2018-07-22
Macron e Vaticano vogliono Boeri premier
I poteri forti hanno programmato per tempo il fenomeno dell'immigrazione: ormai possiamo solo gestirlo, non più fermarlo. Ecco perché in molti, dalla Francia alla Chiesa, vedono di buon occhio l'attuale presidente dell'Inps come successore di Giuseppe Conte. E se, anziché mandare a casa Tito Boeri, Emmanuel Macron e papa Francesco lo volessero addirittura come prossimo premier dell'Italia? Facciamo un passo indietro. Lo scrivente ritiene sia quasi utopistico riuscire, con la migliore volontà e i massimi sforzi, a frenare il processo di immigrazione in corso. Si potrà forse riuscire a ridistribuirlo un po' meglio, ad avere qualche vantaggio-contentino, ma temo che detto processo saremo costretti a subirlo. Le «armi» con cui verremo costretti a farlo non sono solo di moral suasion, ma son fatte di rating. Il «gioco» per noi è molto complesso ed è troppo tardi per cambiarlo, perché è stato deciso e pianificato da tempo. Per cercare di spiegarlo partiamo dagli obiettivi, certo nobili, del Nuovo ordine mondiale degli anni Settanta, miranti a risolver rischi di conflitto dovuti a più fenomeni quali: troppe diseguaglianze economiche nelle diverse aree al mondo; religioni e culture religiose troppo dogmatiche e assolutiste; pericoli di nazionalismi; crescita della popolazione insostenibile per l'ambiente, ecc. Le strategie adottate per realizzare detti obiettivi dovevano perciò porre fine al rischio di guerre e terrorismo, di diseguaglianze, di povertà, di intolleranza religiosa, di nazionalismi, di eccessi di popolazione e di sfruttamento dell'ambiente, ecc. Per il bene di tutti si avviò quel processo che avrebbe dovuto: riequilibrare la distribuzione della ricchezza, omogeneizzare le culture e relativizzare le religioni, creare stati globali verso i nazionalismi, frenare la natalità, ecc. Detto progetto è in gran parte fallito e il risultato è stato la crisi economica irreversibile, gli squilibri geopolitici conseguenti e la sorpresa immigrazione. Le spiegazioni date nelle varie fasi del processo di immigrazione son state confondenti fin dall'inizio, nelle cause ed effetti. Cominciano con la spiegazione che fa leva sulla «solerzia umanitaria», dovuta a guerre, povertà, clima... Proseguono con il tentativo di convincere sulla indispensabilità economica dei migranti, con la spiegazione che sono necessari per colmare il gap di popolazione. Spiegazione preoccupante, perché dimostra di non esser frutto di una diagnosi corretta e pertanto presuppone una prognosi sbagliata. Chi avesse la voglia e il tempo di fare riflessioni su questi temi, potrebbe trovare interessante leggere vari documenti che vanno dal rapporto Kissinger del 1974 alla conferenza di Rio sul nuovo ordine ( 1977), quella del Club di Roma sui nuovi obiettivi per l'umanità ( 1978), la conferenza di Rio sulla ecologia per la terra ( 1992), quella del Cairo su popolazione e sviluppo (1994), quella di Copenaghen sul nuovo sviluppo sociale (1995)… fino a quella di New York sui problemi del millennio (2000) e infine Johannesburg sullo sviluppo sostenibile (2001). Invito il lettore a leggersi detti documenti, ma mi limito a stimolarlo con qualche citazione utile alla loro comprensione. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) già nel 1992 invitava a occuparsi di chi è sano e produttivo (e pertanto non di chi è anziano e malato) lasciando già allora immaginare un processo di sostituzione degli anziani con giovani immigrati. Il direttore dell'Oms (Hiroshi Nakaijma), en passant, spiegò che l'etica cristiana non sarebbe potuta più esser applicata in futuro. Lascia intendere qualcosa più chiaramente il segretario generale Onu Kofi Annan alla conferenza per la Pace (New York 2000), dove spiega che per realizzare la pace universale sarebbe necessario realizzare una forma di sincretismo religioso, creando una nuova religione universale (tipo panteista-buddista ?). E ciò potrebbe avvenire grazie all'immigrazione di popoli con cultura e religione diversa, che potrebbero aiutare questi progetti. Il mondo cattolico, curiosamente, esultò subito dicendo che la multicultura avrebbe generato arricchimento… In modo stavolta ben più chiaro, recentemente, sul Corriere della Sera, il successivo segretario Onu, Ban Ki-moon, ( anticipando Tito Boeri?) senza mezzi termini dichiara che, «lungi dal rappresentare una minaccia, rifugiati e immigrati contribuiscono alla crescita e sviluppo economico… C'è dunque bisogno di maggiori misure per promuovere l'inclusione sociale ed economica... I governanti a tutti i livelli hanno la responsabilità di pronunciarsi con forza contro discriminazioni e intolleranze e contrastare quanti cerchino di ottenere voti instillando paura e contrapposizione (chissà che ne pensa il ministro Matteo Salvini, ndr)… Il numero di migranti è destinato a crescere… Propongo un accordo per immigrazioni sicure, ordinate e regolari…». Curiosamente, sempre sul Corriere della Sera, all'interno di un articolo di Gian Antonio Stella, si legge che va anche frenata la crescita di popolazione nei paesi poveri che nei prossimi 20 anni crescerebbe altrimenti di 850 milioni (42 milioni all'anno). Ciò dovrebbe avvenire travasando i più giovani, virili e forti qui da noi? Dice Gian Antonio Stella che «per mantenere costante la popolazione in età lavorativa saranno necessari nei prossimi 20 anni 6 milioni e mezzo di immigrati (325.000 all'anno)». Possiamo quindi immaginare che il prossimo premier sarà il professor Boeri.