2019-08-15
Monica Cirinnà e Luigi Di Maio frequentano lo stesso cabaret di lusso della Costa Smeralda. Altro che Riviera romagnola di Matteo Salvini. L'articolo contiene una gallery fotografica e un video. C'è un luogo «iconico», per dirla con gli esperti di movida internazionale, che ha anticipato nelle sue serate eleganti la nuova tendenza della politica: il bunga bunga tra Pd e 5 stelle. Il locale è il Lío di Poltu Quatu, succursale del celebre e omonimo ristorante club cabaret di Ibiza, emblema del divertimento trasgressivo e alla moda. Da qui nel giro di due settimane sono passati Luigi Di Maio, ospite all'inaugurazione, e Monica Cirinnà, la pasionaria piddina. Quando Salvini, in Senato, il 13 agosto ha scherzato sulle «abbronzature» di alcuni senatori e ha detto che «il Paese reale non capisce perché non si debbano disturbare i poveri parlamentari a Ferragosto», lei si è scatenata, ha fatto il gesto di andare via e di chi beve, esibendo un cartello con scritto: «Salvini basta voli di Stato. Le vacanze pagatele. #Dimettiti». Tanta acredine potrebbe essere legata alle belle vacanze in Sardegna interrotte. L'11 agosto la signora e il marito, Esterino Montino, ex senatore pd ed ex vicepresidente della Regione Lazio, nonché attuale sindaco di Fiumicino, hanno raggiunto il Lío da Baia Sardinia (località a 2 chilometri) dove soggiornavano, per un dopocena danzante (costo dell'ingresso 70 euro, 200 per chi utilizza anche il ristorante). Lei in abito di lino dai toni grigio-azzurri, collo alla coreana con motivi orientaleggianti dorati come l'infradito e un folkloristico fiore spagnoleggiante nella chioma argentata, lui camicia bianca, pantaloni scuri e sandalo alla tedesca. Dalle foto e dai video in possesso della Verità, lei è sembrata la più divertita della coppia. La senatrice, prima firmataria della proposta di legge sulle unioni civili e madrina di numerosi gay pride, ha esibito il suo lato più trasgressivo dandosi alle danze con una delle drag queen del locale, il sosia del barbuto Mr. T dell'A-team, ma con gamba slanciata e frac piumato. La senatrice danzante a un certo punto ha alzato la gonna esibendo uno stacco di coscia invidiabile. I giornali alla vigilia dell'inaugurazione avevano riportato la filosofia del locale, celebre per i suoi dinner show, attraverso le parole di Nick McCabe, amministratore delegato del gruppo Pacha: «Lío è magia, è intrattenimento, è cucina, è musica, è divertente. Lío è il posto migliore per perdersi in una notte d'estate, un posto da vedere e dove poter farsi notare… per lasciarti andare e lasciare che il tuo edonismo si scateni e si diverta con tutti i cinque sensi». Il locale è ospitato nella Marina di Poltu Quatu di proprietà del gruppo Pulcini: «Siamo felici di ospitare una struttura leader nell'entertainment su scala internazionale», ha dichiarato l'ad, Daniele Pulcini. «Oltre a giovare al consolidamento della leadership della nostra struttura, Lío porterà una ventata di ospiti internazionali e di personalità che contribuiranno allo sviluppo del business per tutto l'indotto della Costa Smeralda e della Sardegna». Intanto sono arrivati Di Maio e la Cirinnà con i rispettivi compagni. La senatrice e il marito negli anni passati hanno soggiornato anche nell'esclusivo Grand hotel della Marina, ma da quando sono iniziati i problemi giudiziari per Pulcini non sono stati più avvistati. Il costruttore è in attesa di due sentenze: la prima riguarda una turbativa d'asta per un parcheggio costruito a Roma in un'area demaniale. La Procura a maggio ha chiesto 5 anni e sei mesi di condanna e la sentenza è attesa entro fine anno. Pulcini è ancora sotto processo per una presunta corruzione: due palazzi del suo gruppo vennero affittati dalla Regione Lazio (assessore Marco Di Stefano, pure lui imputato) al prezzo di 50,5 milioni per sei anni, consentendo al costruttore la rivendita degli immobili con una plusvalenza di quasi 60 milioni. L'imprenditore è stato invece assolto nel processo Mafia capitale, indagine per cui venne arrestato e scontò due mesi a Rebibbia dopo che sui social finirono le immagini delle feste organizzate nella sua villa durante i domiciliari. In un video si brindava a bordo piscina all'inizio dell'estate 2015, in un altro invece la showgirl Antonella Mosetti in abitino nero e tacchi alti ballava al ritmo di musica caraibica. Infine Pulcini è stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione per le presunte violenze contro l'ex moglie, Claudia Montanarini (è in corso l'Appello). Al Lío è passato anche Di Maio, al seguito della fidanzata, Virginia Saba, che su Facebook in queste ore non si è fatta scappare l'occasione di sfottere Salvini, pubblicando la foto di un finto Spiderman ciccione che urla «datemi pieni superpoteri». Di Maio, camicia bianca e jeans, e la bionda Virginia si sedettero, al contrario di Cirinnà e Montino, al tavolo dei super Vip, con alcuni personaggi cagliaritani. Tra questi un habitué della coppia, il commercialista Enrico Gaia, uomo dalla fitta rete di conoscenze, ha ricoperto incarichi di revisore legale, sindaco e amministratore di società controllate da Regione e Comune di Cagliari. Considerato già vicino a Forza Italia e all'ex presidente azzurro della Regione, Ugo Cappellacci, commercialista come lui, Gaia è un professionista stimato da tutto l'arco costituzionale: ha collaborato anche con il sindaco cagliaritano di Sel, Massimo Zedda, ed è stato professionista di fiducia di Renato Soru, ex governatore pd della Sardegna, a cui ha fatto da consulente per lo sbarco in Borsa delle società dell'imprenditore. Nel 2016 un suo cliente, Salvatore Pinna, venne arrestato e sui giornali finirono anche le sue intercettazioni, sebbene non sia mai stato indagato. In un articolo dell'Unione sarda del 2016 si legge: «Inizio del 2015, Tore Pinna che sa di avere la Finanza alle costole, sta cercando un modo di muovere i soldi senza dare troppo nell'occhio. Il 28 gennaio incontra il suo commercialista, Enrico Gaia, che secondo gli inquirenti gli suggerisce di usare la società che ha a Belgrado, la Essepi Balcani, come «cartiera» per emettere false fatture. Il problema però è far tornare i soldi in Italia. Così Gaia gli consiglia di passare la frontiera dalla Svizzera con l'auto carica di contanti: «Io ho fatto una vita così, oppure passi dalla Slovenia e se ti scoprono dici che eri al casinò». Pinna però non si fida, ha paura di essere beccato. «Ho chiesto a mio cognato, ti do 50.000 euro, hai anche protezione alla frontiera, non ti controllano a te». L'autore dell'articolo non è stato querelato e successivamente Gaia è entrato nel cda dell'Unione sarda. Ma se il proprietario dei muri del Lío ha diversi grattacapi giudiziari e il commercialista frequentato da Di Maio ha avuto qualche cliente birichino, quello che conta è che tra drag queen ed esclusivi dj set è forse emerso l'idem sentire dei 5 stelle e dei piddini che amano le vacanze super esclusive in Costa Smeralda (altro che la Riviera romagnola di Salvini) e i locali internazionali e che forse di tornare a Roma a occuparsi della crisi di governo non avevano proprio voglia.
Edmondo Cirielli e Antonio Tajani (Ansa)
L’emendamento alla manovra di Fdi mira a riattivare la regolarizzazione del 2003. Così si metterebbe mano a situazioni rimaste sospese soprattutto in Campania: all’epoca, il governatore dem Bassolino non recepì la legge. E migliaia di famiglie finirono beffate.
Nella giornata di venerdì, la manovra di bilancio 2026 è stata travolta da un’ondata di emendamenti, circa 5.700, con 1.600 presentati dalla stessa maggioranza. Tra le modifiche che hanno attirato maggiore attenzione spicca quella di Fratelli d’Italia per riaprire i termini del condono edilizio del 2003.
I senatori di Fdi Matteo Gelmetti e Domenico Matera hanno proposto di riattivare, non creare ex novo, la sanatoria introdotta durante il governo Berlusconi nel 2003. Obiettivo: sanare situazioni rimaste sospese, in particolare in Campania, dove la Regione, all’epoca guidata da Antonio Bassolino (centrosinistra), decise di non recepire la norma nazionale. Così migliaia di famiglie, pur avendo versato gli oneri, sono rimaste escluse. Fdi chiarisce che si tratta di «una misura di giustizia» per cittadini rimasti intrappolati da errori amministrativi, non di un nuovo condono. L’emendamento è tra i 400 «segnalati», quindi con buone probabilità di essere discusso in commissione Bilancio.
Friedrich Merz (Ansa)
Con l’ok di Ursula, il governo tedesco approva un massiccio intervento sul settore elettrico che prevede una tariffa industriale bloccata a 50 euro al Megawattora per tre anni, a partire dal prossimo gennaio. Antonio Gozzi (Federacciai): «Si spiazza la concorrenza».
Ci risiamo. La Germania decide di giocare da sola e sussidia la propria industria energivora, mettendo in difficoltà gli altri Paesi dell’Unione. Sempre pronta a invocare l’unità di intenti quando le fa comodo, ora Berlino fa da sé e fissa un prezzo politico dell’elettricità, distorcendo la concorrenza e mettendo in difficoltà i partner che non possono permettersi sussidi. Avvantaggiata sarà l’industria energivora tedesca (acciaio, chimica, vetro, automobile).
Il governo tedesco ha approvato giovedì sera un massiccio intervento sul mercato elettrico che prevede un prezzo industriale fissato a 50 euro a Megawattora per tre anni, a partire dal prossimo gennaio, accompagnato da un nuovo programma di centrali «a capacità controllabile», cioè centrali a gas mascherate da neutralità tecnologica, da realizzare entro il 2031. Il sistema convivrebbe con l’attuale attuale meccanismo di compensazione dei prezzi dell’energia, già in vigore, come ha confermato il ministro delle finanze Lars Klingbeil. La misura dovrebbe costare attorno ai 10 miliardi di euro, anche se il governo parla di 3-5 miliardi finanziati dal Fondo per il clima e la trasformazione. Vi sono già proteste da parte delle piccole e medie imprese tedesche, che non godranno del vantaggio.
A 80 anni dall’Olocausto, Gerusalemme ha un ruolo chiave nella modernizzazione della Bundeswehr. «Ne siamo orgogliosi», dicono i funzionari di Bibi al «Telegraph». Stanziati da Merz quasi 3 miliardi.
Se buona parte della modernizzazione della Bundeswehr, le forze armate federali, è ancorata all’industria tedesca, Israele sta svolgendo un ruolo chiave nella fornitura di tecnologia di difesa. «La Germania dipende enormemente dalla tecnologia israeliana, in particolare nei settori della tecnologia dei droni, della ricognizione e della difesa aerea», riferisce Roderich Kiesewetter, membro della Cdu come il cancelliere Friedrich Merz e capo della delegazione tedesca presso l’Assemblea parlamentare euromediterranea (Apem). Il parlamentare ha aggiunto che il suo Paese «beneficia inoltre notevolmente della cooperazione in materia di intelligence, che ha già impedito molti attacchi terroristici in Germania». Al Telegraph, alti funzionari della difesa israeliani hanno dichiarato di svolgere un ruolo chiave nella nuova politica di riarmo tedesca e di esserne «orgogliosi».





