2021-02-10
Le mascherine cinesi di Arcuri mettono in pericolo i medici
Test per «Fuori dal coro»: dovrebbero filtrare il 95%, oscillano invece tra il 26 e il 49%. Lotti dell'azienda produttrice dati a medici e infermieri del Friuli Venezia Giulia.«È una merda». Nella nostra storia a sibilare la scurrile esclamazione non è stato, come tramanda la leggenda, Pierre Cambronne di fronte alla rotta di Waterloo, bensì il titolare della Fonderia Mestieri di Torino, Marco Zangirolami, che ha verificato per conto della trasmissione di Rete4 Fuori dal coro la qualità di due delle mascherine Ffp2 che facevano parte di un lotto della maxi commessa da 1,25 miliardi di euro e 801 milioni di pezzi acquistata in Cina dal commissario per l'emergenza Covid, Domenico Arcuri. Le due protezioni sono state testate nei laboratori dell'azienda di Zangirolami. Espressioni colorite a parte, il risultato del test di laboratorio eseguito sui due campioni di Kn95 prodotti dalla Wenzhou huasai commodity co. Ltd e validate l'11 maggio scorso come equivalenti alle Ffp2 dal Comitato tecnico scientifico (Cts) è devastante: «Dal confronto dei risultati di prova con i valori limite richiesti dalla norma Uni En (l'acronimo che identifica le norme tecniche europee applicate nel nostro Paese, ndr), NON risultano rispettati i requisiti previsti dalla norma […] per quanto attiene le semi-maschere filtranti per nessuna classe di prodotto». Per essere a norma (ossia assicurare un filtraggio del 95 percento), i due campioni sottoposti a test avrebbero dovuto avere una penetrazione massima del sei percento (considerato il margine di tolleranza previsto in laboratorio), ma il primo è risultato avere il 73,99 per cento di penetrazione all'agente di prova (olio di paraffina), il secondo del 50,98 percento (in questo caso per l'esperimento è stato utilizzato il cloruro di sodio). In poche parole, lascerebbero passare rispettivamente 12,3 volte e 8,4 volte in più del massimo consentito nei test strumentali per le Kn95/Ffp2.Le mascherine prodotte dalla Wenzhou huasai risultano essere parte della commessa da 100 milioni di Ffp2 affidata il 6 aprile scorso dalla struttura commissariale alla società di import-export cinese Wenzhou light industrial products, costate 2,16 euro l'una. Le aziende cinesi che hanno prodotto le mascherine vendute all'ufficio di Arcuri dalla Wenzhou light sono 8 e i loro prodotti sono stati tutti certificati dal Cts sulla base della documentazione cinese consegnata dai fornitori, come consentito dalla normativa sull'emergenza Covid.Su Internet, compulsando l'elenco dei materiali approvati dal Cts, apprendiamo che durante la seduta numero 69 dell'11 maggio sono stati ratificati i pareri dell'Inail sui dispositivi di protezione individuale di tre produttori entrati nella fornitura Wenzhou light: la Anhui zhongnan air defence works protective co. ltd, la Wenzhou xilian electrical technology co. ltd e appunto la Wenzhou huasai commodity co. ltd.Nel verbale i nomi dei tre produttori sono omissati, ma per tutti la formula usata per l'approvazione, avvenuta «sulla base delle evidenze documentali» è la stessa: «i risultati di tali prove evidenziano valori di tenuta verso l'interno, capacità di filtrazione e resistenza respiratoria nei limiti previsti per un dispositivo Kn95. Pertanto, il Dpi proposto presenta efficacia protettiva analoga a quella prevista per i dispositivi di protezione individuale (Ffp2) previsti dalla normativa vigente».Ma evidentemente qualche controllo non deve aver funzionato, se mascherine con un livello di protezione assolutamente inadeguato sono state promosse come Kn95 e destinate al personale ospedaliero. Secondo quanto emerge dal servizio realizzato da Carmen La Gatta andato in onda ieri infatti un quantitativo di mascherine realizzate dalla Wenzhou huasai risulta essere stato consegnato a medici e infermieri degli ospedali del Friuli Venezia Giulia a partire dal 27 maggio 2020. Una notizia che solleva un interrogativo inquietante: quanti dei 2.937.000 pezzi di Kn95 prodotte dalla Wenzhou huasai sono finiti negli ospedali e nelle Rsa italiane?Quanti uomini e donne incaricate di salvare le nostre vite sono andati «in guerra» senza adeguate protezioni, come i soldati italiani nella campagna di Russia?Quello che sappiamo è che quelle mascherine sono state fatturate alla struttura commissariale in 8 tranche e arrivate in Italia con voli provenienti da Shangai, atterrati all'aeroporto di Milano Malpensa tra il 30 aprile e l'8 maggio 2020.Il 19 maggio, 8 giorni dopo il via libera del Cts, la Sunsky Srl ha emesso una fattura, la 19/2020, per provvigioni del valore di 400.000 euro intestata alla Wenzhou light, «per il secondo lotto di 10 milioni di mascherine Ffp2/Kn95 (parte del contratto da 100 milioni di pezzi), venduti alla “Presidenza del Consiglio dei ministri italiana, Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica Covid-19", come da lista delle vostre fatture allegata». All'interno di quello stock da 10 milioni di mascherine citato nel documento della Sunsky ci sono anche quelle che, secondo il laboratorio torinese incaricato dalla trasmissione televisiva, non rispetterebbero gli standard di protezione previsti dalle normative. La lettera di incarico tra la Sunsky Srl e la Wenzhou light prevedeva provvigioni sulle mascherine Ffp2/Kn95 pari a 0.055 euro al pezzo, e quindi le mascherine prodotte dalla Wenzhou huasai hanno portato nelle casse della Sunsky 161.535 euro. Non male per delle mascherine che, in base al test svolto dalla Fonderia Mestieri, non rispetterebbero i requisiti richiesti dalle norme europee «per nessuna classe di prodotto» e che sono costate alle casse dello Stato 6.343.920 euro. Abbiamo cercato sul mercato le mascherine della Wenzhou huasai, per adesso invano. Mentre altri produttori che hanno partecipato alla maxi commessa che complessivamente ha portato nelle casse della Wenzhou light 590 milioni di euro, hanno poi chiesto e ottenuto le certificazioni europee e si sono affacciate sul mercato online dei Dpi. Tra queste anche una delle società che hanno ottenuto il via libera dal Cts l'11 maggio, la Anhui zhongnan air defence works.Attualmente le sue mascherine Ffp2 vengono commercializzate all'ingrosso attraverso un portale di e-commerce cinese. Con prezzi, spedizione esclusa, che spaziano tra 0,28 centesimi di dollaro (al cambio 0,23 centesimi di euro) per quantità tra 1.000 e 99.999 e 0,18 centesimi di dollaro (pari a 0,15 centesimi di euro) per ordini superiore al milione di pezzi. La struttura commissariale ha ricevuto 14.107.000 di mascherine Kn95 prodotte dalla Anhui zhongnan pagandole 2,16 euro l'una, consegna compresa, ma prive di certificazione Ffp2. Prezzo totale della fornitura 30,4 milioni di euro. La stessa quantità, oggi che sul mercato i prezzi si sono livellati verso il basso, costerebbe a un qualsiasi cliente 14 volte meno, 2,161 milioni di euro, ma con in più la certificazione europea.