
Dopo i disastri degli anni scorsi, torna il rischio esondazioni e alluvioni nella regione «rossa». Evacuate circa 6.500 persone tra Ravenna e Bagnocavallo. Allarme anche in Toscana, nei comuni del fiorentino 1.471 persone isolate nelle frazioni.Ancora una volta rischio alluvioni ed esondazioni hanno mantenuto l’allerta rossa in Emilia-Romagna, colpita da forti piogge negli ultimi giorni. Ieri, nuovi rovesci e violenti temporali con forti grandinate, soprattutto a San Giovanni in Persiceto, avevano fatto temere il peggio. Allerta meteo pure il Toscana, con fiumi e corsi d’acqua sempre monitorati. Da oggi migliorano le condizioni metereologiche in entrambe le regioni, ma assieme al fango e alle abitazioni allagate rimangono le polemiche per la messa in sicurezza del territorio nell’emergenza maltempo. In Romagna, dove le evacuazioni hanno interessato circa 6.500 persone soprattutto a Ravenna e Bagnocavallo, la piena del fiume Lamone è passata senza provocare i temuti danni e il livello di fiumi, torrenti è in continuo calo. «Gli interventi fatti negli ultimi due anni dalla Regione Emilia-Romagna sono stati molto importanti, anche se ovviamente non sono ancora sufficienti», ha ammesso il presidente della Regione, Michele de Pascale. «Ad esempio, il Lamone è stato molto colpito, ma se avesse piovuto ancora di più, o se fosse stato maggiormente coinvolto il Marzeno, difficilmente saremmo riusciti a contenere le acque nell’area di pianura». Si prosegue nell’emergenza alluvioni e disastri.Comunque, ci sono stati allagamenti a Faenza, e a Riolo Terme diverse famiglie sono isolate a causa di una frana. Ieri era stato riaperto sulla statale Adriatica il ponte di Mezzano sopra il fiume Lamone, bloccato dall’accumulo di rami e tronchi d’albero. Già a settembre 2024 una diga di legname a ridosso del ponte ferroviario della linea Ravenna-Castel Bolognese a Boncellino (Bagnacavallo) aveva contribuito a far tracimare il Lamone. Nel Bolognese, a San Benedetto Val di Sambro si è riattivata la grande frana in località Cà di Sotto. Lo scorso ottobre si era rimessa in movimento, dopo circa 30 anni di quiescenza, sempre in seguito alle abbondanti precipitazioni e due giorni fa ha provocato allagamenti nelle abitazioni vicine al fronte della frana. Nulla di nuovo sulla pericolosità della frana, eppure nulla si è ancora fatto per risolvere il problema. A Bologna, dove il sindaco Matteo Lepore stima che ci siano stati danni per 5 milioni di euro, sono 31 le strade provinciali con problemi di percorribilità. La conta è sempre quella di famiglie isolate per strade interrotte, come è accaduto al confine tra Imola e Casalfiumanese; o senza l’unico ponte che permetteva collegamenti, come accade ai cittadini di Campotto, in provincia di Ferrara, che da agosto ne aspettano i lavori di ricostruzione. Oggi è allerta arancione solo per la pianura modenese, nelle province di Reggio Emilia e Modena e nella pianura bolognese nelle province di Bologna, Ferrara e Ravenna dove è previsto il passaggio delle piene del Secchia, del Reno e dei suoi affluenti di destra «con livelli prossimi o superiori alla soglia 2». Sotto pressione sono soprattutto gli argini del bacino del Reno. Nel resto del territorio è invece allerta idraulica gialla.Erano nove, in tutta la provincia di Firenze, i Comuni che avevano frazioni isolate con 1.471 persone in difficoltà. A Firenze, ieri l’Arno era tornato sotto il primo livello di guardia ed era diminuita la portata dell’acqua. L’allerta era così scesa ad arancione in Mugello e nelle aree più vicine a Firenze (oggi il codice passa a giallo). Giardini, parchi, cimiteri, restano inaccessibili in città fino a domani notte, per verificare che alberi e piante non siano pericolanti.Sempre fino alla mezzanotte di sabato era invece proseguita rossa l’allerta per rischio idraulico del reticolo principale relativo al bacino inferiore dell’Arno e a quello di Bisenzio e Ombrone pistoiese. Dalle 14 di oggi diventa codice arancione. Allarme rosso fino a ieri sera anche a Pisa. Nei dintorni del capoluogo, Grassina e Ponte a Ema, si contano i danni per l’esondazione di corsi d’acqua minori. A Sesto Fiorentino, per la rottura dell’argine destro del torrente Rimaggio sono stati allagati negozi e abitazioni. A Empoli era straripato l’Orme; a Vicchio la Sieve che ha portato acqua e fango nelle fabbriche. Un uomo è stato salvato in mezzo al fiume. Strade allagate, persone isolate e fino a martedì non si potrà viaggiare sulla linea ferroviaria Mugello -Faenza perché le precipitazioni hanno provocato danni ai binari e agli impianti tecnologici. Per la tratta Firenze Castello - Empoli, lungo il fiume Arno, che è stata interrotta, bisognerà aspettare almeno fino al 24 marzo. A Marradi, ai piedi dell’Appennino tosco-romagnolo, «il Comune è tagliato fuori dal resto della Toscana: al momento abbiamo circa 120 persone isolate e 29 persone evacuate», segnalava il sindaco Tommaso Triberti, invitando la popolazione ad evitare spostamenti peraltro impossibili visto che la maggior parte delle strade rimanevano chiuse.I vigili del fuoco di Arezzo hanno soccorso con un gommone a Fauglia, in provincia di Pisa, due famiglie rimaste bloccate in casa a causa dell’innalzamento dell’acqua. Le persone portate in salvo erano sette, tra le quali due anziani e un neonato. Si cerca comunque di tornare alla normalità, riaprendo cinema, musei e strutture ricreative al chiuso. La partita Fiorentina-Juventus in programma questa sera allo stadio Franchi di Firenze e che sembrava annullata, si giocherà regolarmente.
Federico Cafiero De Raho (Imagoeconomica)
Giovanni Russo avrebbe scritto al suo capo che il finanziere Pasquale Striano andava allontanato dalla Direzione nazionale antimafia.
«Procuratore, il problema è questo qua. In un assetto così gerarchizzato ma nello stesso tempo così stretto come la Direzione nazionale antimafia […] tutti i soggetti apicali in qualche modo sono fuori controllo». Giovanni Russo, già procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia, braccio destro di Federico Cafiero De Raho (ora parlamentare pentastellato) lo precisa il 21 maggio 2025 davanti ai magistrati della Procura di Roma titolari dell’inchiesta sulle spiate nelle banche dati investigative ai danni di esponenti del mondo della politica, delle istituzioni e non solo, che ha prodotto 56 capi d’imputazione per le 23 persone indagate. Russo non risparmia «Franco Roberti», poi diventato parlamentare europeo del Pd.
Matteo Salvini (Ansa)
Il ministro: «Le toghe politicizzate sono una minoranza pericolosa da isolare per il bene della democrazia». L’ex membro Csm: «Le opinioni dell’Anm si riverberano sulle inchieste». Ambrogio Cartosio: «Ricostruzioni fantasiose».
La verità fa male: lo scoop di ieri del nostro giornale, con l’intervista del vicedirettore Giacomo Amadori al giudice Anna Gallucci, fa tornare indietro di anni le lancette del rapporto tra politica e magistratura e scatena la inevitabile indignazione di Matteo Salvini. La Gallucci ha rivelato, tra le altre cose, un episodio inquietante accaduto a Termini Imerese e risalente al 2018: «ll procuratore (Ambrogio Cartosio, ndr), titolare per legge dei rapporti con i cronisti», ha raccontato tra l’altro la Gallucci, «mi autorizzò a partecipare con lui a una conferenza stampa, all’indomani delle elezioni politiche del 2018.
Roberto Scarpinato (Imagoeconomica)
La presunta frode elettorale travolse i leghisti. Ma a processo è finito solo un «big» delle preferenze del centrosinistra. Il pm di allora conferma tutto. E va al contrattacco.
L’intervista a questo giornale della pm di Pesaro Anna Gallucci ha scosso il mondo politico e quello giudiziario. La toga ha denunciato il presunto indirizzo «politico» dato alla maxi inchiesta Voto connection della Procura di Termini Imerese, dove la donna lavorava, un’indagine che riguardava voto di scambio (riqualificato dal gip in attentato contro i diritti politici dei cittadini), favoritismi e promesse di lavoro in vista delle elezioni comunali e regionali del 2017. La pm ci ha rivelato che l’allora procuratore Ambrogio Cartosio (che ha definito la ricostruzione della ex collega come «falsa» e «fantasiosa») la avrebbe spronata a far arrestare due esponenti della lista «Noi con Salvini», specificando che «era un’iniziativa condivisa con il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato» e l’avrebbe, invece, invitata a chiedere l’archiviazione per altri soggetti legati al centro-sinistra. Ma la Gallucci non avrebbe obbedito. Un’«insubordinazione» che la donna collega ad alcune sue successive valutazioni negative da parte dei superiori e a una pratica davanti al Csm.
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Performance a tripla cifra per Byd, Lynk&Co e Omoda/Jaecoo grazie agli incentivi.
Byd +535,3%, Lynk&Co +292,3%, Omoda/Jaecoo +386,5%, «altre» +419,2% e fra queste c’è Leapmotor, ovvero il partner cinese di Stellantis che raggiunge l’1,8% della quota di mercato solo a novembre. Lo scorso mese le immatricolazioni auto sono rimaste stabili nei confronti dello stesso periodo di un anno fa, tuttavia c’è stato un +131% circa delle vetture elettriche, grazie agli incentivi che hanno fatto felici i principali produttori di veicoli a batteria: i cinesi. Come emerge appunto dalle performance a tripla cifra messe a segno dai marchi dell’ex celeste impero. La quota di mercato delle auto elettriche è volata così nel mese al 12,2%, rispetto al 5,3% del novembre 2024.
«La spinta degli incentivi ha temporaneamente mitigato l’anomalia del mercato italiano, riavvicinandolo agli standard europei», sottolinea il presidente di Motus-E, Fabio Pressi. «Appurato l’interesse degli italiani per la mobilità elettrica, strumenti di supporto alla domanda programmatici e prevedibili conseguirebbero anche da noi risultati paragonabili a quelli degli altri grandi mercati Ue», osserva ancora Pressi, citando a titolo d’esempio «l’ormai improcrastinabile revisione della fiscalità sulle flotte aziendali».






