2024-06-22
Mattarella celebra il Cavallino di Jaki ma a Melfi e Mirafiori non si è visto
Il capo dello Stato arriva in elicottero a Maranello per l’inaugurazione del nuovo edificio dedicato all’elettrico. È il secondo incontro con Elkann. Sulla smobilitazione di Stellantis in Italia però il Colle è rimasto in silenzio.Dopo un investimento di 200 milioni e due anni di lavori, Ferrari ieri ha inaugurato a Maranello l’e-building dove saranno prodotte dal prossimo anno la Purosangue e la Sf90 Stradale, dal 2026 la prima auto elettrica che verrà presentata a fine 2025 (il prezzo verrà fissato un mese prima del lancio ma si parla di circa mezzo milione di euro). Il nuovo edificio ha una superficie complessiva di 42.500 metri quadri, ci lavorano 300 persone e ospiterà, appunto, la produzione e lo sviluppo dei motori a combustione interna, di quelli ibridi e dei nuovi motori elettrici. La «e» sta per «energy, evolution e environment», ha sottolineato ieri l’ad del gruppo del Cavallino, Benedetto Vigna. Aggiungendo che dal prossimo anno, al nuovo e-building, Ferrari non farà più ricorso al gas per l’elettricità. «Abbiamo installato più di 9.000 pannelli solari, abbiamo adottato nuove tecnologie come la cella a combustibile pronta per l’idrogeno e abbiamo fatto un maggiore uso di energia rinnovabile, riducendo i metri cubi di gas che utilizziamo. Entro l’inizio del 2025 spegneremo il nostro trigeneratore e non bruceremo più gas per produrre elettricità, riscaldamento e raffreddamento». Ad annunciare la Ferrari elettrica era stato Sergio Marchionne: «Se qualcuno fa la supercar elettrica, Ferrari sarà la prima a farlo», aveva detto l’allora amministratore delegato di Fca nel gennaio del 2018. Convinto che una Ferrari elettrica da strada gli avrebbe infatti consentito di rubare la scena a Elon Musk, il patron di Tesla. Lo stesso Marchionne - scomparso nel luglio dello stesso anno - aveva però molte perplessità sull’elettrico per le auto «normali». Alla fine di maggio 2014, durante una conferenza a Washington, aveva sorpreso molti dei presenti con questa dichiarazione: «Spero che non compriate la 500 elettrica, perché ogni volta che ne vendo una perdo 14.000 dollari. Sono abbastanza onesto da ammetterlo». Insomma, Marchionne era già convinto che produrre auto elettriche fosse antieconomico. Secondo il Marchionne dell’epoca, tutte le case (a eccezione della Tesla) vendevano le elettriche in perdita. «Se vendessimo solo elettriche», aveva aggiunto Marchionne nel 2014, «dovrei tornare a Washington a chiedere un prestito: saremmo in bancarotta». Insomma, un conto sono le supercar e un conto le utilitarie. E a giudicare da come stanno andando le vendite dell’elettrico aveva ragione: giovedì scorso sono usciti i dati del Centro studi promotor sulle immatricolazioni di auto elettriche in Europa: a maggio sono diminuite del 10,8% rispetto allo stesso periodo del 2023 con veri e propri crolli in alcuni mercati importanti come quello della Germania (-30,6%) e dell’Italia (-18,3%) e con una contrazione delle vendite di elettriche pure, passata dal 15,2% del 2023 al 13,9%. Nel frattempo, l’industria cinese dei veicoli elettrici ha ricevuto almeno 231 miliardi di dollari in sussidi e aiuti governativi dal 2009 alla fine dello scorso anno sotto forma di esenzioni fiscali sulle vendite, finanziamenti per le infrastrutture e sconti per gli acquirenti, secondo un’analisi pubblicata dal Center for strategic and international studies (Csis), con sede negli Stati Uniti. L’entità del sostegno governativo rappresenta il 18,8% delle vendite totali di auto elettriche tra il 2009 e il 2023 mentre il rapporto tra tale spesa e le vendite di veicoli elettrici è diminuito di oltre il 40% negli anni precedenti al 2017, a poco più dell’11% nel 2023. Ma torniamo a Maranello. Perché ieri all’inaugurazione del nuovo e-building è arrivato nel pomeriggio anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, atterrando con l’elicottero sulla pista di Fiorano. Gli è stata consegnata una lampada fatta con pezzi di scarto dei motori delle auto del Cavallino rosso, un pezzo unico realizzato dai lavoratori. È la seconda volta dall’inizio dell’anno che Mattarella incontra Elkann, ieri in qualità di numero uno della Ferrari. Lo scorso 6 febbraio, nei giorni caldi dello scontro tra il governo e Stellantis il nipote dell’Avvocato aveva passato una giornata fitta di appuntamenti nella Capitale vedendo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, l’ambasciatore Usa in Italia, Jack Markell, il comandante generale dell’Arma dei carabinieri, Teo Luzi, il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, e anche il capo dello Stato. Prima al Quirinale, dunque, e poi ieri a Maranello (dove negli ultimi dieci anni i dipendenti sono cresciuti di circa il 75%, negli ultimi sei del 30%). Non a Melfi o a Mirafiori (dove negli ultimi mesi è cresciuto il numero dei dipendenti in cassa integrazione perché diminuisce la produzione). E chissà se ieri Mattarella ha colto l’occasione di chiedere conto al presidente di Ferrari, ma anche di Stellantis, di come immagina il futuro dell’industria automobilistica in Italia. Ieri John Elkann ha dichiarato: «Sappiamo che la tecnologia e l’innovazione non significano nulla senza le persone. Come disse il nostro fondatore: “Le fabbriche sono fatte di macchine, muri e persone. La Ferrari è fatta soprattutto di persone”». Anche le fabbriche italiane di Stellantis.
(Arma dei Carabinieri)
All'alba di oggi i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Chieti, con il supporto operativo dei militari dei Comandi Provinciali di Pescara, L’Aquila e Teramo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia de L’Aquila, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantacinquenne bengalese ed hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 19 persone, tutte gravemente indiziate dei delitti di associazione per delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di reati in materia di immigrazione clandestina, tentata estorsione e rapina.
I provvedimenti giudiziari sono stati emessi sulla base delle risultanze della complessa attività investigativa condotta dai militari del NIL di Chieti che, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno fatto luce su un sodalizio criminale operante fin dal 2022 a Pescara e in altre località abruzzesi, con proiezioni in Puglia e Campania che, utilizzando in maniera fraudolenta il Decreto flussi, sono riusciti a far entrare in Italia diverse centinaia di cittadini extracomunitari provenienti prevalentemente dal Bangladesh, confezionando false proposte di lavoro per ottenere il visto d’ingresso in Italia ovvero falsificando gli stessi visti. L’associazione, oggi disarticolata, era strutturata su più livelli e si avvaleva di imprenditori compiacenti, disponibili a predisporre contratti di lavoro fittizi o società create in vista dei “click day” oltre che di di professionisti che curavano la documentazione necessaria per far risultare regolari le richieste di ingresso tramite i decreti flussi. Si servivano di intermediari, anche operanti in Bangladesh, incaricati di reclutare cittadini stranieri e di organizzarne l’arrivo in Italia, spesso dietro pagamento e con sistemazioni di fortuna.
I profitti illeciti derivanti dalla gestione delle pratiche migratorie sono stimati in oltre 3 milioni di euro, considerando che ciascuno degli stranieri fatti entrare irregolarmente in Italia versava somme consistenti. Non a caso alcuni indagati definivano il sistema una vera e propria «miniera».
Nel corso delle indagini nel luglio 2024, i Carabinieri del NIL di Chieti hanno eseguito un intervento a Pescara sorprendendo due imprenditori mentre consegnavano a cittadini stranieri documentazione falsa per l’ingresso in Italia dietro pagamento.
Lo straniero destinatario del provvedimento cautelare svolgeva funzioni di organizzazione e raccordo con l’estero, effettuando anche trasferte per individuare connazionali disponibili a entrare in Italia. In un episodio, per recuperare somme pretese, ha inoltre minacciato e aggredito un connazionale. Considerata la gravità e l’attualità delle esigenze cautelari, è stata disposta la custodia in carcere presso la Casa Circondariale di Pescara.
Nei confronti degli altri 19 indagati, pur sussistendo gravi indizi di colpevolezza, non vi è l’attualità delle esigenze cautelari.
Il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro, da anni, è impegnato nel fronteggiare su tutto il territorio nazionale il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, fenomeno strettamente collegato a quello dello sfruttamento lavorativo.
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Novità per i cittadini. Da questo mese stop al telemarketing da numero mobile, mentre il 30 novembre potrebbe arrivare lo stop a molti autovelox non conformi alle normative.