2023-09-27
Sui migranti prove d’intesa Meloni-Macron
Giorgia Meloni e Emmanuel Macron (Ansa)
Il premier riceve a Roma il presidente francese: incontro «cordiale» di un’ora e mezza. Bordate leghiste contro Berlino: «Un tempo ci attaccava con l’esercito, adesso finanziando le Ong». Oggi nuovo giro di vite sugli irregolari: sarà espulso chi si finge minorenne.In attesa che alle parole di Parigi seguano fatti concreti, prosegue il timido disgelo tra Italia e Francia sulla questione migranti e redistribuzione europea. Ieri, a margine dei funerali del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, il nostro premier Giorgia Meloni e il leader francese Emmanuel Macron hanno sfruttato l’occasione per un faccia a faccia a Palazzo Chigi. E si è trattato veramente di un tête-à-tête, perché i due non erano accompagnati dalle rispettive delegazioni, trattandosi di un’occasione completamente informale. Un incontro di un’ora e mezza, definito «lungo e cordiale» da Palazzo Chigi, che ha fatto poi seguire una nota in cui si sottolinea che «i due leader hanno discusso delle principali tematiche internazionali, con particolare attenzione alla gestione del fenomeno migratorio e alle priorità economiche europee in vista del vertice Med 9 di venerdì a Malta e del Consiglio europeo informale di settimana prossima a Granada». Al di là delle locuzioni che si usano solitamente in queste occasioni, il presidente del Consiglio ha certamente ripetuto le parole di apprezzamento per l’apertura fatta da Macron verso l’Italia sulla necessità di una condivisione a livello Ue dell’accoglienza, senza dimenticare però che, mentre l’Eliseo «apre», a Ventimiglia si viaggia alla media di 250 respingimenti al giorno, dopo che Parigi ha inviato l’esercito a Mentone per sigillare il passaggio della frontiera di chi proviene dall’Italia. Qualche giorno fa, il presidente francese aveva dichiarato che l’Italia «non va lasciata sola» nella gestione degli arrivi dei migranti e Meloni aveva immediatamente risposto con una nota in cui accoglieva queste frasi «con grande interesse».Il fronte più caldo, dunque, resta quello con la Germania, dove le parole dolci nei nostri confronti sono arrivate dal presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier ma nel frattempo si è scoperto che Berlino foraggia con ingenti finanziamenti le Ong operanti nel Mediterraneo, non di rado in contatto con gli scafisti per concordare salvataggi molto simili a trasbordi. Su questo, dopo la durissima nota del nostro governo, che chiedeva spiegazioni in merito, il primo passo concreto sarà il viaggio di domani del ministro degli Esteri Antonio Tajani a Berlino. Nel frattempo, i toni per le scorrettezze tedesche, a livello politico, restano alti, come testimoniano le affermazioni di Matteo Salvini ma soprattutto del suo vice Andrea Crippa, che non ha mancato di fare un paragone tra la Germania attuale e il Terzo Reich: «Ottant’anni fa», ha detto Crippa, «il governo tedesco decise di invadere gli Stati con l’esercito ma gli andò male, ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai socialdemocratici».E nel festival dei buoni propositi, anche ieri si segnala la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in visita a Praga. La numero uno di Bruxelles ha infatti voluto sottolineare che le migrazioni sono un fenomeno che riguarda tutta l’Europa e richiede una soluzione europea. «Vogliamo sostenere», ha aggiunto, «gli Stati membri nella gestione delle migrazioni in modo efficace e umano». Intanto tardano ad arrivare gli aiuti a Tunisi previsti nel Memorandum siglato dall’Ue, e dopo il goffo tentativo della Commissione di spacciare per nuove delle risorse quasi interamente già stanziate con provvedimenti precedenti, il leader nordafricano Kais Saied continua a rinviare a data da destinarsi la missione della delegazione di funzionari comunitari che ha il compito di implementare i negoziati e chiudere l’intesa. Viste le titubanze e le contraddizioni a livello europeo, il governo italiano parallelamente sta intensificando la propria attività legislativa per contenere gli arrivi illegali e facilitare i rimpatri, in primis dei soggetti più violenti. Dopo le norme sulla costruzione dei Cpr e sull’aumento del tempo massimo di permanenza all’interno di essi, dovrebbe essere in dirittura d’arrivo il nuovo giro di vite sugli immigrati illegali annunciato settimane fa dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ieri pomeriggio il decreto è approdato nel preconsiglio, e ciò lascia ragionevolmente pensare che il Cdm di oggi sarà l’occasione per poterlo licenziare, assieme alla Nadef. Nella bozza circolata fino ad ora, composta da 13 articoli, il focus è su maggiori controlli per le richieste di protezione internazionale, con particolare riferimento ai minorenni non accompagnati, e a procedure più facili per le espulsioni. In quest’ultimo caso, si prevede tra le altre cose che quando un immigrato viene condannato per il reato di falsa attestazione della sua età, la pena può essere sostituita dall’espulsione dal territorio nazionale. Sempre sul fronte espulsioni, chi è in possesso di un permesso di soggiorno anche di lungo periodo potrà essere espulso «per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato». Tra le altre norme contenute nella bozza, oltre all’aumento di 400 unità degli agenti di pattuglia nelle stazioni, la possibilità di accogliere provvisoriamente i soggetti di età non inferiore ai 16 anni nei centri ordinari, per una durata non superiore a 90 giorni.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)