Il mancato endorsement a Kamala Harris da parte del «Washington Post», deciso dal proprietario, incendia la redazione e desta scandalo. Eppure, finora il magnate era visto come un illuminato che salva i giornali dal fallimento. Adesso, invece, è dipinto come un censore.
Venerdì notte l’attacco cyber e l’invio di oltre 100 caccia dopo aver avvertito il nemico, invitandolo a non reagire. Quattro i soldati uccisi, sistemi di difesa ko, ma la Repubblica islamica minimizza i danni.
Washington parla di «autodifesa» di Netanyahu. Tajani: «Non conviene alzare il livello dello scontro».