2024-05-19
Mattarella prepara il suo blitz per il voto
Secondo «Repubblica», il capo dello Stato si prepara a bocciare in blocco i decreti che Meloni intende approvare prima del voto. Il pretesto sarebbe l’eccessivo ricorso alla legislazione d’urgenza. La verità è che l’opposizione alla destra si è trasferita al Quirinale. messo di traverso per ostacolare qualsiasi decisione di Palazzo Chigi. Nel passato abbiamo assistito spesso a un interventismo del Colle fuori da qualsiasi prassi. Una svolta che è coincisa con l’arrivo al Quirinale di Oscar Luigi Scalfaro e la «rivoluzione» di Mani pulite. Con il Campanaro, per la prima volta si sono rotti gli argini e da allora in poi è stata un’esondazione costante, con continui sconfinamenti di campo. Il peggio lo abbiamo dovuto registrare con Giorgio Napolitano, il quale impersonò il ruolo di prima carica dello Stato con un protagonismo mai visto, arrivando perfino a organizzare una sorta di golpe per estromettere un presidente del Consiglio regolarmente eletto, Silvio Berlusconi, sostituendolo con Mario Monti, un professore che passerà alla storia per aver consegnato il Paese nelle mani del duplex Sarkozy-Merkel, condannandolo a un decennio di mancata crescita.Ma se da Scalfaro a Napolitano abbiamo assistito a una trasformazione del ruolo istituzionale che la Costituzione assegna al capo dello Stato, non si può dire che Mattarella abbia riportato il Colle nell’alveo scavato dai padri costituenti. Anzi. L’attuale inquilino del Quirinale non soltanto ha lavorato per ottenere un secondo mandato, passaggio che la Carta su cui si basa la nostra democrazia non contempla, ma una volta conquistata la poltrona vi si è incollato, e non certo per fare scena muta. Il numero di interventi in materie che dovrebbero essere di competenza dell’autorità politica scelta dagli italiani, ormai non si conta. In particolare negli ultimi due anni, ossia da quando a Palazzo Chigi governa il centrodestra. Se Giorgia Meloni annuncia provvedimenti per arginare l’invasione migratoria delle coste italiane, Mattarella replica dicendo che gli extracomunitari sono benedetti e non si può derogare dall’accoglierli. Quando poi la maggioranza apre bocca per criticare le decisioni europee, in materia di scelte economiche o di transizione ambientale, il capo dello Stato non manca occasione di correggere la linea dicendo il contrario. Per non parlare di certe esternazioni in politica estera.Ormai il botta e risposta fra Palazzo Chigi e Quirinale sta diventando perfino imbarazzante e, se non ci fosse di mezzo la volontà degli italiani, apparirebbe perfino comico, quasi una specie di Casa Vianello. La deriva del Colle tuttavia sta cominciando a pesare. Soprattutto se rispondesse al vero quanto annunciato da Repubblica che, come è noto, è uno dei megafoni di Mattarella. Secondo la testata di casa Agnelli, il presidente della Repubblica starebbe valutando l’idea di respingere in blocco i decreti del governo, con la scusa di un eccessivo ricorso alle misure d’urgenza. Come è noto, ogni volta che c’è necessità di fare in fretta, ogni esecutivo usa questo strumento per accorciare i tempi di approvazione di un provvedimento. Nel passato, abbiamo assistito a decretazioni d’urgenza che di urgente non avevano niente se non l’ambizione di chi aveva sottoscritto la misura. Tuttavia, ogni volta che a ricorrere allo strumento era un governo di sinistra nessun presidente, Mattarella compreso, si è stracciato le vesti. Anzi, l’attuale inquilino del Quirinale ha anche lasciato che passassero i dpcm di Giuseppe Conte, senza fare un plissé quando Mario Draghi ha introdotto il green pass. Ora però a Palazzo Chigi c’è Giorgia Meloni e all’opposizione non c’è nessuno, ovvero Elly Schlein e Giuseppe Conte. Dunque, tocca al capo dello Stato supplire alle manchevolezze della parte avversa alla maggioranza. E perciò eccoci arrivati agli interventi del Colle a gamba tesa. Mattarella, secondo Repubblica, si prepara a stoppare i decreti in arrivo prima delle elezioni, negando la firma. Respingere una legge è una prerogativa del capo dello Stato, tuttavia, se l’esecutivo ripropone la misura, il presidente non può nascondere la mano, ma deve rassegnarsi. In questo Paese abbiamo visto di tutto, anche presidenti che sentendosi dei monarchi hanno detto «Non ci sto», rifiutandosi di sottoporsi al giudizio della magistratura quando secondo la Costituzione tutti, anche i capi di Stato, sono uguali davanti alla legge. Dunque, non è impensabile immaginare che il Colle respinga i decreti in arrivo, ostacolando l’azione del governo proprio nella fase più accesa di un passaggio elettorale. Certo, una mossa come quella anticipata dall’organo di casa Agnelli rappresenterebbe la fine della presunta imparzialità del Quirinale e la definitiva discesa in campo della prima carica dello Stato. Altro che rispetto della Costituzione. Ormai siamo oltre qualsiasi interpretazione.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.