2022-03-17
Ma Zelensky alimenta il rancore Usa
Citando Pearl Harbor e l’11 settembre, il presidente ha chiesto di nuovo al Congresso aerei e no fly zone. E da Biden arrivano 800 milioni di dollari di aiuti per la sicurezzaVolodymyr Zelensky ha tenuto ieri un discorso al Congresso degli Stati Uniti per via telematica. «Amici americani, nella vostra grande storia avete pagine che vi permetterebbero di capire gli ucraini, capirci ora, quando abbiamo bisogno di voi in questo momento», ha detto. «Ricordate Pearl Harbor, la terribile mattina del 7 dicembre 1941, quando il vostro cielo era nero per gli aerei che vi attaccavano», ha proseguito. «Ricordate l’11 settembre, un terribile giorno del 2001 in cui il male ha cercato di trasformare le città degli Stati Uniti in campi di battaglia, quando persone innocenti sono state attaccate dall’aria inaspettatamente e voi non potevate fermarlo. Il nostro Paese sperimenta lo stesso, ogni giorno, proprio ora in questo momento», ha aggiunto. Il presidente ucraino, nel suo discorso, è tornato a chiedere la creazione di una no fly zone: un’opzione che tuttavia viene temuta da più parti, in quanto rischierebbe di far scoppiare un conflitto diretto tra l’Alleanza atlantica e la Russia. È in quest’ottica che, sempre ieri, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, è tornato a escludere una simile mossa. In conclusione del suo discorso, Zelensky si è rivolto direttamente a Joe Biden. «Mi rivolgo al presidente Biden: tu sei il leader della nazione, della tua grande nazione. Ti auguro di essere il leader del mondo. Essere il leader del mondo significa essere il leader della pace». Il presidente americano, dal canto suo, ha definito «appassionato» il discorso dell’omologo ucraino, annunciando ulteriori 800 milioni di dollari di aiuti per la sicurezza al governo di Kiev. «Il popolo americano sarà fermo nel sostegno al popolo ucraino di fronte agli attacchi immorali di Putin alle popolazioni civili», ha dichiarato Biden, per poi proseguire: «Questo nuovo pacchetto, da solo, fornirà un’assistenza senza precedenti all’Ucraina. Include 800 sistemi antiaerei per assicurare che l’esercito ucraino possa continuare a fermare gli aerei e gli elicotteri che hanno attaccato il suo popolo e a difendere il suo spazio aereo». Tuttavia, come sottolineato ieri dalla Cnn, il presidente americano ha evitato di sostenere la creazione di una no fly zone e non ha inviato jet da combattimento. Oltre ai rischi di un conflitto tra Nato e Russia, l’inquilino della Casa Bianca - che ieri ha definito Putin un «criminale di guerra» - deve del resto gestire anche alcune difficoltà interne: se una parte dei parlamentari americani lo giudica troppo timido nella crisi ucraina, un’altra parte invita invece ad approcci improntati a cautela. Un ulteriore fronte spinoso per lui è poi quello della ridotta autonomia energetica degli Stati Uniti: un fronte su cui i repubblicani lo stanno criticando da giorni, a causa delle misure green che aveva adottato l’anno scorso (come lo stop all’oleodotto Keystone Xl). Nel frattempo, ieri è tornato a parlare anche Vladimir Putin. «Cercando di cancellare la Russia, l’Occidente ha fatto cadere la sua maschera di civiltà e ha iniziato ad agire in modo bellicoso, ha dimostrato la sua vera natura. Si impone un confronto con i pogrom antisemiti dei nazisti eseguiti in Germania negli anni Trenta del secolo scorso», ha dichiarato. Il presidente russo ha inoltre detto che l’offensiva in Ucraina «si sta sviluppando con successo» ed è tornato a sostenere che in Donbass si sarebbe verificato un «genocidio». La domanda da porsi a questo punto è: quale impatto avranno le parole di Putin e Zelensky sul processo negoziale in corso?
Jose Mourinho (Getty Images)