2025-05-15
Meloni sbugiarda Elly e Conte in Aula tra le carnevalate dell’opposizione
Question time rovente alla Camera: il premier tiene il punto su energia, Green deal, agenti. Sferzata a Giuseppe Conte sulla Difesa: «Oggi antimilitarista, ieri aumentava le spese». Scontro con Elly Schlein sulla sanità. Riccardo Magi espulso. Premier time infuocato quello di ieri alla Camera, con il premier Giorgia Meloni che risponde al fuoco di fila di interrogazioni presentate dai partiti di maggioranza e opposizione. Assenti i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, la Meloni è circondata dai ministri quasi al gran completo. Il momento più curioso arriva quando il deputato Riccardo Magi, di Più Europa, entra in aula vestito da fantasma per protestare contro il silenzio sui referendum dell’8 e 9 giugno e l’invito della maggioranza all’astensione: il parlamentare viene espulso dal presidente Lorenzo Fontana e portato via dai commessi. Nulla di nuovo: Marco Pannella, nel 1997, si presentò in Rai a una tribuna referendaria sulla caccia vestito da fantasma. Nulla di nuovo nemmeno su tutto il resto: la diretta televisiva è un invito alla propaganda, e quindi i leader delle opposizioni alzano i toni e la Meloni risponde. Tra i temi «caldi» c’è quello della escalation in Palestina, con Angelo Bonelli di Avs che va all’attacco: «A Gaza è morta l’umanità», dice Bonelli, «seppellita dalle bombe di Netanyahu. Usa la fame come strumento di annientamento del popolo palestinese. Sono state assassinate 70.000 persone di cui 14.000 bambini. Lei non ha condannato l’orrore di Netanyahu. Oggi è in grado di condannarlo? Ritirerà l’ambasciatore? Proporrà il riconoscimento dello Stato di Palestina». La Meloni non si tira indietro: «Non abbiamo condiviso diverse scelte», dice il presidente del Consiglio, «e non condividiamo le recenti proposte del governo israeliano, e non abbiamo mancato di dirlo ai nostri interlocutori, consapevoli come siamo che non è stato Israele a iniziare le ostilità e che c’era un disegno alla base dei disumani attacchi di Hamas e la crudeltà rivolta agli ostaggi. In questi mesi a più riprese ho sentito il primo ministro Netanyahu, sono state conversazioni spesso difficili in cui ho sempre richiamato l’urgenza di trovare una strada per terminare le ostilità e rispettare il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario. Una richiesta che rinnovo anche oggi», sottolinea la Meloni, «a fronte di una situazione umanitaria a Gaza che non ho difficoltà a definire sempre più drammatica e ingiustificabile». Rispondendo al capogruppo della Lega Riccardo Molinari, la Meloni affronta l’argomento della sicurezza: «Abbiamo introdotto norme di civiltà con quel disegno di legge sulla sicurezza», argomenta il premier, «che esponenti di altre forze politiche hanno definito un attacco alle libertà, ad esempio alla libertà di manifestare. Ci sarà sempre la libertà di protestare e di manifestare in questa nazione. Ma finché saremo noi al governo non ci sarà la libertà di insultare o malmenare chi ha scelto di sacrificarsi per difendere le persone per bene. Sono felice di annunciare», aggiunge, «che il governo ha disposto l’invio di oltre 13.500 unità tra carabinieri, poliziotti e finanzieri per potenziare la sicurezza nei territori, ai quali si aggiungono circa 3.000 vigili del fuoco». Il capogruppo di Forza Italia, Paolo Barelli, solleva il tema del Green deal: «Conoscete la posizione del governo», sottolinea Giorgia Meloni, «che ho denunciato anche in quest’Aula, di quanto una visione eccessivamente ideologica della transizione verde si sia rivelata drammatica per la competitività europea. Il governo sostiene gli sforzi della Commissione europea, siamo sempre meno soli su queste battaglie». Green deal vuol dire soprattutto auto, e si va su Stellantis: «Abbiamo dialogato con serietà con Stellantis. L’azienda», sottolinea la Meloni, «si è impegnata a mantenere in attività i suoi siti produttivi, a tutelare l’occupazione, a effettuare investimenti annui pari a 2 miliardi circa e ad acquisti per 6 miliardi di euro dai fornitori italiani fino al 2030. Chiaramente bisognerà tutti insieme valutare il rispetto di questi impegni senza pregiudizi, senza favoritismi». Il clou dello show televisivo sono gli interventi di Giuseppe Conte ed Elly Schlein. Il leader del M5s attacca la Meloni sul piano di riarmo europeo da 800 miliardi, accusa il premier di aver «tradito l’Italia» avallando un progetto che favorirebbe solo la Germania. Scontata la replica: «Penso che gli italiani», risponde Giorgia Meloni, «siano molto più intelligenti di quanto a volte si ritiene e penso che sappiano riconoscere perfettamente chi si muove per tornaconto e chi si muove per convinzione, chi mente perché è comodo farlo e chi non mente anche quando può essere scomodo farlo. E, quindi quello che noi faremo è continuare a mantenere gli impegni, non solo gli impegni nostri, anche gli impegni vostri, perché siete stati voi a mettere la firma sull’aumento delle spese della Difesa per portarle al 2% del prodotto interno lordo». Conte chiede all’aula di alzarsi in piedi per dare «un segno di umanità» su Gaza: «Condanniamo in silenzio questo sterminio di donne, di bambini, di giornalisti», esorta il leader del M5s, «tutte le vittime civili di Gaza. Alziamoci in piedi». L’appello viene raccolto solo dalle opposizioni. Tocca a Elly Schlein l’ultima interrogazione, basata sull’accusa al governo di aver tagliato i fondi per la sanità e di non aver fatto nulla di concreto per il problema delle liste di attesa: «Noi vogliamo scrivere il nuovo Piano sanitario nazionale», sottolinea Giorgia Meloni, «speriamo che su questo almeno ci vogliate dare una mano invece che stare lì a fare le macumbe perché le cose vadano male e magari possiate risalire nei sondaggi». Replica al veleno della Schlein, e si chiude la seduta.
Federico Ballandi @Kontatto
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