2020-05-15
Mascherinagate e le polizze di Zinga. Oggi scade il termine per riscuotere
Le garanzie per la copertura sull'acquisto dei dispositivi affidate a una compagnia che non poteva operare. La Regione aveva anticipato 15 milioni per protezioni mai viste. Il segretario dem a rischio nuova figuraccia.L'accordo prevedeva che nel caso in cui le mascherine non fossero arrivate, la Regione Lazio avrebbe chiesto indietro gli anticipi ed escusso le polizze che avrebbero dovuto garantire la copertura dell'accordo. «Non lasceremo nulla di intentato. Va naturalmente avanti anche l'iter che riguarda le polizze. È stata chiesta già il primo maggio l'escussione e il 15 (oggi per chi legge, ndr) è il termine ultimo per la riscossione». Ecco la notizia della giornata. Chi parla è il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. E proprio per questo era da tempo che non si registrava una seduta così attesa nel Consiglio regionale. Nei 50 minuti del suo intervento sul Mascherinagate ha rivelato una novità importante: è stato avviato il processo per ottenere dall'azienda Seguros Dhi-Atlas ltd il pagamento delle due polizze a garanzia dell'affare con l'Eco tech srl, l'azienda che avrebbe dovuto consegnare 9,5 milioni di mascherine (ne hanno consegnate 2 milioni). La Regione, per quel capitolo, aveva anticipato 15 milioni di euro.I nodi forse sono venuti definitivamente al pettine. Ma di soldi non se ne è vista neanche l'ombra. E, come è facile immaginare, con molta probabilità non se ne vedrà neppure in futuro. Come ha ricostruito nelle settimane scorse La Verità, a capo della società che ha emesso le due garanzie fideiussorie farlocche c'è Andrea Battaglia Monterisi. L'uomo che è anche imputato in un processo di camorra a Benevento. Classe 1964, il broker di Barletta è l'uomo della Seguros Dhi-Atlas, una società dominicana con un ufficio a Londra (dove ha costituito una ltd, una specie di srl, del valore di 1.000 sterline). Il nostro giornale è stato il primo a sospettare sulle garanzie a copertura delle mascherine. La prova è arrivata dall'Istituto sulla vigilanza delle assicurazioni e dalla Banca d'Italia. L'Ivass in data 22 aprile, infatti, ha scritto: «La Seguros Dhi-Atlas ltd è una società con sede nel Regno Unito che non risulta abilitata all'esercizio dell'attività assicurativa in Italia né in regime di stabilimento né in regime di libera prestazione di servizi». Parole pesanti come macigni. E la pietra tombale sulla liceità a emettere polizze targate Seguros Dhi-Atlas ltd ci è stata fornita da Banca d'Italia: «Non risulta iscritta nell'albo degli intermediari finanziari né risulta aver effettuato alcuna comunicazione di avvio di operatività in Italia».A metà pomeriggio abbiamo chiamato Andrea Battaglia Monterisi per capire se oggi sarebbero state saldate le due polizze, ma il broker pugliese ha dato ai cronisti sì e no il tempo di presentarsi. «La ringrazio per l'attenzione», ha ripetuto per tre volte prima di interrompere bruscamente la conversazione. Battaglia Monterisi è anche legato alle polizze mai presentate dal Palermo calcio. Nel maggio 2019 la sua società nominò rappresentante per il mercato italiano Carlo Camilleri, l'uomo incaricato dagli amministratori della società di calcio siciliana di trovare, in qualità di intermediario, le garanzie per il campionato di serie B. Ma le polizze non vennero mai presentate, contribuendo parzialmente al fallimento della società sportiva. Ci voleva davvero poco, insomma, a capire come stavano le cose. Durante il suo intervento il consigliere di Fratelli d'Italia Sergio Pirozzi, per esempio, spiega: «Eco tech manda un certificato che fa riferimento a un codice cancellato con un pennarello. Quando lo ricevo, vado da mia figlia, che ha undici anni, per farmi leggere il testo in inglese. Mia figlia digita il codice e dice “papà, ma questo corrisponde a un apparecchio per il riconoscimento facciale". Non so di quale faccia, ma sicuramente non si tratta di mascherine. Ecco, quando arriva un documento cancellato, controllatelo». Nonostante la questione si sia fatta molto imbarazzante, la Regione Lazio quattro giorni fa ha diffuso un festante comunicato stampa con cui si dava notizia dell'esistenza di un piano di rientro di Eco tech e della restituzione di 1.756.000 euro su 13.520.000. Oltre a Eco tech, nel piano di rientro compaiono le altre due società partner: la Exor Sa (acronimo di Extreme in orthopedics) e la Giosar ltd. La prima avrebbe dovuto reperire sul mercato le mascherine e in un secondo momento fornirle ad Eco tech che a sua volta le avrebbe consegnate a Regione Lazio. Invece la seconda, guidata dall'imprenditrice Stefania Cazzaro, che ha alle spalle già un fallimento, si sarebbe dovuta occupare delle spedizioni. Dove sono finiti i soldi? Cesare Gai, legale della Eco tech, spiega: «Il secondo milione pattuito con Exor ancora non è arrivato». Pausa. «Questa società però non è scomparsa, con loro abbiamo delle interlocuzioni». Della Giosar ltd che deve rimborsare in un'unica soluzione 4.740.000 euro, invece, non si hanno più notizie. «Per loro si è presentato un avvocato, ma io non lo conosco», aggiunge Gai. E a questo punto anche il piano di rientro comincia a farsi tortuoso.