2022-11-23
Il curioso dietrofront dell’Ordine: «Questionario solo agli odontoiatri»
Il capo dei dentisti di Torino si giustifica sulle domande ai non vaccinati: «Nostra iniziativa, solo per gli iscritti». Eppure, nelle missive non c’è alcuna differenziazione tra gli albi. Davvero i vertici dei medici erano all’oscuro? Nei giorni scorsi abbiamo raccontato una storia con ampi tratti di surrealtà andata in scena in Piemonte. L’Ordine dei medici e degli odontoiatri della Provincia di Torino (Omceo) ha inviato a numerosi iscritti una Pec con alcune comunicazioni e quattro domande. In quel documento, che abbiamo pubblicato quasi integralmente, si leggevano frasi come queste: «L’Ordine scrivente sta avviando un procedimento istruttorio nei confronti dei sanitari iscritti agli albi professionali che erano risultati inottemperanti all’obbligo vaccinale […] considerati i riflessi deontologici che tale determinazione assume sul rispetto delle regole deontologiche».Con quelle Pec, l’Omceo invitava il medico sospeso destinatario a «fornirci le sue deduzioni sulla (in allora) accertata inosservanza dell’obbligo vaccinale, avuti presenti i principi deontologici sopra richiamati. In particolare», scriveva l’Omceo, «gradiremmo conoscere le motivazioni del suo rifiuto alla vaccinazione, la sua posizione rispetto alle pratiche vaccinali tanto obbligatorie, quanto facoltative, le modalità con cui ha garantito la sicurezza e la prevenzione del contagio nel suo studio, le modalità di aggiornamento del Dvr (documento valutazione rischio)».A noi, ad associazioni sindacali come Contiamoci e ad alcuni professionisti che abbiamo interpellato (tra questi Sid Berrone, professore emerito di chirurgia maxillo facciale, anche lui destinatario della missiva), questa letterina è apparsa come un deliberato tentativo di schedatura dei medici non vaccinati. Tuttavia i vertici dell’Ordine torinese - di cui pure, correttamente, avevamo riportato la versione su queste pagine - non hanno gradito i nostri articoli, e ci hanno inviato una lettera con cui intendono «fare alcune precisazioni».La lettera è firmata da Gianluigi D’Agostino, presidente della Commissione albo odontoiatri di Torino, cioè lo stesso dirigente che ci aveva fornito dichiarazioni nei giorni scorsi. Che cosa ci dice di nuovo il dottor D’Agostino? Tanto per cominciare, egli spiega che l’invio di Pec ai medici sospesi è «un’iniziativa propria della Commissione Albo Odontoiatri di Torino (che io presiedo), nella sua piena autonomia rispetto al Consiglio dell’Ordine e rivolta esclusivamente agli iscritti all’Albo degli Odontoiatri. Autonomia che è prevista e normata dalla legge 3/2018 che ha riformato le professioni sanitarie. Quindi il Consiglio direttivo dell’Ordine non è coinvolto in questa iniziativa e gli iscritti all’albo medici non sono quindi interessati».Questa «precisazione» è piuttosto curiosa. In pratica, D’Agostino si assume tutta la responsabilità dell’invio delle letterine ai sanitari torinesi, e tenta in qualche modo di «scagionare» l’Ordine dei medici. Dopodiché qualche particolare non torna. La lettera che i sanitari piemontesi hanno ricevuto, infatti, iniziava con una frase abbastanza chiara: «L’Ordine scrivente sta avviando un procedimento istruttorio nei confronti dei Sanitari iscritti agli Albi Professionali che erano risultati inottemperanti all’obbligo vaccinale». Tradotto: si parla esplicitamente di albi professionali, al plurale, e non di albo degli odontoiatri. Il quale avrà pure funzioni autonome ma fa comunque parte dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della Provincia di Torino, che infatti veniva menzionato nel testo del documento mandato tramite Pec. Davvero hanno fatto tutto gli odontoiatri e i medici non ne sapevano nulla, a partire dal presidente Guido Giustetto? Se le cose stessero così, la situazione sarebbe ancora più grave, perché si tratterebbe di una iniziativa autonoma molto discutibile. In ogni caso, sarebbe il caso di sentire quale sia la versione ufficiale del dottor Giustetto, al fine di fugare ogni dubbio.Per quanto ci riguarda, facciamo presente che alcuni dei professionisti che hanno ricevuto la Pec e che abbiamo interpellato sono sia medici sia odontoiatri. Dunque domandiamo: sono tenuti a rispondere in quanto odontoiatri e non in quanto medici chirurghi? E perché questa discriminazione?Ma non è finita. La lettera di D’Agostino prosegue ribadendo i concetti che il dottore aveva già espresso quando l’abbiamo intervistato. L’invio di Pec sarebbe «un progetto partito durante il periodo emergenziale e che ha riguardato circa 70 colleghi. L’idea alla base», scrive D’Agostino, «non era certo quella di schedare o di profilare i nostri iscritti. L’intento era invece quello di aprire un dialogo con i colleghi che non si erano vaccinati e di provare a comprenderne le motivazioni. Non c’è e non c’è stata quindi da parte nostra nessuna volontà persecutoria, come per altro può essere testimoniato da diversi colleghi che si sono rapportati con me in questi mesi a seguito della lettera ricevuta».A questo proposito, possiamo dire che si tratta di un modo piuttosto singolare di aprire un dialogo. Anche perché la lettera inviata si apre informando i destinatari dell’apertura di un «procedimento istruttorio». E nel finale specifica che l’iscritto all’albo ha trenta giorni di tempo per rispondere, e qualora non lo facesse «il procedimento proseguirà egualmente il suo corso». A questo punto tocca essere franchi. Se proprio uno volesse serenamente dialogare con i colleghi, potrebbe farlo senza mettere pressione parlando di procedimenti istruttori e facendo intuire che ci sarebbero perfino gli estremi per ulteriori azioni disciplinari. E questo non è l’unico punto su cui eccepire. Nel consiglio direttivo dell’Omceo ci sono ben due odontoiatri, possibile che non abbiano informato i vertici? Comunque sia, la distinzione tra chirurghi e odontoiatri è vagamente discutibile, dato che alcuni professionisti appartengono a entrambe le categorie. Come dovrebbero regolarsi? Inoltre, che il questionario citato sia giunto a medici, dentisti, infermieri o portantini poco cambia: sempre di profilazione si tratta, ai danno di persone che legittimamente possono rientrare al lavoro dopo una assurda sospensione. La sensazione è piuttosto che qualcuno ai vertici dell’Omceo si sia reso conto del pasticcio combinato e abbia pensato bene di prendere le distanze, il che potrebbe essere pure un fatto positivo, segno che iniziative simili non saranno più messe in atto nei prossimi mesi.Il problema, comunque, è di facile soluzione: basta cancellare il procedimento istruttorio per rassicurare tutti. E se si vuole dialogare in tranquillità, è sufficiente organizzare un ottimo aperitivo. Agli odontoiatri potrebbe persino far piacere.