2023-11-09
Il massacro di Gaza incendia l’islam. L’Ue non segua gli Usa
Davide Piccardo (Imagoeconomica)
L’Occidente si è svegliato dall’oblio e adesso rischia di finire in una guerra di religione. Mentre Washington perde quota.Siamo ormai a un mese da quella che si configura come una delle più gravi escalation del conflitto che da decenni insanguina la terra di Palestina. La Storia non inizia il 7 ottobre, Gaza è stata oggetto di bombardamenti innumerevoli volte in questi decenni, la situazione dei palestinesi è drammatica anche fuori da Gaza, basti guardare alla Cisgiordania e considerare che l’occupazione era brutale anche quando Hamas ancora non esisteva.L’istantanea che guardiamo ora ci racconta di più di 10.000 morti tra i civili palestinesi, la metà di questi sono bambini, di ospedali e campi profughi bombardati e di una popolazione allo stremo, senza cibo, senz’acqua, quasi senza più cure. Ci racconta anche del dramma dei civili israeliani che sono stati uccisi nell’offensiva palestinese del 7 ottobre, ma si tratta appunto di un’istantanea, uguale a tante altre che l’hanno preceduta. Il mondo periodicamente si risveglia dall’oblio in cui aveva comodamente abbandonato il destino del popolo palestinese e si mobilita su opposti schieramenti. Usa ed Europa stanno con Israele, che in nome dell’occidentalismo considerano un avamposto, ma appena le bombe smettono di cadere torna l’oblio e con esso le illusioni. La prima illusione è quella della normalizzazione dell’esproprio, della spoliazione, dei campi profughi in cui sono cresciute ormai quattro generazioni di palestinesi, un’illusione perché quei palestinesi si tramandano da generazioni la chiave della casa in Palestina. Ne sanno qualcosa quei regimi arabi che con gli Accordi di Abramo miravano a istituzionalizzare i floridi rapporti politici ed economici con Israele, alla faccia dei palestinesi. Quegli accordi sono saltati, quantomeno sono stati messi in freezer dal 7 ottobre. Ora si fa largo una nuova illusione: quella di cancellare la questione manu militari, ma si tratta di nuovo di un altro grave errore che nasce dalla convinzione che dall’altra parte ci sia un gruppo di terroristi che «tiene in ostaggio il suo popolo» e non un movimento popolare, con ampio radicamento e che oggi incarna le istanze di liberazione dei palestinesi. Ed è infatti funzionale a questo approccio la rappresentazione di Hamas come una sorta di nuova Al Qaeda, per fare un revival della guerra al terrorismo fondata sull’assunto dello scontro di civiltà. Si rispolvera quindi l’idea che il mondo ci odi perché portatori (sani) di democrazia e libertà, e si applica questa logica al contesto israelo-palestinese. Le questioni sono ben più prosaiche: gli americani applicavano una nuova strategia per prolungare la propria supremazia invadendo prima l’Iraq e poi l’Afghanistan, mentre Israele fa la guerra per mantenere ed espandere il suo dominio coloniale.Noi che siamo qui e dovremmo avere la lucidità necessaria, non dobbiamo farci arruolare in guerre di civiltà e di religione. Farlo è pericolosissimo perché ci porta a un conflitto senza quartiere quando le cose invece vanno circoscritte e affrontate con la politica. In Afghanistan gli Usa sono dovuti scappare e a Kabul ci sono i talebani, l’Iraq dopo un milione di morti è nell’orbita iraniana. Allo stesso modo le guerre feroci che Israele ha condotto contro i civili non sono servite a essere più sicuri ma hanno portato la resistenza palestinese a un livello inedito di capacità militare. Qualche giorno fa un ministro del governo Netanyahu ha sostenuto la necessità di lanciare un’atomica su Gaza. Non mi ha stupito, è coerente con la loro logica: se non sono disposti a nessun passo indietro sulla colonizzazione - mentre scrivo Israele si sta espandendo con nuove colonie - l’unica soluzione è fare un Olocausto di palestinesi. Passano i giorni e la questione in Occidente scivola via dalle prime pagine, ma non è così nel mondo arabo-islamico. Più giungono immagini strazianti da Gaza più monta la rabbia, la pressione popolare potrebbe costringere i governi a fare qualcosa. Israele è internamente fragile e il contesto internazionale sta cambiando velocemente con gli Usa che perdono quota. La pace si basava sulla repressione delle aspirazioni palestinesi, ora la regione potrebbe essere il teatro di nuove guerre per procura. L’Europa già gravemente danneggiata dalla guerra con la Russia, rischia di compromettere i rapporti con i Paesi musulmani nel quadrante geopolitico più strategico.Dobbiamo adoperarci per un cessate il fuoco immediato e per esigere che Israele avvii un processo di pace serio, per farlo bisogna superare il senso di colpa storico per le sofferenze inflitte agli ebrei e responsabilizzarsi per ciò che l’Europa ha fatto ai palestinesi dalla dichiarazione di Balfour in poi. Gli ebrei devono comprendere che il colonialismo non è un buon affare per la loro sicurezza a lungo termine e i palestinesi, gli arabi e i musulmani in generale devono capire che non si può pretendere che la Storia faccia marcia indietro. Quella porzione di mondo non potrà prescindere dalla presenza ebraica e nemmeno dalla presenze palestinese sia islamica che cristiana ed è d’obbligo lavorare a una soluzione che contempli pace, diritti e dignità per tutti. Davide Piccardo, direttore del quotidiano La Luce
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.