2022-10-27
Meloni seppellisce Speranza sul virus e incassa un’apertura sulle riforme
Giorgia Meloni (Getty images)
Fiducia anche al Senato con 115 sì. Il premier conferma la svolta: «Basta scambiare la scienza per religione» Matteo Renzi: «Presidenzialismo? Accetto la sfida». Massimiliano Romeo (Lega): «Si cerchi il negoziato, non decide l’Ucraina».Il Carroccio deposita un progetto di legge per portarlo a 10.000 euro. Il capo del governo conferma: «Non favorisce l’evasione». Giuseppe Conte attacca: «Così torniamo alle mazzette».Lo speciale contiene due articoliUna replica che è valsa più del discorso programmatico pronunciato martedì a Montecitorio. Anche se funestata dalla raucedine, Giorgia Meloni nel suo passaggio a Palazzo Madama ha abbandonato alcuni impacci dovuti all’emozione e ha dato vita a un intervento lungo, con lo stile energico che la caratterizza e con passaggi duri nei confronti dell’opposizione. Prima di incassare la fiducia con 115 voti favorevoli, 79 contrari e cinque astensioni, tra cui Mario Monti, il presidente del Consiglio è entrato decisamente nel merito di alcuni provvedimenti che il suo esecutivo intende mettere in campo. La cosa più importante è che lo ha fatto senza rinunciare a nulla di quanto detto in campagna elettorale. Tra quelli che potrebbero essere gli highlights della seduta di ieri, il primo posto andrebbe certamente alla standing ovation tributata da tutto il centrodestra al premier, nel momento in cui ha risposto all’ex magistrato e ora senatore grillino Roberto Scarpinato, il quale nel corso della discussione generale aveva dato vita a un durissimo intervento in cui accusava la sua parte politica di essere ancora fascista e di essere stata sostanzialmente collaterale al terrorismo politico. «Mi dovrei stupire», ha osservato il premier, «di un approccio così smaccatamente ideologico. Ma mi stupisce fino a un certo punto, perché l’effetto transfert che lei ha fatto tra neofascismo, stragi e sostenitori del presidenzialismo è emblematico del teorema di parte della magistratura, a cominciare dal depistaggio e dal primo giudizio sulla strage di via d’Amelio». E sempre in modo energico la Meloni ha replicato alla neo senatrice della sinistra radicale Ilaria Cucchi, che aveva denunciato l’operato delle forze dell’ordine martedì alla Sapienza di Roma, intente a contenere un tentativo di picchettaggio di un convegno da parte degli studenti dei collettivi: «Vengo dalla militanza giovanile», ha detto rivolgendosi alla parlamentare dell’Alleanza Verdi-Sinistra, «in tutta la mia vita non ho mai lavorato per impedire a qualcun altro di dire ciò che voleva dire. La democrazia è nel rispetto delle idee altrui, altrimenti consentiamo che chi non la pensa come noi impedisca di farci parlare». Ma l’intervento della Meloni, come detto, è andato a riempire di contenuti quello che era stato accennato per titoli nel discorso di martedì, con una certa dovizia di particolari. A partire dall’emergenza più stringente, e cioè quella della crisi energetica e del caro bollette, per la quale occorre «lavorare con molta puntualità a interventi calibrati per le imprese e le famiglie e recuperando risorse dalle pieghe del bilancio, dagli extraprofitti e dai ricavi dello Stato. Se non si procederà con velocità la speculazione ripartirà. Ma tutto quello che c’è da fare lo faremo». Sul fronte fiscale, il premier ha ribadito l’intenzione di procedere con la flat tax, che «premia il merito» perché «chi fa di più è giusto che venga premiato», con la rimozione del tetto ai contanti (fortemente reclamata da Matteo Salvini) e con il taglio del cuneo fiscale, con l’impegno di «arrivare progressivamente a un taglio fiscale di cinque punti. Due terzi ai lavoratori, un terzo alle aziende».Uno dei passaggi più importanti e per certi versi attesi, dopo qualche freddezza per la scelta di nominare ministro della Salute un tecnico come Orazio Schillaci, è stato quello sul modo di affrontare un’eventuale nuova emergenza Covid, in cui la Meloni è stata netta: prendendo spunto da una risposta all’ex ministro Beatrice Lorenzin, il presidente del Consiglio ha sottolineato che non bisogna mai «scambiare la scienza con la religione». «Noi contestavamo», ha proseguito, «che non c’erano evidenze scientifiche alla base dei provvedimenti scientifici, contestavamo che si scambiasse la scienza per religione». Poi, l’affondo sulle misure anti Covid adottate dal precedente governo, prima fra tutti quella di «escludere ragazzi di 12 anni non vaccinati da qualcosa che sicuramente fa bene, lo sport, perché non avevano una cosa su cui la comunità scientifica non era d’accordo». Per quanto riguarda il dibattito parlamentare, nella giornata che ha visto Silvio Berlusconi riprendere la parola dopo nove anni e l’estromissione a causa della legge Severino, si è distinto certamente Matteo Renzi, il cui intervento è stato, paradossalmente (ma poi neanche tanto), tra i più apprezzati dal centrodestra e il più contestato dai dem. Prima di assestare un paio di colpi ai suoi ex compagni di partito suscitando le complici risate della Meloni, Renzi ha teso concretamente una mano sulle riforme costituzionali, affermando che il suo gruppo «accetterà la sfida del presidenzialismo». Ma da sottolineare è anche la posizione della Lega sul fronte della guerra. «L’Italia è nella Nato e la collocazione atlantica non è in discussione. Ma cercate di impostare anche un discorso di negoziati di pace. Va rispettata la volontà degli ucraini ma è meglio dire che decide la comunità internazionale nell’interesse dell’Ucraina», ha dichiarato il presidente dei senatori leghisti, Massimiliano Romeo. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/meloni-seppellisce-speranza-sul-virus-e-incassa-unapertura-sulle-riforme-2658511502.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="scatto-leghista-sul-tetto-al-contante" data-post-id="2658511502" data-published-at="1666813358" data-use-pagination="False"> Scatto leghista sul tetto al contante Dal primo gennaio 2023 il tetto del contante dovrebbe scendere a 1.000 euro, la soglia più bassa della storia. La modifica inserita nel Milleproproghe aveva spostato l’entrata in vigore dallo scorso gennaio al prossimo riducendo i 2.000 euro a 1.000. Questo limite potrebbe finalmente cambiare grazie al progetto di legge depositato dalla Lega, primo firmatario il deputato Alberto Bagnai, per alzare il tetto del contante a 10.000 euro. «Proposta di buonsenso della Lega, in linea con il programma del centrodestra e con altri Paesi europei. Meno burocrazia, più libertà», ha commentato su Facebook il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini. Nessuno «sgarbo» al programma economico del governo, ha rassicurato il senatore di Fdi, Giovanbattista Fazzolari: «L’aumento al tetto del contante è da sempre nel programma di Fdi, del centrodestra, lo faremo già nella prima legge di bilancio». Ma soprattutto come ha confermato la premier, Giorgia Meloni, in Aula, secondo la quale non esiste «alcuna correlazione con l’evasione fiscale». E Paesi come Germania e Austria lo dimostrano. Una spiegazione che ha spiazzato l’opposizione, dato che la Meloni ha svelato solo alla fine del suo ragionamento che le parole che aveva citato erano dell’ex ministro dem Pier Carlo Padoan. Non solo, la Meloni ha anche chiarito che «l’unica moneta legale sono le banconote. La moneta elettronica è privata». Segnando così una discontinuità con gli esecutivi precedenti. Dalla minoranza, ad ogni modo, sono arrivate solo critiche. «È una stupidaggine in un Paese che ha la nostra evasione fiscale», ha attaccato il leader di Azione, Carlo Calenda, mentre per il responsabile Economia di Iv, Luigi Marattin, si tratta di «slogan in perfetto stile Lega. Se si guardano gli ultimi dati di Bankitalia, la transizione verso i pagamenti digitali è già in corso». «Alzare il tetto del contante aiuta l’evasione fiscale. Così torneranno mazzette e valigette come all’epoca di Mani pulite. Daremo la stura all’economia sommersa. Ci opporremo fortemente a questa misura», ha detto invece il leader del M5s, Giuseppe Conte. «È una proposta in totale controtendenza con quanto deciso in questi anni in Italia e in gran parte dei Paesi europei per ridurre progressivamente l’uso del contante e spingere la tracciabilità dei pagamenti e la lotta all’economia sommersa», ha detto il responsabile economico del Pd, Antonio Misiani. Che ha incassato la replica dello stesso Bagnai: «Imporre l’uso della moneta elettronica crea problemi di esclusione finanziaria per le fasce più fragili. Rischi puntualmente sottolineati dalla Bce. Gli europeisti del Pd si oppongono all’adeguamento della normativa italiana agli standard europei». Secondo i dati dell’European consumer centres network, organismo creato dalla Commissione europea e dagli Stati membri, a inizio 2021 su 30 Stati, considerando anche Regno Unito, Islanda e Norvegia, solo in 12 Paesi, Italia compresa, erano vigenti limiti all’uso del contante. Si tratta per lo più di Paesi dell’Europa del Sud e dell’Est oltre al Belgio. Il vicepresidente della commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha precisato: «Il contante deve essere disponibile, sui massimali nel contesto dell’anti riciclaggio avevamo proposto dei tetti a livello Ue ma non ci sono accordi per ora, tocca agli Stati membri decidere. I tetti variano molto, si va dai 500 euro della Grecia a Paesi che non ce l’hanno. Come Commissione, preferiremmo dei massimali più bassi possibili». Il tetto al contante fu introdotto la prima volta dal governo Monti nel 2011 quando, con il decreto Salva Italia, lo fissò a 1.000 euro. Nel 2016 il governo Renzi con la legge di Stabilità lo triplicò portandolo a 3.000 euro. A gennaio 2022 era tornato in vigore il limite dei 1.000 euro, ma la modifica al Milleproroghe lo ha fatto slittare. Se la proposta leghista passerà il limite salirà a 10.000.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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