2020-03-16
        Mascherine, fisco e zone rosse. Il governo ha tradito il Nord
    
 
Quanto costa al Paese l'esitazione con cui il governo sta fronteggiando l'epidemia da coronavirus? Beh, i conti definitivi li faremo alla fine, ma già ora possiamo dire che se Palazzo Chigi non avesse traccheggiato per giorni e avesse dichiarato sia Bergamo che Brescia zone rosse, come chiedeva la Regione Lombardia, probabilmente ci saremmo risparmiati un certo numero di vittime.Invece l'esecutivo fino all'ultimo ha esitato ad adottare le misure straordinarie sollecitate. Giuseppe Conte, colui che in teoria dovrebbe decidere, dichiarò di non essere contrario in linea di principio a provvedimenti di chiusura, ma di aspettarsi delle proposte dalle regioni. Che cosa abbia significato questo balletto istituzionale, lo abbiamo visto con i nostri occhi, nelle corsie degli ospedali e nei cimiteri. Mentre il premier aspettava e chiedeva suggerimenti sul da farsi, scaricando dunque la responsabilità su altri, il virus si diffondeva ancora di più nelle province lombarde e migliaia di persone potenzialmente malate, fuggivano al Sud per sottrarsi al contagio.Del resto non c'è da stupirsi: fin dal primo giorno dell'emergenza il governo ha adottato la politica dell'attesa, ma forse sarebbe meglio dire del giorno dopo. Quando i governatori del Nord sollecitavano la quarantena per i ragazzi tornati dalla Cina, l'esecutivo bollò la richiesta come un'idea pericolosa e discriminatoria. Qualcuno, ovviamente di sinistra, addirittura parlò di fascioleghismo, quasi che le misure precauzionali avessero un colore politico. Qualsiasi persona di buonsenso avrebbe capito che per arginare il contagio era indispensabile bloccare gli ingressi e, se del caso, chiudere le scuole, e con esse tutto ciò che poteva favorire la propagazione del virus. Ma i vertici del governo hanno voluto pensarci un po'.Anche sul commissario straordinario Palazzo Chigi ha a lungo tentennato. Forse temendo che un super esperto con pieni poteri commissariasse anche lui, Conte ha respinto fino all'ultimo l'idea, gestendo la lotta al Covid 19 come se dovesse affrontare la trattativa per l'Alitalia o per l'Ilva. Il risultato anche in questo caso è davanti a tutti noi, con quelle mascherine di carta igienica sventolate dall'assessore alla Salute della Lombardia. I medici in prima linea non hanno guanti e strumenti per proteggersi perché a Palazzo Chigi pensano che la guerra al coronavirus si possa combattere per via ordinaria e non con provvedimenti speciali. Creare un super ospedale per ricoverare i malati non si può, perché prima bisogna fare il bando, poi i concorsi, quindi serve il giudizio di ministeri, capi di gabinetto e burocrati vari. Nel frattempo la gente muore e i mezzi scarseggiano.Conte è l'uomo delle quarantott'ore dopo, delle conferenze stampa della sera, dei proclami a mezzo stampa col ciuffo scompigliato sulla fronte, ma mai delle decisioni quando queste sono da prendere. Egli è sempre pronto a rinviare a domani, perché il verbo che ama più di ogni altro è aspettare. Come chi non abbia l'attitudine al comando, il nostro presidente del Consiglio teme sempre di sbagliare e purtroppo, nella lotta a un'epidemia, attendere equivale sempre a un errore.Anche sulle tasse il nostro ha dimostrato tutta la sua indecisione. A sera, mentre scrivo questo articolo, ancora non sono chiari i provvedimenti adottati per le imprese e le partite Iva, ma si annuncia un dossier di 200 pagine. In Francia, Emmanuel Macron - cioè non proprio un esempio di pugno fermo, visto come ha affrontato i gilet gialli - ha comunicato con un provvedimento di una riga che fino a nuovo ordine le imposte saranno sospese. Da noi, invece dei decreti, si fanno i comunicati e si lasciano trapelare le indiscrezioni. Risultato: fino alla sera di domenica né le imprese né i commercialisti sapevano se le scadenze fiscali di oggi fossero da rispettare o meno, se i contributi previdenziali fossero da pagare oppure no. Mentre altri Paesi annunciano la chiusura di frontiere e lo stanziamento di fondi per sostenere le strutture sanitarie e l'economia, noi ci siamo limitati alle promesse. Invece dei respiratori negli ospedali sono state distribuite parole, le mascherine chieste da infermieri e medici le hanno sostituite con le chiacchiere e le serenate condominiali.Nei giorni scorsi ho scritto che l'epidemia, oltre a portarsi via molte vite, sta mietendo anche altre vittime e tra queste inserivo la globalizzazione e l'idea stessa di Europa, perché gli egoismi nazionali, il divieto (ieri mitigato) di esportare strumenti sanitari, rappresentano la fine di un'unione solidale fra gli Stati Uniti d'Europa. Tuttavia, lo scontro fra Regioni del Nord e Palazzo Chigi sta sotterrando anche l'autorevolezza del governo, perché è difficile farsi guidare da un esecutivo che nell'ora più buia brancola nell'oscurità.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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