2022-04-12
Mariupol verso la caduta. Il porto è dei russi
Gli invasori avanzano nella città martoriata. I marines attaccano il loro governo: «Munizioni finite, è la battaglia finale. Promesse non mantenute». Kiev nega: «La difesa continua». Mosca si prepara all’attacco nel Donbass. I ceceni: «Prenderemo la capitale».Mariupol è data ormai per «caduta» nelle mani dei russi e Mosca si prepara a sferrare l’attacco finale al Donbass. La situazione sul terreno, ad est e sud-est dell’Ucraina, indica che le ostilità si intensificheranno nei prossimi giorni e che si preparano scontri durissimi. Per quanto riguarda la città che è diventata ormai il simbolo dell’ostinata resistenza ucraina, la martoriata Mariupol, pare che le milizie separatiste filorusse siano riuscite a conquistare ulteriori spazi. La città è divisa in due. I combattenti ucraini, che sono circa 3.000, si trovano nel porto principale a sud-ovest e nell’acciaieria Azovstal a est. «Oggi sarà il nostro ultimo giorno di combattimento. Le munizioni stanno finendo», hanno scritto su Facebook i marines della 36° Brigata Bilinsky. Dalla brigata critiche anche al comandando dell’esercito e al presidente Volodymyr Zelensky: «Durante oltre 40 giorni di intensi combattimenti, il nemico gradualmente ci ha respinto, ci ha circondato e ora sta cercando di distruggerci. Ci sono state solo promesse non mantenute», denunciano i militari a Mariupol. Secondo Denis Pushilin, capo della repubblica filo-russa di Donestk, però, Mariupol sarebbe già in mano russa. «Il porto di Mariupol è stato liberato» e «lo scalo è sotto il nostro controllo», ha dichiarato Pushilin. Il comandante delle forze armate ucraine, Valery Zaluzhny, ha dal canto suo dichiarato che «La difesa di Mariupol continua. Il collegamento con le unità delle forze di difesa che difendono eroicamente la città è stabile e viene mantenuto». In queste ore frenetiche, le operazioni di soccorso per la popolazione sono sempre più difficili. Nove autisti che lavorano per «Help People», associazione di volontari ucraini che porta cibo e medicine e assiste nelle evacuazioni, sono stati trattenuti dall’esercito russo mentre si trovavano in Donbass con veicoli privati, proprio per aiutare l’evacuazione dei civili da Mariupol. I soldati russi li hanno fermati e avrebbero cercato di convincerli a portare gli autobus in Russia. «Quando gli autisti hanno rifiutato, sono stati fatti prigionieri», ha spiegato Alex Voronin, il capo dell’organizzazione non governativa. Stando inoltre a quanto riportato dalla commissaria ucraina per i diritti umani, Lyudmila Denisova, 33.000 tra gli abitanti di Mariupol sono stati deportati con la forza in Russia e nei distretti occupati della regione di Donetsk. Nelle zone occupate della città «è in corso una brutale retata di civili, condotta con l’assistenza di collaboratori locali», denuncia Denisova. E mentre Mariupol è ormai stritolata nella morsa che già la stringeva da giorni, si preparano tempi drammatici per tutto il Donbass. Le immagini satellitari, mostrano centinaia di veicoli militari russi, tra cui elicotteri da combattimento e artiglieria in movimento. A confermarlo anche il Pentagono. Primo obiettivo dell’attacco, in base alle previsioni, sarebbe la città di Izium. Poi toccherebbe a Dnipro, considerata dai russi «obiettivo strategico». La tragica lettura degli eventi sembra confermata da Ramzan Kadyrov, comandante delle milizie cecene impegnate nella guerra in Ucraina. «Ci sarà un’offensiva. Non solo su Mariupol, ma anche su altri luoghi, città e villaggi. In primo luogo libereremo completamente Luhansk e Donetsk, e poi prenderemo Kiev e tutte le altre città», ha detto in un video. Le minacce si fanno sempre più concrete, tanto che la vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk è tornata a invitare gli abitanti delle regioni di Luhansk, Donetsk e Kharkiv a lasciare le proprie abitazioni. «Spesso la decisione di evacuare si rimanda, si pensa che tra un po’ la guerra finirà. Purtroppo devo dire che non sarà così. Dobbiamo essere resilienti e molto responsabili verso noi stessi e le nostre famiglie. Se è possibile evacuare, allora per favore evacuate», ha affermato la vicepremier. Con il futuro che si mostra quantomai incerto, l’unico dato indubitabile è la base da cui partire per la tragica conta dei morti. Secondo l’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni unite per i diritti umani, 1.793 civili sono stati uccisi e 2.439 feriti in Ucraina da quando è iniziata l’invasione russa su larga scala. Tra i morti ci sono «458 uomini, 294 donne, 27 ragazze e 46 ragazzi, 69 bambini e 899 adulti il cui sesso è ancora sconosciuto. I feriti includono 279 uomini, 213 donne, 47 ragazze e 46 ragazzi, 136 bambini e 1.718 adulti il cui sesso è ancora sconosciuto». L’Ohchr, anzi, ritiene che le cifre siano anche più alte. «Sono oltre 7,1 milioni le persone sfollate. La metà sono bambine e bambini», ha affermato Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia. «I bambini e le bambine continuano a essere uccisi, feriti e profondamente traumatizzati dalla violenza devastante che li circonda», ha aggiunto. Se la violenza si intensifica nell’est dell’Ucraina, tanto che la regione di Kharkiv è stata bombardata dai russi 66 volte nelle ultime 24 ore (gli attacchi hanno causato 11 morti, tra cui un bambino di 7 anni, mentre un altro di 14 è stato ferito) c’è da aggiungere, comunque, che l’allarme per attacco aereo si sono udite un po’ in tutte le città da Kiev a Odessa, Dnipro e Leopoli.