagni sembrano più preoccupati dell’esercito che dei delinquenti. Infatti, è ai militari che dichiarano guerra. Mica ai criminali. Quelli, con loro al governo, della città o del Paese, possono dormire sonni tranquilli. I cittadini un po’ meno.
Jose Mourinho (Getty Images)