2021-06-15
Dalla Serie D a Euro 2020. Marco Rossi, il ct dell'Ungheria che sfida Cr7
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L'Europeo oggi scopre l'allenatore italiano che alle 18 alla Puskas Arena di Budapest affronterà il Portogallo di Cristiano Ronaldo nella partita che apre il girone di ferro con Germania e Francia, in campo alle 21 all'Allianz Arena di Monaco.Di storie quest'Europeo ce ne ha regalate già molte, ma quella di Marco Rossi, ct dell'Ungheria, merita più di qualche riga.A Euro 2020, oltre alla nazionale di Roberto Mancini, c'è un pezzetto di Italia anche nell'Ungheria che questo pomeriggio alle 18 affronterà alla Puskas Arena di Budapest i campioni in carica del Portogallo di Cristiano Ronaldo. Il condottiero che ha guidato la selezione magiara alla qualificazione all'Europeo è un allenatore italiano di 56 anni e il suo nome è Marco Rossi. Un nome e un cognome forse un po' troppo diffusi per far parlare di sé, ma una lunga gavetta alle spalle che gli consente oggi di sedersi sulla sua panchina e vedere su quella della squadra avversaria nomi del calibro di Fernando Santos, Joachim Low e Didier Deschamps, ct che hanno vinto le ultime tre grandi competizioni internazionali tra Europei e Mondiali.Marco Rossi da calciatore cresce nel Torino e si afferma in Serie A con le maglie di Brescia e Sampdoria tra il 1988 e il 1995, poi due esperienze all'estero, in Messico con l'America e in Germania con l'Eintracht Francoforte, prima del rientro in Italia dove chiude la carriera con Piacenza, Ospitaletto e Salò nel 2000. Appose le scarpe al chiodo comincia a fare l'allenatore nel 2003 dalle giovanili del Lumezzane, poi la prima squadra del club bresciano, poi tre stagioni alla guida della Pro Patria tra esoneri e ritorni. Nel 2008-2009 accetta la chiamata dello Spezia, oggi in Serie A, ma allora in Serie D. Scafatese e Cavese sono le ultime due tappe prima del periodo sabbatico e della decisione di emigrare all'estero. Più che periodo sabbatico, quello tra il 2011 e il 2012 fu un anno di inattività in cui Rossi pensò addirittura di smettere e abbandonare la carriera di allenatore e cominciarne una nuova da commercialista nello studio del fratello. Ma ecco la chiamata che non ti aspetti e che ti cambia vita e carriera professionale. È l'Honved, club di grande tradizione che Rossi riporta in alto con la conquista del titolo nazionale nel 2017, a distanza di 24 anni dall'ultima volta. In Italia cominciano ad accorgersi di lui e nel 2018 a Coverciano gli viene consegnata la Panchina d'oro, premio speciale riservato agli allenatori italiani che riescono a vincere un campionato all'estero. Nel frattempo un'altra esperienza in Slovacchia alla guida del Dac Dunajska Streda e poi, il 20 giugno 2018, la firma sul contratto che lo lega alla nazionale ungherese. L'Iffhs - Federazione internazionale di storia e statistica del calcio - lo inserisce al nono posto della classifica dei migliori allenatori delle nazionali del 2020.Ci si chiede allora come sia possibile che quest'allenatore non abbia ancora trovato lo spazio che merita nel calcio professionistico italiano. A dare una risposta ci ha provato direttamente il ct dell'Ungheria, che in una recente intervista ha dichiarato: «Se fossi rimasto in Italia oggi sarei a lavorare nello studio di commercialista di mio fratello. In Italia la meritocrazia purtroppo non esiste. Nell'anno che rimasi fermo ricevetti tre proposte, ma mi dissero che per allenare, in serie C, avrei dovuto pagare. Fui schifato. Preferii stare lontano dal calcio pensando appunto ad un altro lavoro».