
La compagnia iraniana sotto sanzioni Usa segnala i voli su Milano e Roma come attivi. L'Enac smentisce, ma il caso ha già fatto innervosire Washington e rischia di riaprirsi.«Dopo il 15 dicembre non ci sono voli autorizzati della compagnia Mahan Air» e «pertanto i voli segnalati non possono essere operati». È la risposta che l'Enac (l'Ente nazionale per l'aviazione civile) ci ha inviato ieri dopo che avevamo chiesto una precisazione alla luce del fatto che diversi siti di tracciamento dei voli aerei segnalavano come programmati per i prossimi giorni i collegamenti tra Teheran e Milano Malpensa (volo codice W5110) e la capitale iraniana e Roma Fiumicino (W5140).Come spiegarsi allora la programmazione di questi voli nonostante la decisione dell'Enac di lasciare a terra il vettore? Facciamo un passo indietro. Gli ultimi voli da e per l'Italia operati da Mahan Air sono stati effettuati fino al 15 dicembre scorso. Poi è arrivato lo stop deciso dall'Enac (con una nota del 30 ottobre), che è diventato effettivo fermando la compagnia aerea iraniana, sotto sanzioni da parte degli Stati Uniti per appoggio al terrorismo e alla proliferazione nucleare.Perché allora molti siti, riferendosi ai voli Mahan Air, recitano ancora scheduled, cioè «programmato»? Secondo una fonte diplomatica statunitense si tratta del tentativo da parte della compagnia di mettere in difficoltà la politica italiana nei confronti di Washington, sulla scia di molti articoli pubblicati dai media del regime in cui si accusava il nostro governo di sudditanza agli Stati Uniti.La decisione dell'Enac arrivò quasi un mese dopo l'avvertimento lanciato dal Città eterna dal segretario di Stato americano Mike Pompeo, che a inizio ottobre, nel bel mezzo delle tensioni tra Italia e Stati Uniti per l'adesione di Roma alla Via della seta cinese, aveva incontrato il premier Giuseppe Conte e il suo omologo, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. A preoccupare Washington, che soltanto una ventina di giorni fa ha imposto nuove sanzione a Mahan Air per proliferazione di armi di distruzione di massa in Siria e in Yemen, era stata la scelta del vettore di aumentare la frequenza dei collegamenti tra Italia e Iran, facendo diventare il volo Teheran- Roma Fiumicino bisettimanale, come già accadeva per la tratta tra la capitale iraniana e Milano Malpensa. Questo nuovo impegno verso l'Italia da parte della compagnia sotto sanzioni Usa non aveva suscitato alcuna preoccupazione nei ministri competenti del governo di allora, il Conte I: né da Enzo Moavero Milanesi, capo della Farnesina, né da Danilo Toninelli, titolare dei Trasporti già scottato dal crollo del Ponte Morandi di Genova, si levò una parola contraria. Invece, alcune settimane fa, durante un incontro con La Verità, è stato il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz a puntare (è stata la prima volta per Gerusalemme) il dito contro Mahan Air invitando l'Unione europea a inserire il vettore nella sua blacklist. Appena era uscita la nota dell'Enac avevamo chiesto qualche informazione in più e l'Ente ci aveva inviato una precisazione: «Tutti i collegamenti da e per l'Italia del vettore Mahan Air saranno interrotti dal 15 dicembre, fino a nuova determinazione». Questa espressione, «nuova determinazione», è sembrata al dipartimento di Stato americano un tentativo di lasciare aperta la porta al ritorno della compagnia aerea da parte dell'Italia, incurante dell'avvertimento lanciato a luglio dal Tesoro Usa circa la possibile applicazione di sanzioni verso chi avrebbe continuato a permettere lo scalo a Mahan Air. Ora però, dopo i tentativi iraniani di imbarazzare l'Italia, gli Stati Uniti hanno riacceso i riflettori sui rapporti tra Roma e Teheran.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».
Luca Marinelli (Ansa)
L’antica arte partenopea del piagnisteo strategico ha in Italia interpreti di alto livello: frignano, inteneriscono e incassano.
Venghino, siori, venghino, qui si narrano le gesta di una sempiterna compagnia di ventura.
L’inossidabile categoria dei cultori del piagnisteo.
Che fa del vittimismo una posa.
Per una buona causa: la loro.
Ecco #DimmiLaVerità del 6 novembre 2025. L'ex ministro Vincenzo Spadafora ci parla del suo movimento Primavera e della situazione nel centrosinistra.
Antonio Filosa (Stellantis)
La batteria elettrica è difettosa. La casa automobilistica consiglia addirittura di parcheggiare le auto lontano dalle case.
Mentre infuria la battaglia mondiale dell’automobile, con la Cina rampante all’attacco delle posizioni delle case occidentali e l’Europa impegnata a suicidarsi industrialmente, per Stellantis le magagne non finiscono mai. La casa automobilistica franco-olandese-americana (difficile ormai definirla italiana) ha dovuto infatti diramare un avviso di richiamo di ben 375.000 automobili ibride plug-in a causa dei ripetuti guasti alle batterie. Si tratta dei Suv ibridi plug-in Jeep Wrangler e Grand Cherokee in tutto il mondo (circa 320.000 nei soli Stati Uniti, secondo l’agenzia Reuters), costruiti tra il 2020 e il 2025. Il richiamo nasce dopo che si sono verificati 19 casi di incendi della batteria, che su quei veicoli è fornita dalla assai nota produttrice coreana Samsung (uno dei colossi del settore).






