2025-05-18
I giochi sporchi di Macron sulla guerra
Emmanuel Macron (Getty Images)
Il presidente francese pur di indebolire l’Italia derubrica a «fake news» l’ipotesi di invio di truppe. Peccato che smentisca sé stesso e il ministro inglese, che proprio mentre il galletto parlava ha ribadito la possibilità di spedire soldati in Ucraina.Emmanuel Macron ha accusato ieri Giorgia Meloni di diffondere fake news. A scatenare l’ira del presidente francese è stato il comunicato che il premier italiano ha diffuso dopo che alcuni siti, e soprattutto certi esponenti della sinistra, avevano strumentalizzato la sua assenza al vertice di Tirana, parlando di un’esclusione dell’Italia dall’incontro dei «volenterosi». «Rispetto al dibattito sulla mancata presenza nelle riunioni tra Gran Bretagna, Francia, Polonia Germania e Ucraina», ha spiegato Meloni, «devo ribadire una cosa che ho già detto diverse volte e cioè che l’Italia ha da tempo dichiarato di non essere disponibile a mandare truppe in Ucraina». Quindi, ha ribadito il presidente del Consiglio, non avrebbe senso partecipare a riunioni che hanno obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la disponibilità a dare un contributo. Chiaro, no? Per tutti, ma non per Macron il quale, da galletto francese offeso nell’orgoglio, si è indispettito e ha diffuso a sua volta una nota per spiegare che nessuno, a Kiev nei giorni precedenti ma neppure a Tirana venerdì, ha parlato di inviare truppe. «Bisogna essere seri sull’informazione, abbiamo discusso di pace e di garanzie di sicurezza per l’Ucraina». Guardiamoci, ha detto (immaginiamo quanto fosse impettito Monsieur le President mentre pronunciava queste frasi) dal «divulgare notizie false, ce ne sono a sufficienza di quelle russe».Peccato che il gruppo di volenterosi, di cui l’Italia non ha alcuna intenzione di fare parte, sia nato proprio con l’intenzione non di dare una mano a Kiev, ma di inviare in Ucraina un contingente militare di sostegno alle esauste truppe di Zelensky.La prima volta che Macron e compagni si riunirono a Londra, Trump aveva appena cacciato il presidente ucraino dalla Casa Bianca, dicendogli che non aveva le carte per resistere all’avanzata di Mosca. Cercando di infilarsi nel varco aperto dallo scontro in diretta tv dallo studio ovale, il presidente francese, insieme a Keir Starmer, diede vita ai «volenterosi», ovvero a un gruppo di Paesi che fuori dall’Onu, dalla Nato e pure dalla Ue dichiararono di voler sostenere l’Ucraina. E affinché si capisse che l’aiuto non si sarebbe limitato alle parole, l’inquilino dell’Eliseo ha più volte parlato di invio di truppe in territorio ucraino. In un’intervista al quotidiano Le Parisien e rilanciata dall’agenzia di stampa Reuters, appena una settimana fa Macron annunciava un consulto con altri partner, tra i quali citava espressamente la Gran Bretagna, «per supportare potenzialmente l’Ucraina nella sua lotta contro la Russia con truppe». «Stiamo lavorando sulla presenza e l’impronta strategica dei partner. Ci sono stati diversi scambi tra i nostri capi di stato maggiore britannico, francese e ucraino. Tutto questo sta diventando chiaro e sta facendo dei progressi». Insomma, fino a un giorno prima dell’incontro di Kiev uno dei principali promotori dei «volenterosi» parlava di truppe da inviare in Ucraina e di coordinamento fra vertici militari dei Paesi volenterosi. Del resto, che Francia e Gran Bretagna scaldino i motori di carri armati e aerei, rivelando una gran voglia di entrare in guerra, non è un mistero, visto che non solo Macron ha parlato più volte di soldati da inviare al fronte, ma lo stesso giorno del vertice di Tirana, il ministro inglese della Difesa, John Healey, durante un incontro che si è svolto a Roma ha dichiarato: «Truppe in Ucraina? La pianificazione è condotta dai militari e include trenta Paesi: stiamo considerando piani per la sicurezza in mare e in cielo, perché una Ucraina forte è un deterrente contro Putin. Se è necessario siamo disponibili a mandare truppe in Ucraina, assieme ad altri attori. Non vorrei dare altri dettagli, perché non vorrei informare anche Putin, ma ci sono delle pianificazioni che però dovrebbero rimanere classificate».Dunque, due dei principali attori del gruppo dei volenterosi, secondo ciò che hanno dichiarato Macron il 10 maggio e il ministro della Difesa inglese il 16, si stanno preparando per non essere più spettatori di un conflitto, ma parte in causa. Lo fanno al di fuori di un mandato Onu, di un mandato Nato e pure della Ue. Lo fanno per scopi e interessi che sono a tutti noti, in quanto sia Starmer che Macron sono leader in crisi, che se si votasse domani verrebbero mandati a casa. Ma non essere più spettatori e inviare truppe significa una cosa precisa: entrare in guerra. Ed è per questo che, dopo aver lanciato il sasso, cioè aver rilasciato numerose dichiarazioni, oggi Macron nasconde la mano, dicendo che a Tirana non si è parlato di inviare a Kiev dei soldati. Il tentativo di fare retromarcia dopo aver gonfiato il petto è patetico, mentre i baldanzosi proclami rilasciati alla stampa nei giorni scorsi sono da irresponsabili. Quanto alle notizie false, credo che negli ultimi mesi il presidente francese si sia dimostrato un grande esperto non solo di fake news, ma anche in facce di bronzo.
Abiy Ahmed e Giorgia Meloni (Ansa)
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