
Giuseppe Conte pensa a sconti fiscali e rinvio tasse per l'isola lazzaretto. Intanto scoperti 53 nuovi migranti infetti tra Sicilia e Calabria.«I diritti umani vanno praticati, non predicati. Altrimenti è solo retorica. Retorica dell'accoglienza che tante volte diventa business dell'accoglienza. Io non sono disponibile a girarmi dall'altra parte. E della sicurezza sanitaria del territorio io sono e mi sento responsabile». Già prima di entrare a Palazzo Chigi il governatore siciliano Nello Musumeci aveva esternato la sua posizione. Anche perché le condizioni dell'hotspot di Lampedusa, dove il governo vorrebbe continuare a stipare gli immigrati nonostante sia al collasso da tempo, comprando il silenzio degli abitanti in cambio di un taglio alle tasse, sono «semplicemente disumane». Musumeci accompagna con queste parole un video, postato sulla sua pagina Facebook, che documenta una delle ispezioni.Dopo Pozzallo e Ragusa, la task force della Regione siciliana ha bocciato pure Lampedusa.Il lager che il governo vuole mantenere attivo ospita gli immigrati «disposti in maniera disordinata in parte seduti ed in parte sdraiati su materassi in spugna». Non solo, gli ispettori della task force siciliana, nelle 36 pagine della relazione di cui La Verità è entrata in possesso, danno atto che «erano tra loro separati da nastri segnaletici in base alla data di sbarco e relativo arrivo all'hotspot, segnalati su un foglio di carta A4, compilato a mano, appeso sul nastro segnaletico». Solo alcuni degli immigrati indossavano mascherine chirurgiche. E i dormitori erano anche in condizioni peggiori: «Scarse condizioni di ordine e igiene, con letti a castello disposti in fila, talora con materassi accavallati tra più file». I servizi igienici? «In scarsissime condizioni di ordine e di igiene, con rifiuti diffusamente sparsi sui pavimenti e i corridoi di ingresso che rendono di fatto inagibili gli stessi». Anche nella parte posteriore della struttura gli immigrati soggiornano ammassati: «Erano presenti numerosi ospiti disposti in maniera disordinata, in parte su brande e in parte su materassi in spugna, che rendevano di fatto impossibile il transito e la fruibilità dei viali». Vettovaglie e prodotti alimentari sono stati certificati come «in mediocri condizioni di ordine e di igiene, disposti disordinatamente in cataste e su scaffalature sino ad arrivare al tetto del locale». Il rischio che si trasformi in un focolaio è elevata: «La popolazione è epidemiologicamente mista, ovvero includente individui sia positivi che negativi al tampone, che positivi negativizzatisi». E anche per le altre malattie (scabbia e tubercolosi) la situazione sembra essere esplosiva: «In un contesto di evidente e noto sovrappopolamento assumono aspetti ancora più rilevanti rispetto alle strutture sino a ora analizzate». Le conclusioni: «Stante le peculiari caratteristiche di emergenza in cui versa la struttura, che rendono impossibile ogni prevenzione, se non per quella parziale attenuazione correlata allo stazionamento prevalentemente in luogo aperto, sebbene in condizioni di inevitabile costante assembramento degli ospiti». Un'osservazione che si ritiene valida anche le caso in cui gli ospiti scendano a quota 187 (quota prevista). Inoltre, l'esecuzione dei tamponi, effettuati al ritmo di circa 200 al giorno a fronte delle migliaia di migranti ospitati e dei continui e ripetuti arrivi di nuovi sbarcati, non sono sufficienti. I positivi al tampone, non intercettati rapidamente, nell'attesa dell'esito del test possono facilmente trasmettere l'infezione ai negativi. E sui negativi non vengono eseguiti ulteriori tamponi. Lampedusa, insomma, è una polveriera. Mentre a Pozzallo, dove sono arrivati i 18 immigrati che erano a bordo della Asso 29, il sindaco cerca di tenere lontani i due che sono risultati positivi al test: «Non dovranno essere ospitati nell'hotspot». In Sicilia, a conti fatti, degli 83 nuovi casi positivi rilevati ieri, 16 sono ospiti del centro accoglienza Agrigento, uno in quello di Trapani, e nove in quello di Lampedusa, per un totale di 26 immigrati con coronavirus. In Calabria, invece, sui 32 tamponi positivi rilevati, 27 sono stati effettuati su immigrati. A palazzo Chigi la riunione sull'emergenza siciliana è cominciata alle 18. Con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, c'erano anche quello della Difesa Lorenzo Guerini, il responsabile dell'Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, oltre ai titolari di Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, e degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio (in video collegamento). Presente alla riunione anche il capo della protezione civile Angelo Borrelli. Ad accompagnare il governatore Musumeci (sostenuto nel piazzale di Palazzo Chigi dagli attivisti della Lega) c'era il sindaco di Lampedusa Totò Martello. È su di lui che con molta probabilità il governo cerca di far leva. Si vocifera di «una leggina specifica per Lampedusa, in forma di emendamento a uno dei diversi decreti in discussione in Parlamento, che risponderà alla richiesta di esenzione da alcune tasse e rinvio di altre». Lampedusa potrebbe trasformarsi quindi nel porto franco degli immigrati. Ma il governo sembra dimenticare che l'emergenza immigrazione non tocca soltanto la Sicilia e Lampedusa (per ora è il principale approdo dei barconi) in particolare.
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