2020-10-28
Mediobanca si svincola da Generali con la maglia del regista nazionale
L'ad di Mediobanca, Alberto Nagel (Ansa)
La banca gioca ormai un ruolo chiave nei dossier di sistema: da Intesa-Ubi e Nexi-Sia fino a Borsa-Euronext. Con l'attività da advisor compensa i minori utili in arrivo da Trieste. Oggi nuovo cda: occhi su Leonardo Del Vecchio.Mediobanca allenta il cordone che l'ha tenuta storicamente legata al Leone di Trieste: in piazzetta Cuccia gli utili oggi non si fanno più (solo) con le zampate del Leone di Trieste ma soprattutto sedendosi in prima fila al tavolo del risiko della finanza con il cappello di advisor di sistema. Lo dimostrano i risultati presentati ieri dall'istituto milanese alla vigilia dell'assemblea dei soci sul rinnovo del cda. L'istituto guidato da Alberto Nagel ha archiviato il primo trimestre del bilancio 2020/2021 con un utile netto di 200 milioni, in deciso rialzo rispetto agli ultimi due trimestri (rispettivamente 84,6 e 48,2 milioni), ma in calo del 26,1% rispetto allo scorso anno (270,6 milioni), e ricavi per 626 milioni (da 684 milioni) . La crescita del wealth management (la gestione dei grandi patrimoni) è rimasta costante ma a mettere il turbo è stata la divisione corporate investment banking (Cib), che nei tre mesi ha fatto registrare 85 milioni di profitti netti, in rialzo del 48% anno su anno e di 3,3 volte sul trimestre precedente. Mediobanca, che è stata anche l'advisor di Intesa nell'offerta su Ubi, ha partecipato a tante operazioni in Italia e in Francia. E le commissioni Cib hanno cominciato a fioccare. «Solo nel mese di ottobre abbiamo annunciato operazioni per 20 miliardi», ha evidenziato ieri l'ad. «Il dato si ricava mettendo insieme Euronext-Borsa e Nexi-Sia ma abbiamo annunciato operazioni importanti in Francia come Veolia-Suez. Non c'è invece Psa-Fca perché il closing avverrà nei prossimi trimestri», ha aggiunto Nagel. Questo sprint della consulenza ha compensato il minor contributo all'utile di partecipate storiche come le Generali il cui apporto è sceso a 45 milioni contro i 135,5 milioni dello scorso anno e i 54,8 milioni nell'ultimo trimestre per l'impatto degli oneri straordinari legati alla cessione della svizzera Bsi. I risultati trimestrali consentono, inoltre, di garantire dividendi generosi agli azionisti con un payout al 70% rispetto al 50% registrato nell'esercizio 2018/2019, l'ultimo nel quale è stata distribuita una cedola dopo le restrizioni decise da Francoforte per l'emergenza Covid. La Vigilanza della Bce ha deciso di rivedere le raccomandazioni sui dividendi solo dopo la pubblicazione delle nuove previsioni macroeconomiche fissata per il 10 dicembre E proprio su questo punto ieri Nagel ha auspicato che lo stop possa diventare selettivo, cercando di capire chi e per quanto tempo è in condizioni di pagare dividendi rispetto a chi non ne ha la possibilità. Con questi conti e prospettive in tasca il banchiere si presenterà oggi all'appuntamento con i soci chiamati a rinnovare il cda e a cambiare lo statuto. I riflettori sono puntati sul patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, salito da poco al 10,16% di Piazzetta Cuccia, e sulla lista presentata dal fondo attivista Buebell. «Sono convinto che sia possibile eleggere un cda che nel prossimo triennio consenta l'attuazione del piano triennale approvato e che consenta alla banca di proseguire nel suo percorso di sviluppo», ha detto ieri l'ad. Sottolineando che con Delfin, la cassaforte di Del Vecchio, «abbiamo un confronto costruttivo e continuo perché è il nostro approccio da sempre». Del resto, la strategia industriale di Nagel con la spinta alla diversificazione va proprio nella direzione auspicata dal patron di Luxottica un anno fa, dopo l'ascesa nel capitale della banca. A ottobre 2019, infatti, Del Vecchio aveva detto di aspettarsi «un nuovo piano industriale che non basi i risultati solo su Generali e Compass ma progetti un futuro da banca di investimenti». E così è stato. Anche per merito di Francesco Canzonieri, co head del corporate e investment banking che ha fatto da regista a molte delle recenti operazioni straordinarie di Mediobanca. E su cui nelle ultime settimane hanno iniziato a circolare rumors circa un suo possibile addio a Piazzetta Cuccia per iniziare un'avventura «in proprio». Vedremo se si tratta solo di gossip finanziario o se nei prossimi giorni le indiscrezioni troveranno conferma. Così come resta da capire, al netto dei valzer di poltrone e dell'ottimo track record di Nagel che quasi sicuramente gli garantirà la riconferma al timone, quanto durerà la pace tra il management e l'ottantacinquenne primo azionista cui la Bce ha dato il via libera per salire fino al 20%. Sullo sfondo, non vanno inoltre persi di vista i futuri equilibri nel capitale delle Generali, di cui Mediobanca possiede il 13% e lo stesso Del Vecchio il 4,8% e dove continua ad agitarsi Francesco Gaetano Caltagirone che di recente è tornato a fare shopping di titoli del Leone portandosi al 5,25%. L'obiettivo? Rafforzare il fronte degli azionisti italiani in vista del rinnovo dei vertici nel 2022. Ed essere già pronto a stringere alleanze se partisse il risiko su Trieste.