
Roberto Maroni, in scadenza, ha rinnovato le gare per la comunicazione della Regione. Una «sorpresa» per la nuova giunta di Attilio Fontana. Ma non mancano alcune stranezze nelle procedure di assegnazione.Ci sono più di 40 milioni di euro in bandi per la comunicazione che stanno creando non pochi malumori tra la vecchia giunta di Roberto Maroni e quella nuova di Attilio Fontana. Siamo in regione Lombardia e il nuovo governatore, appena insediato, si è accorto insieme ai suoi collaboratori che qualcosa non quadrava su alcuni bandi aperti da Arca prima della fine del mandato di Maroni. Arca è la stazione appaltante regionale, una Consip in miniatura che dopo la riforma del 2014 è obbligata per legge a fare gare d'appalto. La comunicazione è un piatto molto ricco. Lo sa bene l'ex governatore azzurro Roberto Formigoni il quale, durante i suoi mandati, ha sempre avuto poche agenzie di comunicazione di fiducia. Con Maroni le cose sono cambiate ma le stranezze sono comunque rimaste. Come quella successa il 29 dicembre dello scorso anno. È un venerdì anonimo di fine anno. Nelle case dei lombardi fervono i preparativi per il Capodanno. Il giorno prima su Instagram il governatore ha postato una foto con un panorama mozzafiato: «Meravigliosa Lombardia». A Palazzo si lavora. Così alle cinque del pomeriggio viene aperto il bando di gara per i Lotti 1 e 2 che ha per oggetto finanziamenti da 20 milioni di euro per servizi pubblicitari e di marketing, servizi di organizzazione di eventi. Chi bazzica il settore rimane di stucco, anche perché a quanto pare ci sarebbero stati ancora fondi disponibili dalla precedente gara, in più si sarebbe potuto prorogare l'appalto. E invece il direttore della comunicazione Patrizia Carrarini ha deciso così. È la fine di dicembre, una settimana dopo, il 7 gennaio, Maroni annuncia che non si ripresenterà alle imminenti elezioni. Ma perché aprire un bando in fretta e furia alla fine di dicembre senza dare possibilità alla nuova giunta di ragionare sulle strategie di comunicazione e relazione con i fornitori? Nel 2014 il bando fu suddiviso in quattro lotti da 43 milioni di euro. Eravamo alle porte di Expo 2015 e le aziende che ne usufruirono furono quattro: Cheil, legata al colosso sudcoreano Samsung, Ocm Group e Inrete. Lo fecero tramite una Ati (associazione temporanea di imprese) con una durata del contratto fino al 2018. Il quarto lotto fu assegnato a Ega. A fine dicembre dello scorso anno, quindi, le cose cambiano. Ma a presentarsi sono sempre le stesse aziende, cioè Cheil Italia, Ega e Inrete. Ocm Group stavolta si presenta da sola. Come la Cheil, legata al colosso della comunicazione che ha anche partecipato a portare avanti il referendum sull'autonomia in Lombardia, naufragato sotto 40% di votanti in regione. Su quel bando per i Lotti 1 e 2 non finiscono qui le stranezze. Perché la commissione giudicante cambia di continuo negli ultimi mesi e alla fine viene nominato come presidente Alessandro Lofaro, vice della Carrarini, semplice funzionario di regione e neppure dirigente. La procedura di assegnazione - dopo le aperture delle offerte tecniche il 6 aprile - dovrebbe concludersi tra poche settimane. Anche nel bando sugli eventi istituzionali la stranezza di un ricorso poi improvvisamente rientrato a favore della Sec ha generato non pochi commenti. Le domande non finiscono qui. Perché, sempre l'anno scorso, in agosto, è stato aperto un altro bando anche questo da 20 milioni di euro sempre legato all'organizzazione di eventi. Dulcis in fundo c'è pure quello da 5 milioni per l'Avviso pubblico cultura del 2018. A quanto pare il Movimento 5 stelle starebbe preparando un'interrogazione sulla questione, a meno che i tentativi di fare un governo tra Lega e Movimento non impediscano di andare a fondo di una vicenda che sta creando più di un malumore nel Carroccio.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.
«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.





