2024-12-01
Madrid s’inventa il lockdown anti nubifragio
Pedro Sanchez e Maria Jesus Montero (Ansa)
Il governo spagnolo ha approvato un decreto che prevede l’istituzione del congedo climatico retribuito in caso di emergenza meteo Ancora una volta, come con il Covid, invece di prevenire i disastri con le giuste opere pubbliche, si sceglie di chiudere tutti in casa.Tra i tanti splendidi doni che ci ha fatto la pandemia da Covid c’è un prezioso insegnamento di cui le classi dirigenti stanno facendo ottimo uso. La lezione è la seguente: se non sei in grado di gestire una situazione complessa e non puoi garantire la sicurezza dei cittadini, chiudili in casa e tutto sarà facilmente risolto. Andò così con i lockdown: incapaci di ascoltare tanto la scienza quanto il buonsenso e non sapendo che pesci pigliare, i politici di mezzo mondo hanno deciso di blindare la gente dentro le abitazioni. In questo modo hanno provocato danni inenarrabili, ma hanno dato l’illusione di aver fatto qualcosa, e al contempo hanno scaricato sulla popolazione la responsabilità e il peso dell’emergenza. Ebbene, a quanto pare la strategia funziona anche in ambito non sanitario e si rivela buona per affrontare emergenze di vario tipo, a partire da quella ambientale. Ad aprire la strada, nel 2021, è stato il Canada, che ormai da tempo rappresenta l’avanguardia del wokismo globale. Ora si è accodata la Spagna che, come spiegava ieri il Corriere della Sera, «a un mese dal disastro ambientale che ha travolto la regione di Valencia spazzando via oltre 220 vite, approva un provvedimento che può fare la storia della prevenzione: Il congedo climatico».Il nome è furbetto: richiama il congedo di maternità, ma in realtà si tratta di una reclusione forzata in caso di minaccia climatica. «Il governo di Madrid guidato dal leader socialista Pedro Sánchez», scrive il Corriere, «ha approvato - il Parlamento avrà un mese di tempo per convertirlo in legge - il decreto che consente ai lavoratori di ottenere fino a quattro giorni di congedo retribuito in caso di condizioni meteorologiche estreme che potrebbero metterne a rischio la vita durante il percorso tra casa e posto di lavoro. [...] Nel testo del provvedimento si precisa che il lavoratore può beneficiare del congedo solo se l’azienda dà il proprio consenso: in caso contrario non è possibile far scattare le tutele previste dal congedo climatico. Le singole società hanno quindi la facoltà di negare i permessi qualora le condizioni climatiche non siano così allarmanti e nel caso in cui il dipendente possa comunque svolgere le proprie mansioni da casa in smart working, così come precisato dallo stesso ministro dell’Economia Carlos Cuerpo. È inoltre prevista la possibilità di estendere il congedo nel caso in cui l’allarme dovesse protrarsi più dei quattro giorni previsti per legge». Insomma, se i fiumi esondano si ha diritto, previo consenso della azienda, a restare a casa per quattro giorni o più, con retribuzione. Tutto questo potrebbe anche essere interessante, se non fosse che proprio il governo di Pedro Sanchez negli anni passati - come hanno ricordato di recente i giornali spagnoli ha messo in campo politiche che vietano di «effettuare ripulimenti minimi dei fiumi, dando priorità alla conservazione della vegetazione e della fauna». Un approccio «green» che però «riduce la capacità di drenaggio dei fiumi, aumentando così il rischio di danni alla popolazione, all’agricoltura, alle infrastrutture pubbliche e alle proprietà private in caso di piogge intense». Queste scelte, sistematizzare in un documento del 2023, sono state ampiamente rivendicate da Teresa Ribera, ministro della Transizione ecologica (e nuovo vicepresidente della Commissione Ue con delega al green deal: una garanzia). Sotto la sua supervisione, «il governo ha completamente vietato il dragaggio per rimuovere i sedimenti e ripristinare la capacità di drenaggio dei fiumi». Per farla breve: la politica rifiuta di pulire i corsi d’acqua e non lavora adeguatamente per garantire la sicurezza delle zone più sensibili. E se per caso arriva l’alluvione, non trova di meglio che dire ai cittadini «restate in casa». In fondo versare un piccolo obolo è più facile e forse meno dispendioso che effettuare adeguata manutenzione. Soprattutto, se qualcuno decide comunque di allontanarsi dalla dimora lo fa a suo rischio e pericolo. La responsabilità ricade sui cittadini e sulle aziende, a cui spetta anche qualche ulteriore seccatura. Come informa il Corriere della Sera, «per rendere la tutela più completa, la normativa sul congedo climatico ridisegna gli obblighi delle imprese in materia di sicurezza, prevedendo che ogni azienda adotti un piano di azione per fronteggiare condizioni meteo difficili». Già: fronteggiare le emergenze climatiche spetta ai cittadini (a cui viene elargito un obolo affinché non frignino troppo) e alle aziende. Così le istituzioni possono serenamente latitare e lavarsi la coscienza. A ben vedere, in Emilia Romagna non hanno agito poi molto diversamente. Anche lì hanno accuratamente evitato di realizzare le casse di espansione necessarie e di svolgere adeguata manutenzione in più di un caso. Ad avvenuto disastro non hanno trovato di meglio che lanciare allerte rosse e chiudere le scuole (ma non i mercatini e altre attività commerciali). È il modello lockdown ibridato con il reddito di cittadinanza: invece di organizzare politiche attive che migliorino le condizioni, ti pago per non lavorare e ti invito a non uscire di casa, così che tu possa non risultare un peso e possa evitare di imbarazzare tutti morendo sotto il fango.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.