2022-04-12
Macron non conquista nuovi elettori. Devastazioni e roghi a Rennes e Lione
Il presidente uscente non ha brillato al primo turno delle presidenziali, Marine Le Pen cerca il ribaltone con i voti in arrivo dai candidati esclusi dal ballottaggio. Militanti di estrema sinistra appiccano incendi nelle due città.Nonostante il primo turno delle elezioni presidenziali francesi abbia mandato al ballottaggio, come nel 2017, Emmanuel Macron e Marine Le Pen, la corsa all’Eliseo di quest’anno non è una fotocopia di quella precedente. I dati definitivi, usciti dalle urne, hanno disegnato un panorama politico completamente sconvolto da questa elezione e lasciano la porta aperta a delle sorprese per il secondo turno. In effetti, nonostante lo storytelling della maggior parte dei media italiani, il presidente uscente non ha vinto bene il primo turno. Domenica, Macron ha ottenuto il 27,8% contro il 23,15% di Le Pen. Meno di cinque punti percentuali. Cinque anni fa, al primo turno, il vantaggio dell’attuale inquilino dell’Eliseo era stato del 2,7%. Quindi dopo un quinquennio al vertice dello Stato, Macron non è stato capace di attirare a sé molti nuovi elettori. D’altra parte, il bilancio non è del tutto positivo. Basti ricordare i due anni di manifestazioni dei Gilet gialli, che hanno spaccato il Paese, le bugie raccontate dal governo ai cittadini sull’inutilità delle mascherine, all’inizio della pandemia di Covid, o, ancora, la voglia «di rompere le scatole» ai francesi non vaccinati affermata da Macron alcuni mesi fa. Al contrario, Marine Le Pen è riuscita ad arrivare al secondo turno dopo una campagna lunga e piena di imprevisti. L’ultimo di questi, è stata l’invasione russa dell’Ucraina. Il presidente uscente sperava di beneficiare del suo ruolo di «capo di guerra». Ma questo è stato vero solo per una quindicina di giorni. L’andamento dei sondaggi ha, infatti, registrato una scivolata dell’attuale capo dello Stato a partire dal 10 marzo scorso, quando poteva contare sul voto dei 31,5% degli elettori sondati, mentre Le Pen non superava il 18%. Il primo turno si è concluso anche con due altre importanti sorprese. In primo luogo, quella prodotta dal risultato del leader dell’Union populaire, una coalizione di varie forze di estrema sinistra, Jean-Luc Mélenchon. Questo deputato è una vecchia volpe della politica francese e, con il suo indiscusso talento oratorio, è riuscito ad arrivare a un passo dal ballottaggio, con un risultato ancora migliore di quello che aveva ottenuto cinque anni fa. Il quasi 22% dei voti raggiunto domenica scorsa, fa gola ai due finalisti. Ufficialmente, Mélenchon ha detto che «non un solo voto» del suo partito andrà a Marine Le Pen al secondo turno, ma la realtà sembra essere un’altra. Da circa un anno, vari istituti demoscopici registrano la disponibilità a votare per la candidata del Rassemblement national, da circa il 30% degli elettori di Mélenchon. Una percentuale simile, si tapperebbe il naso e voterebbe Macron, mentre circa il 40% sarebbe orientato all’astensione. Una possibile conferma di questa tendenza è arrivata domenica sera da Rennes e Lione, dove qualche decina di militanti di estrema sinistra ha appiccato degli incendi e devastato alcune vie del centro delle due città, per protestare contro il risultato del primo turno.C’è poi il caso Éric Zemmour. Dopo la sua discesa in campo, lo scorso autunno, l’ex polemista era cresciuto moltissimo nei sondaggi, per finire al 9%. Dalle urne, ha ottenuto poco più del 7%, ma il suo risultato non è da sottovalutare. In primo luogo, perché è un serbatoio di voti certi per Le Pen. Inoltre, non va dimenticato che Zemmour è un neofita della politica, che è riuscito a creare dal niente il partito Reconquête!, aggregando oltre 100.000 aderenti tra il 5 dicembre 2021 e il 14 febbraio scorso. Il quarto classificato al primo turno, è anche riuscito a imporre, nella campagna delle presidenziali, le crisi della sicurezza e dell’immigrazione che vive la Francia. Tra le sorprese riservate dalle urne francesi, domenica sera, ci sono anche i pessimi risultati delle due candidate del Partito socialista, Anne Hidalgo (1,75%) e della destra moderata dei Républicains, Valérie Pécresse (4,78%). La prima è stata punita anche per la sua pessima gestione di Parigi, della quale è sindaco. La seconda, non ha invece beneficiato della sua posizione di presidente della più importante regione francese, l’Ile-de-France. Anche i verdi hanno deluso. Il loro candidato Yannick Jadot ha ottenuto solo il 4,63% delle preferenze. E dire che, anche in Francia, non passa giorno senza che questa forza politica, ormai residuale, non rivendichi una presunta centralità delle tematiche ambientali tra le preoccupazioni dei francesi. A quanto pare, questi sono più preoccupati dell’aumento del prezzo della benzina e dell’elettricità provocate, almeno indirettamente, dalla smania antinucleare che gli ecologisti hanno trasmesso a Macron nell’ultimo quinquennio.Tra due settimane, il 24 aprile, i francesi torneranno ai seggi per il secondo turno delle presidenziali. Per Macron e Le Pen inizia una nuova campagna. Già oggi, entrambi erano sul terreno per incontrare gli elettori. Macron è stato intervistato da BfmTv, e ha dichiarato: «Sull’età pensionabile non voglio dividere il Paese» e ha ipotizzato il ricorso a un referendum. Marine Le Pen, invece, ha ribadito che non vuole uscire dall’Ue ma farla «evolvere». Nei primi sondaggi per il secondo turno Macron ottiene una vittoria risicata.