2025-08-05
Santini: «Ricci usava la mia casa e faceva pressione sugli eventi»
Parla per la prima volta l’uomo al centro dell’inchiesta: «Il sindaco sapeva di Esposto e delle associazioni che godevano degli affidi». Dal presunto corruttore la cifra esatta che mancava per l’acquisto dell’abitazione.«I miei errori li ho fatti e ho deciso di andare dai magistrati e raccontare tutto». Quando lo incontriamo la prima volta davanti alla pescheria dove lavora si toglie subito il peso dallo stomaco. Ha appena chiuso una telefonata con un noto penalista di Palermo che vorrebbe inserire nel suo pool difensivo, al fianco dell’attuale difensore, Paola Righetti. Nei giorni scorsi l’ex addetto agli eventi del Comune di Pesaro, Massimiliano Santini, 43 anni, indagato per corruzione, si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti alla pm Maria Letizia Fucci. Fuori dal Tribunale aveva, però, annunciato di essere pronto a raccontare la sua verità.E i tempi potrebbero essere maturi. «Io adesso andrò in Sicilia a incontrare questo nuovo legale e poi lui mi manderà dai pm. Posso solo anticiparle che ha difeso Marcello Dell’Utri e Silvio Berlusconi in importanti processi» spiega l’indagato al cronista.Nel colloquio con noi, Santini ammette di essere molto scosso, di assumere medicinali per controllare l’ansia. «Io mi sento già in galera», sospira. Lo tranquillizziamo, gli spieghiamo che ormai non può più inquinare le prove o reiterare il reato. Ma lui è preoccupatissimo. «Io mi sono fatto un film. Vorrei, per redimermi, andare in prigione e poi uscire dopo aver espiato le mie colpe. L’ importante è che questa cosa non tocchi i miei figli».Ha la faccia simpatica da Gianburrasca, un orecchino al lobo sinistro e indossa una maglietta e dei bermuda scuri, i suoi abiti da lavoro («Sono sporchissimo», si scusa). È in un frullatore e si capisce che è confuso: «Non ho ricordi chiari. Sto prendendo degli psicofarmaci e sono un po’ annebbiato» si giustifica.Per la Procura di Pesaro avrebbe incassato oltre 100.000 euro da due associazioni culturali, Opera maestra e la sorella Stella polare, che ottenevano affidamenti dal Comune per l’organizzazione di eventi.Nel 2019 Santini era stato promosso da Matteo Ricci, che raccontò di aver deciso per la prima volta di affidare alcune deleghe a un consigliere comunale per avere «una città ancora più viva». E decantò le doti del prescelto: «È un giovane pesarese che ha dimostrato grandi capacità e amore per la città. Da consigliere sarà un po’ più complicato che da assessore. Ma sicuramente farà del suo meglio».Successivamente Ricci assunse Santini nel suo staff, a 28.000 euro lordi l’anno, dando questa spiegazione: «Mi dispiace che si debba dimettere dal consiglio comunale per incompatibilità, ma ho bisogno di una figura dinamica come lui a tempo pieno. Aiutandomi costantemente in staff porterà avanti, comunque, le istanze per le quali tanti cittadini lo hanno votato». L’opposizione alzò le barricate, ritenendo che Ricci avesse trasformato il municipio in un ufficio di collocamento. Nel 2024 i consiglieri di centro-destra inviarono una segnalazione all’Autorità anticorruzione evidenziando che Santini, con «il solo diploma di terza media e nessuna esperienza nel settore» aveva sbaragliato la concorrenza di tre laureati.Il presunto «miracolato», nel colloquio con noi, esclude che Ricci possa avere incassato mazzette o altre utilità diverse dal consenso elettorale contestato dalla Procura. «Se sapessi che Ricci ha usufruito di utilità personali lo direi certamente ai pm. Ma non mi risulta». Ci pensa un attimo. Poi aggiunge: «Ha usufruito della mia casa». Quindi sembra mordersi la lingua. «Questa è una cosa molto personale che non va scritta». In quel momento il sindaco stava affrontando una crisi famigliare e, probabilmente, aveva bisogno di un appoggio non distante dalla sua abitazione di allora, nel centro storico di Pesaro. La casa di Santini, infatti, che si trova nel quartiere residenziale di Pantano, dista circa 1,2 chilometri dal municipio e 1,5 chilometri dalla vecchia residenza di Ricci.Ovviamente queste informazioni non sono gossip, ma una questione di pubblico interesse. Infatti, l’appartamento di Santini, che l’allora sindaco potrebbe avere utilizzato, è stato acquistato il 5 luglio 2023 investendo, verosimilmente, i soldi che secondo la Procura sarebbero il corrispettivo della corruzione.Ma procediamo con ordine. Nel settembre 2017 Santini compra, al prezzo di 114.000 euro, un casolare di 220 metri quadrati con annessi 4.000 metri di terreno in un bosco nella frazione Candelara. Per farlo accende un mutuo da 91.000 euro. La casa viene rivenduta nel marzo del 2023 a 140.000 euro. Ottantamila di questi vengono utilizzati per estinguere il finanziamento concesso dall’istituto di credito. Quindi a Santini rimangono 60.000 euro. A maggio partecipa a un’asta giudiziaria e la vince offrendo 252.000 per la sua attuale dimora. A luglio Santini firma il rogito dopo avere ottenuto un mutuo da 145.000 euro. La differenza di 107.000 euro tra prestito e prezzo dell’immobile come viene coperta? Sessantamila arrivano dalla vendita della casa nel bosco e, quindi, all’appello mancano 47.000 euro. Ed eccoci allo snodo cruciale.Gli inquirenti contestano a Santini di avere incassato una tangente da 45.000 euro a ridosso della compravendita. Agli atti sono finiti due bonifici da 22.500 inviati da Stefano Esposto, il presunto corruttore, sul conto di Santini, l’11 ottobre 2022 e l’1 febbraio 2023. Secondo la causale sono la prima e la seconda «tranche del pagamento per utilizzo del marchio e la gestione del format evento Palio del bracieri».Il «contratto di licenza di marchio e format di spettacolo ludico-sportivo» alla base dei due pagamenti risale al 16 marzo 2023 e prevede un corrispettivo totale di 100.000 euro per un utilizzo quinquennale del marchio. Che è stato depositato da Santini presso l’ufficio italiano brevetti l’8 settembre 2022 e registrato il 20 febbraio 2023.Ricapitolando: nel settembre del 2022 Santini deposita il marchio, a ottobre riceve il primo bonifico, a febbraio il secondo, a marzo firma il contratto con il presunto corruttore e vende casa, a maggio vince l’asta, a luglio acquista ufficialmente la nuova magione.Ma i collegamenti tra l’appartamento di Santini e l’inchiesta non sono finiti.La Procura, nell’avviso di garanzia, contesta ulteriori 57.172 euro di ipotetica tangente, «corrispondenti alle spese sostenute da Opera maestra in favore di Santini per finalità di carattere personale, tra le quali spese per geometra e geologo relative alla proprietà immobiliare» acquistata il 5 luglio 2023. Inoltre, Esposto avrebbe pagato al posto di Santini anche «mobili di arredo».Quindi, l’ex consigliere comunale, nonostante un contratto da 28.000 euro lordi annui ha potuto, grazie ai 45.000 euro che la Procura considera una mazzetta, fare un ottimo affare.Nella primavera del 2023 il Tribunale di Pesaro mette in vendita una palazzina anni ‘70 con i mattoni a vista all’esterno. Il 24 maggio viene aggiudicato il lotto più interessante: 8,5 vani (comprese quattro camere da letto) per 200 metri quadri al secondo piano, con soprastante soffitta/deposito di 160 metri (nel rogito si parla di mansarda). La base d’asta è di 306.000 euro. In realtà le prime offerte sono di poco superiori ai 200.000 euro e Santini, dopo i rilanci di altri sei aspiranti acquirenti, si accaparra l’immobile portando la propria offerta da 206.000 euro a 252.000. Dunque, l’intera proprietà, per quanto da ristrutturare, gli è costata circa 700 euro al metro quadro.Un ottimo colpo se si considera che le case, nella zona, valgono circa il triplo (oltre i 2.000 euro a metro quadro).La proprietaria di una villetta di fronte decanta l’affare altrui, anche se non ha mai notato né Santini, né Ricci entrare o uscire.La domanda sorge spontanea: se la versione del collaboratore fosse confermata, di quale immobile avrebbe usufruito Ricci? La casa nel bosco di Candelara o quella nel quartiere Pantano?Con noi Santini, nel momento in cui ha fatto riferimento all’uso della sua dimora da parte del candidato governatore, ha usato il termine «casa mia» e non la «mia vecchia casa». Peraltro in città fanno risalire la buriana famigliare dell’ex sindaco a tempi abbastanza recenti. In ogni caso, quando abbiamo scoperto l’esistenza del precedente immobile di Santini, abbiamo provato a chiedergli di essere più preciso e lui ci ha risposto così: «Il mio legale mi ha intimato di non rilasciare dichiarazioni. Ci sentiremo quando i tempi saranno più maturi. Promesso». Prima di allora, a svelare l’arcano potrebbe essere il contenuto dei cellulari sequestrati agli indagati.Santini, dopo averci confidato la notizia, ci aveva assicurato che esisteva la prova dell’utilizzo della sua residenza da parte dell’eurodeputato dem. «Si trova nelle nostre chat» aveva detto. Ma esistono ancora quelle comunicazioni? «Io ho cancellato tutte le prove che avevo. Ma la Procura credo che le abbia recuperate. Leggendo l’avviso di garanzia mi sembra che ci sia dentro il mondo» aveva commentato l’indagato.In attesa dei necessari chiarimenti la domanda più importante è la seguente: se Ricci avesse approfittato dell’attuale dimora di Santini rischierebbe qualcosa?Se fosse confermato che l’immobile è stato acquistato con il provento della corruzione (i pm intanto, come abbiamo visto, hanno messo nel mirino gli atti propedeutici alla compravendita), il suo utilizzo da parte del candidato governatore potrebbe configurarsi come utilità illecita.I magistrati potrebbero anche porsi un interrogativo sull’eventuale «corrispettività» tra l’uso del bene e l’assunzione di Santini da parte di Ricci.Inoltre, l’acquisto dell’immobile, laddove fosse provata la provenienza delittuosa delle somme utilizzate, configurerebbe un ulteriore e più grave reato, vale a dire l’autoriciclaggio che al momento non risulta essere stato contestato (Santini è indagato per corruzione, peculato, falso, induzione indebita a dare o promettere utilità e turbativa d’asta).Se spetta ai pm verificare l’esistenza di nuove fattispecie di reato, Santini, però, contesta che il contratto per l’uso del marchio fosse fittizio. Facciamo ripartire il nastro della chiacchierata con lui: «Esposto ha organizzato per tre anni il palio con atti firmati al Comune. Quindi se lui lo ha organizzato, quel contratto è autentico. Anche se oggi non lo firmerei più». L’uomo scuote la testa: «È stato un errore. L’unico che ho fatto. Se non lo avessi siglato, non avrei preso soldi e oggi non sarei indagato».Comunque l’ex consigliere comunale è convinto che se il sistema degli affidamenti è impazzito la colpa sia del primo cittadino. Che voleva tutto e subito. «Io trattato come Mr Wolf o Superman? Magari. In realtà mi trattava veramente di m... Bestemmiava in faccia a tutti. Nei lavori ti metteva pressione in maniera eclatante». Santini spiega così la richiesta degli anticipi fatta a imprenditori che magari avevano qualche debito con il Comune in altre partite, come nell’organizzazione dei mercatini. Bisognava correre. Ricorda quando gli arrivò la telefonata con cui gli annunciavano che l’imprenditore Mauro Tomasucci aveva promesso a Ricci di mettere 20.000 euro per una pista da moto per bambini, quella in piazza D’Annunzio, dove è stata realizzata l’installazione del casco dedicato a Valentino Rossi: «Mi è stato detto che quei soldi li avrebbe dovuti dare direttamente a un’associazione. Non è stata un’idea mia perché io pensavo che li potesse anticipare il Comune e poi recuperare successivamente. Ma mi hanno spiegato che per farli entrare e uscire ci sarebbero voluti dei mesi e, invece, il sindaco voleva la pista pronta la settimana dopo. Quindi mi è stato detto che comunque questa sponsorizzazione doveva andare direttamente a un’associazione per fare più velocemente. Il mio compito è stato quello di andare da Tomasucci e spiegargli quale fosse l’associazione che doveva incassare quei soldi e fare i lavori».I soldi del munifico donatore sarebbero stati utilizzati anche per acquistare i pannelli che sono stati usati per coprire la facciata dell’hotel Vienna, in quel momento in fase di ristrutturazione e quindi poco adatto a fare da cornice all’inaugurazione del cascone in onore di Rossi. Come rivelato dalla Verità la settimana scorsa, Opera maestra, nonostante fosse la capo progetto dell’opera, non compare nel video commemorativo di oltre 7 minuti dedicato all’impresa. «È stata una scelta precisa» ci spiega Santini. «Quella volta lì Stefano mi disse che non voleva comparire nelle cose così grandi, perché magari…». Non voleva attirare l’attenzione degli inquirenti? Avevate paura di finire dentro a un’inchiesta? L’indagato respinge con forza la nostra ipotesi: «No, no assolutamente no».Santini ha molti dubbi sul finanziamento delle attività elettorali di Ricci, ci parla della famosa «cena popolare» del 12 aprile 2024. Sarebbe stato lui a tenere i rapporti con la Siae, ma l’organizzazione dell’evento non avrebbe regolarmente denunciato che si trattava di un evento a pagamento, seppur con offerta libera. In pratica l’ex addetto agli eventi sospetta che la campagna di Ricci abbia potuto contare su un lauto incasso in nero. E per quanto riguarda i soldi black destinati alla politica ci invita a investigare su alcuni circoli d’area (uno diretto anche da un ex dirigente dell’associazione di Ricci, Un gran bel po’) e sulle sponsorizzazioni sportive alla locale squadra di basket. Ma in questo caso Santini non è in grado di dimostrare le sue affermazioni: «Non sono un tesserato del Pd». È più informato sul suo rapporto con Esposto, il presidente delle due associazioni che avrebbero incassato dal Comune oltre mezzo milione di euro in affidi.«Per me Opera maestra è stata fatta da Esposto e gestita sempre da lui». Non gli ha suggerito di fondarla per prendere queste commesse? «No». Non esistono comunicazioni in cui glielo propone? «Non credo» replica Santini. «Ricordo che un giorno è venuto da me e mi ha detto: “Vorrei fare delle cose. Ho esperienza nell’organizzazione di eventi, nella realizzazione dei murales. Che ne pensi?”. Sono convinto che lui l’associazione l’avesse aperta prima di parlarmi dei suoi progetti».Ricci ha assicurato i suoi elettori di non avere mai discusso direttamente con Esposto («Io non ho mai avuto a che fare direttamente con queste associazioni»). Per il candidato governatore a metterlo nei guai sarebbe stato Santini («Se eventualmente un collaboratore sbaglia, il sindaco è parte lesa perché viene tradita la fiducia che a questo collaboratore ha dato»). L’ex dipendente del municipio ci mostra tre foto di presentazioni di eventi in cui Esposto è immortalato a pochi passi dal primo cittadino. Sul sito del Comune un articolo è dedicato alla presentazione del Palio dei bracieri del 2023 (Santini in quel momento ha appena comprato casa). In una foto dentro all’ufficio del sindaco si vede Ricci, in braghette e Birkenstock, praticamente a fianco di Esposto (vestito in modo meno sbarazzino). I due «sconosciuti» sono un po’ più distanti in un’immagine riferita alla presentazione dell’edizione del 2022 della kermesse. Ma sono sempre all’interno di una cerchia ristretta di persone. Nello scatto celebrativo del 2019 la scena, come quasi sempre, vede protagonista Santini, immortalato festante mentre sovrasta il sindaco. Alla destra del primo cittadino c’è già Esposto. Tra loro un assessore e un volontario che lavorava alla manifestazione. In tutto nella sala ci sono solo 12 persone.Per il quarantatreenne «creativo» l’eurodeputato non può fare finta di non conoscere l’imprenditore. Non è vero, quindi, che non sapesse dell’esistenza di Opera maestra? «No, non è vero, lui la conosceva benissimo. Anche perché tutte le volte che gli veniva presentato un progetto o un preventivo c’era sempre il logo di Opera maestra. Ricci ha anche firmato determine dove c’erano il nome di Esposto o della sua associazione». Ma allora perché Ricci ha detto questa cosa così facilmente smentibile? «Perché cerca di lavarsi le mani di tutto». Ma in questo caso sarebbe un’impresa davvero difficile. «Stefano, se ricordo bene, è anche uscito in bici due o tre volte insieme con Matteo, in mountain bike. E, secondo me, ha anche delle chat. Dove parla con sindaco e gli chiede qualcosa. Bisogna vedere se Esposto non le ha cancellate». La chiacchierata finisce qui. Ma siamo certi che le parole di Santini faranno molto discutere.
«Petra Delicato» (Sky)
La terza stagione della serie con Paola Cortellesi (Sky, 8 e 15 ottobre) racconta una Petra inedita: accanto alla sua solitudine scelta, trovano spazio l’amore e una famiglia allargata, senza rinunciare al piglio ironico e disincantato.