2024-03-31
Mattarella usa la Salis contro la Meloni
Sergio Mattarella (Imagoeconomica)
Il padre di Ilaria le prova tutte per portarla a casa: comprensibile. Meno spiegabile la chiamata del Quirinale che promette impegno sul caso. E l’indipendenza della giustizia? E le carcerazioni ingiuste in Italia? Sembra più una mossa per smarcarsi dal governo...Io capisco Roberto Salis. Se avessi una figlia in carcere, portata in tribunale in catene come un animale, e con la prospettiva di rimanere dietro le sbarre per anni, sarei preoccupato come lui e forse più di lui. Busserei a tutte le porte cercando aiuto, ma non convocherei ogni giorno o quasi una conferenza stampa per accusare l’Ungheria, il suo sistema giudiziario, i suoi politici, di violazione dei diritti umani, perché credo non servirebbe a farla tornare libera, ma anzi rischierebbe di ottenere il risultato contrario. Né mi parrebbe utile criticare il governo, rivolgendomi a giornali e tv per denunciarne l’incapacità di riportare a casa una cittadina italiana. Non è stata Giorgia Meloni, ma Ilaria Salis ad andare a Budapest per manifestare contro un raduno di destra. Non è colpa del presidente del Consiglio se la militante antifascista è stata fermata dalla polizia ungherese e accusata di far parte di un gruppo abituato a spaccare la testa a chiunque non condividesse le sue idee. Né è responsabilità dell’attuale esecutivo se il codice penale magiaro giudica estremamente grave e pericoloso rompere le ossa agli avversari politici con il martello. Si può pensare ciò che si vuole di Viktor Orbán, ma l’Ungheria è un Paese sovrano e criticarlo, sostenendo che a Budapest la separazione dei poteri sia una barzelletta e Giorgia Meloni debba solo continuare a insistere per ottenerne la liberazione, come ha detto ieri Roberto Salis, non credo servirà ad aprire la cella della donna, ma semmai a richiudervela a lungo, irritando ancor più chi ha il compito di decidere.Non voglio dare lezioni a nessuno, men che meno a un padre che cerca disperatamente di riportare a casa la propria figlia, aiutandola a lasciarsi alle spalle un brutto guaio in cui si è cacciata, probabilmente senza nemmeno rendersi conto che ciò che stava facendo non era un gioco e nemmeno la solita contestazione, su cui in Italia si chiude non un occhio ma tutti e due. Tuttavia ho la sensazione che qualcuno, Ilaria per prima, abbia sottovalutato la situazione. Chiedere i domiciliari, istruendo le procedure nel rispetto della legge ungherese, era la cosa giusta da fare. Pensare invece che si potesse trovare una scorciatoia, per ottenere non si sa come una scarcerazione con trasferimento in Italia perché a Budapest Ilaria sarebbe stata in pericolo, penso sia stata la scelta più rischiosa.Ribadisco, capisco Roberto Salis e comprendo che faccia ogni cosa per la propria figlia, anche battere la testa contro il muro. Però picchiare il capo non soltanto non è detto che serva, ma forse può conseguire l’effetto opposto, con le mobilitazioni in loco dei vari compagni antifascisti. Il caso infatti rischia di diventare una bandiera, in un senso e nell’altro. Le Boldrini, gli Zerocalcare e compagnia bella, invece di aiutare Ilaria temo finiranno per contribuire a farla restare in galera.Dopo aver manifestato tutta la mia comprensione per il padre della maestrina dalla penna rossa, anche se penso che stia sbagliando e che farebbe bene ad abbassare i toni, devo però dire che non capisco affatto Sergio Mattarella. Che cosa pensa di ottenere telefonando a casa di Roberto Salis? Crede davvero che la sua chiamata aiuterà a liberare Ilaria? Non pensa che l’uso politico che si sta facendo della detenuta rischi di trasformare il caso in un affare di Stato, e dunque di renderlo sempre meno risolvibile? Il presidente della Repubblica è anche presidente del Csm, ossia del Consiglio superiore della magistratura, e spesso difende l’autonomia dei giudici. Come reagirebbe se il capo dello Stato tedesco o spagnolo facessero pubblicamente pressione, criticando implicitamente un tribunale italiano? Pensa davvero che servirebbe a fare l’interesse del detenuto - o della detenuta - nelle carceri nazionali? Ma forse l’obiettivo del Quirinale non è aiutare a risolvere il caso, bensì distinguersi rispetto al governo. Qualcuno potrebbe obiettare che Mattarella ha solo a cuore la disperazione di un padre e la situazione di una giovane donna ingiustamente detenuta. Può darsi. Ma allora ci sarebbe da chiedersi perché il capo dello Stato non abbia ugualmente a cuore le centinaia, se non migliaia, di persone arrestate senza colpa in Italia. Quanti finiscono ingiustamente in galera, e quanti sono costretti a subire condizioni indegne di un Paese civile? I numeri sono impressionanti, ma non mi risulta che Mattarella telefoni a tutti loro o ai loro parenti. Capisco che voglia smarcarsi dall’esecutivo per spalleggiare un’opposizione che boccheggia, ma credo che l’interventismo del Colle stia dando una mano a chi ritiene che una riforma con l’elezione diretta del capo dello Stato sia indispensabile per porre fine agli equivoci.
Chiara Appendino (Imagoeconomica)