2022-05-15
Ma a Termini Imerese paga Pantalone
Daniele Franco e Mara Carfagna (Ansa)
Mentre i politici parlano di Pa efficiente e investimenti «fatti bene», come dice Daniele Franco, la storica vertenza Fiat viene risolta prepensionando quasi 600 lavoratori. Con i fondi Ue.Il forum di Sorrento «verso Sud» è partito con l’obiettivo presentato dal ministro competente Carfagna di superare non solo il divario con il Nord, ma anche la classica visione di un Mezzogiorno che si piange addosso anziché rimboccarsi le maniche. Anzi, a detta dei molti relatori intervenuti, questo è già avvenuto. A fronte dell’intervento del ministro dell’Economia Franco secondo il quale non basta investire, ma bisogna farlo bene, le parole che più si ripetono tra i vari panel, come nel libro bianco presentato da Ambrosetti, sono: mare, crociere, blue economy, Zes e poi rinnovabili, investimenti, fino agli intramontabili lavori pubblici e pubblica amministrazione. E così a Brunetta che dice di conoscere bene tutte e 90 le università italiane perché «le sto usando per far laureare tutti i dipendenti pubblici che non sono laureati», risponde il presidente della Regione Siciliana Musumeci: «In Sicilia i concorsi pubblici sono bloccati dal 1991, ringrazio Brunetta che finalmente li ha sbloccati», nella speranza non siano tutti per i forestali. Durante l’ultima sessione, dedicata ai leader dei partiti, Giuseppe Conte sciorina i grandi investimenti fatti dal suo governo per il Sud, e così, senza Berlusconi, grande assente dell’iniziativa della sua ministra, tocca a Calenda vestire i panni del pragmatico: «Tutti i governi hanno sempre fatto investimenti per il Sud, ma poi mi spiegate perché quando arriva un investitore che mette 4 miliardi privati sull’unica acciaieria del mezzogiorno lo mandate a gambe levate?». E proprio durante questo appuntamento dedicato al Sud, e al suo sviluppo, è arrivata una notizia storica per una delle più importanti crisi del mezzogiorno: venerdì notte si è chiusa la vertenza dell’ex stabilimento Fiat di Termini Imerese. Come? Con il prepensionamento per tutti i 548 lavoratori rimasti, dopo dieci anni di cassa integrazione. La decisione è stata presa dalla Regione Siciliana che sullo scadere del mandato, mentre il centrodestra litiga sulla ricandidatura di Musumeci, ha dirottato 30 milioni di fondi europei sugli scivoli pensionistici. Festeggiano politici e sindacati, tutti d’accordo sulla stessa dichiarazione: «Ora finalmente sarà possibile vendere e riconvertire lo stabilimento, che nessun imprenditore voleva dovendosi caricare 500 lavoratori».Le risorse umane viste come un peso, una realtà che però sia politica che sindacati non ammettono per gli altri 70 tavoli di crisi oggi aperti, che continuano a rinnovarsi di anno in anno con nuovi investimenti pubblici con la falsa promessa di nuovi progetti privati, e che invece portano solo e sempre al rinnovo della cassa integrazione. Fino alla pensione. Secondo i dati di Invitalia, aggiornati al primo aprile 2022, nell’ambito della legge 181 del 1989 sull’area di crisi complessa sono 311 le iniziative finanziate per 2,7 miliardi di investimenti pubblici attivati. Tutto per solo 12.000 rioccupati, 225.000 euro a posto di lavoro. Tra questi vengono conteggiati anche quelli della Blutec, l’ultimo investitore a Termini Imerese dopo la Fiat, che nel 2015 aveva riassunto tutti i lavoratori per realizzare un triciclo elettrico commissionato da Poste Italiane per la consegna porta a porta della posta a impatto zero. Poco dopo finito sotto indagine con i sigilli alla fabbrica per l’accusa di aver distratto fondi pubblici. Da allora si erano susseguiti tavoli ministeriali, e a ogni campagna elettorale promesse di nuovi investimenti: il polo green, Amazon, e qualche mese fa Fincantieri. E nel frattempo cassa integrazione pagata dallo Stato. Oggi finisce con l’unica promessa che può essere mantenuta veramente: la pensione per tutti. Mentre il presidente del Consiglio, i ministri, i presidenti di Regione, società di consulenza e importanti aziende pubbliche parlavano di come rilanciare il Sud.